Un po' di dolcezza ora. Gli ombretti pastello, associati di solito a ragazzine perbene o a eleganti signore anziane, hanno vinto, soprattutto dalla scorsa stagione. A volte sembra che tutto ciò che ci viene proposto in termini di make up occhi si limiti a due estremi opposti: il semplice "nudo", valorizzato con un po' di mascara, o al contrario un trucco grafico sperimentale, quasi avanguardistico. Per chi non si riconosce in nessuno dei due, non esistono alternative. Un vuoto. Ora colmato dalla proposta di ombretti pastello dalle sfumature delicate, appena visibili e tuttavia molto presenti. Colori freschi rubati a un giardino fiorito: mammola viole (Bora Aksu), tè rosa (Oscar de la Renta), fiori di lillà odorosi (Marni), dalie color salmone (Emilia Wickstead), viole del pensiero (Altuzarra) o delphinium verde (Au Jour le Jour).

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Si potrebbe pensare di essere dentro a un quadro impressionista. Di camminare tra le ninfee di Claude Monet. Portati senza mascara, o quasi, gli ombretti pastello creano uno sguardo di una dolcezza infinita, a metà tra l'elfo e la ragazza verginale. Di vedere Isadora Duncan che balla la sua danza fatata in un vasto prato fiorito. Non c'è niente di nostalgico in questa tendenza. Ha persino una forma di radicalità nella sua stessa discrezione, in quanto va controcorrente rispetto ai classici degli ultimi anni come smokey eye e tratti, più o meno spessi, di eyeliner. Essere notati senza essere appariscenti non è il sogno di tutti?