Per chi pensa che Venezia sia ormai invasa dai turisti in ogni dove, forse non è ancora stato alla Giudecca. Un’isola, considerata una volta la "spina longa" della laguna e che oggi, anche con tre hotel (Cipriani, Giudecca e Hilton), non è così battuta come si pensa. Di più: ci sono antri e luoghi che sembrano pubblici ma sono privati e inviolabili.
Ci riferiamo al Giardino Hundertwasser, su Google Maps lo trovate con questo nome, che prima era chiamato Eden. Il merito spetta all’omonimo Lord Frederic che nel 1884, stanco di sali e scendi fra canali e ponti con la sua carrozzina, volle avere, più che un palazzo, un pezzo di terraferma su cui vivere. Una scelta atipica perché la Giudecca era usata per i "giudicati" o per i malati e oltretutto non era proprio la più salutare delle terre, essendo landa di scarico. Grazie alla moglie Caroline, Lord Eden riesce nell’intento di creare un giardino che lo rappresenta al meglio. Oltre che rose, cipressi e fontane, ci aggiunse anche mucche, api e cantine.
Il naso di Hermès, Christine Nagel, ha scoperto questo miracolo del secolo scorso leggendo un libro di Eden del 1903 dal titolo banale A Garden in Venice. Un volumetto di poche pagine che narra la costruzione di questo mito ormai dimenticato. «Quando ho visto le foto alla fondazione non ci volevo credere. Volevo visitarlo subito ma ho dovuto attendere. Anche se poi sono tornata diverse volte per capire l'anima di questo angolo verde». E involontariamente, grazie al permesso dell’attuale fondazione, dedita alla valorizzazione delle idee di Friederichshein Hundertwasser, è riuscita a rendere omaggio anche all'Italia (la mamma è biellese).
Da queste incursioni esclusive, segrete e soprattutto profumate, è nata l’ultima fragranza di Hermès che Christine Nagel ha chiamato Un Jardin sur la Lagune. Un titolo più che mai realista, come gli altri sei della serie, che fonde armonicamente le bordure esterne di pittospori selvaggi ma anche la più sontuosa magnolia o le salicornie che spuntano leggere a portare una brezza mai sentita. C'è anche chi vi ha percepito un effimero sentore felino che, da vera osservatrice cartesiana ma anche romantica, Christine ha inconsapevolmente aggiunto.
Lei, per farci capire che come ogni storia di Hermès abbia qualcosa di autentico, ci ha portato a visitare dal vivo questi nove acri di terreno. Certo, non sono ancora rigogliosi come a primavera piena, ma grazie a lei è rinata una leggenda che si era inabissata a causa dell'artista austriaco. Friederichshein Hundertwasser non voleva un paradiso artificiale ma uno naturale, con specie endemiche e nessuna cultivar esotica o alberi dalla perfetta potatura. Come ha fatto notare Christine Nagel: «Qui conta piuttosto godere di respiri profondi, di una serenità senza rumori e un sentore dolce e appena salmastro», che ora è in ogni bottiglia di Un Jardin sur la Lagune.
E se vedere questo parco è soprattutto un sogno, fra due, meglio tre anni si potrà visitare anche lo spazio che Hermès ha trovato e affittato a Venezia per piantare un altro giardino sulla laguna, con la stessa metratura e sempre con specie autoctone. Nulla si può dire di più, per ora godiamoci l'installazione temporanea di Lei Saito a Palazzo Grimani, un inno al verde, creata esclusivamente per il giorno del lancio dell'essenza. Sopra una tenda stampata di verde. Sotto un carré d'acqua salata. Il moderno e artistico concetto di un giardino sulla laguna.