Nato per sopperire o nascondere la mancanza di igiene il profumo ha assunto nei secoli un significato sempre più edonistico legato al desiderio di marcare/affermare la propria individualità e comunicare/diffondere le proprie emozioni. Così ci sono profumi che contengono ambra o patchouli scelti perlopiù da persone che amano farsi notare, altri caratterizzati da note zuccherine come quelli della vaniglia o del caramello portati nella maggior parte dei casi da individui che desiderano essere avvolti e ricercano dolcezza. Note superfemminili e romantiche sono quelle della viola, della rosa e della lavanda, più dinamiche ed estroverse quelle degli agrumi. Proiezione olfattiva di sé verso la società la fragranza che indossiamo diventa parte di noi, come uno stile di abbigliamento che ci caratterizza o come, nel caso in cui si utilizzino più profumi, abiti diversi indossati per varie occasioni e/o momenti della giornata. Accessori fluidi e aerei che ci fanno sentire presenti in mezzo agli altri, ma anche presenti a noi stessi.

La domanda "dovrei usare il profumo anche a casa?" sorge quindi spontanea. Indossare un profumo è un'abitudine legata alla routine extra-domestica o è lecito/conveniente/consigliato profumarsi anche se si resta nella propria dimora? "Usare il profumo anche a casa è importante, è una rassicurazione per noi, per i nostri familiari e per chi ci sta accanto perché ci riconosce", spiega la "nostra" guida olfattiva Giorgia Martone, naso e founder di LabSolue, lo scrigno di profumi e storie che vive a Roma in via Monserrato 42 e Milano via Forcella 8, oggi purtroppo chiusi, ma visitabile online su instagram o Labsolue.it. "Quando abbiamo del tempo da trascorrere in casa come ci piace che gli ambienti siano puliti e profumati magari anche accendendo delle candele allo stesso modo amiamo ritrovarci nelle nostre fragranze preferite e ritrovare i nostri cari anche dal punto di vista olfattivo".

Se come sostiene il dottor Ken Heilman, professore di neurologia e psicologia della salute presso l’Università della Florida, l’odore entra nelle parti emotive del cervello e nelle parti della memoria, mentre le parole vanno nelle parti pensanti del cervello risulta subito chiaro quanto un odore piacevole o piacevolmente (ri)conosciuto possa scaldarci il cuore. "In un momento in cui ci si sente privi di energia e/o di motivazione io consiglio di annusare tutti i profumi che abbiamo collezionato nel tempo uno dopo l'altro. Sarà un po’ come riguardare delle fotografie dimenticate e si scatenerà un'associazione di immagini e ricordi olfattivi. Spontaneamente stimolerete una reazione edonica e viaggerete nel tempo… da casa! Per allenare la propria percezione olfattiva una buona idea potrebbe essere anche quella di leggere Il profumo di Patrick Süskind che non è certo un romanzo a tinte rosa… e vi appassionerà con le sue tinte noir facendovi viaggiare nel tempo e nei luoghi… e percepire e distinguere moltissimi odori diversi", conclude Martone.

Essere rapiti da un profumo può fare scaturire ricordi del passato e può accendere sentimenti positivi proiettati verso il futuro ma è pur sempre un'esperienza legata alla presenza. Un profumo implica che ci siamo o che qualcosa o qualcuno è vicino a noi. Stimola un senso, quello dell'olfatto, che ci spinge a sentirci vivi in un determinato luogo e in un preciso momento. Nessuna intelligenza artificiale riesce (ancora) sentire, identificare e riconoscere un odore. La capacità olfattiva è del tutto umana, meravigliosa, potente. Esercitiamola, stimoliamola, alleniamola di più.