Perché il profumo di nostra madre è una fragranza a parte
Un ricordo ancestrale, il calore odoroso di un bacio, l'enigma della femminilità...
Un ricordo ancestrale, il calore odoroso di un bacio, l'enigma della femminilità... Cosa scatena dentro di noi il profumo di nostra mamma? E perché siamo così legati alla sua fragranza preferita?
«Mia madre usava un profumo di Diptyque, è l'odore della mia infanzia. Mia madre un giorno perse l'odorato e quando lo riacquisì non poteva più sopportare quel profumo. Smise di usarlo. Oggi che ho 40 anni ho la sensazione di avere perso qualcosa. Quando vado da Diptyque non posso fare a meno di annusarlo... è molto rassicurante», spiega Elisa.
Ma cosa ci lega così intensamente al profumo di nostra madre? La sua essenza di onnipresenza. Abbiamo chiesto ad alcune ragazze quale sia il ricordo più femminile legato alla loro madre. La maggior parte di loro ha risposto, infatti, «il suo profumo». In quel profumo c'è il calore della presenza, l'enigma della femminilità, la preziosità dell'infanzia e il passato.
Secondo il naso Jean-Claude Ellena, che crea le fragranze di Hermès dal 2004, la forza del profumo è quella di rendere presente una persona assente. «Molto più dei vestiti che sono soggetti alle mode. C'è qualcosa di immutabile nelle fragranze. Forse oggi questo concetto vale meno, ma una volta le donne tendevano a portare lo stesso profumo per tutta la vita. E il profumo è legato a momenti felici, vale a dire un bacio, un abbraccio, andare al cinema insieme. Dietro c'è una femminilità felice. Non conosco nessun profumo che evochi la morte». E quando una persona non c'è più il suo profumo la rende ancora presente. In questo senso il profumo della propria madre racchiude in sé anni di amore e tenerezza. Una sorta di madeleine proustiana.
La qualità della fragranza non è importante nella storia di Hadrien, 30 anni: «Non mi pongo la domanda se sia un buon profumo, è semplicemente il profumo di mia mamma». Per Alexandrine, questo profumo è Samsara di Guerlain, punto. Per Laura, che ha dieci anni più, è Diorissimo: «Mia madre ha usato diversi profumi, ma questo è quello che portava quando ero bambina, forse quando ho iniziato a guardarla sia come madre sia come donna». Jean-Claude Ellena, ricorda «Mia madre ha usato per molti anni Madame Rochas. Quando lo "indossava" diventava un'altra persona, più distante».
E se il profumo segna il confine tra madre e figlio, ma anche la parte inafferrabile della madre che la sera dà il bacio della buona notte per proseguire la sua giornata di donna non solo madre si può entrare anche nel concetto di complesso di Edipo.
Jasmine Petiot, Vice Presidente della Fédération française de la parfumerie sélective, consiglia le clienti nella sua profumeria da oltre 30 anni: «Solitamente i maschi regalano il profumo alla mamma mentre le femmine al papà». Prima ipotesi: prima dei 40 anni, una donna non può permettersi di pagare il suo profumo figurarsi uno per sua madre. Seconda ipotesi: 40 anni è l'età della riconciliazione con la madre. Forse perché si è diventate se stesse.
Jasmine Petiot ha anche avuto clienti che, prima di uscire dalla profumeria, hanno chiesto di sentire il profumo che usava la loro mamma, "per ricordarla". «Hanno voglia di parlarne, sono momenti emozionanti». In rete molte blogger incinte parlano del profumo che useranno dopo la nascita del loro bambino pensando al ricordo che gli lasceranno. Un modo di "eternizzarsi attraverso il profumo», aggiunge Jean-Claude Ellena.
Da Shalimar a J'adore: i profumi per la Festa della Mamma. Chanel N 5 rimane in assoluto il profumo senza tempo e le sue vendite hanno un'impennata per la festa sopra citata. «In termini di vendite lo chiamiamo "piccolo Natale"», spiega Petiot. «Altri profumi regalati per questa occasione: L'Heure Bleue e Shalimar, di Guerlain, Miss Dior e Diorissimo, di Dior, e Paris di Yves Saint Laurent».
Opium di Yves Saint Laurent? «Più difficile, a meno che la mamma non lo usi da sempre. È un profumo da regalare alla propria compagna, piuttosto che alla propria madre. Più indicati sono profumi aldeidati, che esprimono una femminilità classica, né ambrata, né muschiata (troppo sensuale) né boisé (troppo virile). Perfetti sono anche J'adore di Dior, La vie est belle e Trésor di Lancôme, tutti e tre incarnati da tre donne mature. Arpège di Lanvin, creato da Jeanne Lanvin nel 1927 per il 30mo compleanno della figlia Margherita, si vende quasi solo per la Festa della Mamma. Inoltre, sulla bottiglietta è rappresentata una madre che abbraccia la propria figlioletta!
Il profumo è un punto di contatto tra madre e figlia? Tra madre e figlia c'è un rapporto di "amore-odio", come direbbe lo psicoanalista Jacques Lacan. La sua discepola Marie-Magdeleine Lessana ha pubblicato sul tema un libro pungente e illuminante. «La logica madre-figlia non ha gli stessi elementi del rapporto padre-figlio, che è basato sul confronto e sulla rivalità quasi sempre ben calibrati. Tra madre e figlia c'è una sorta di "rapimento" nel senso di meraviglia ed espropriazione. C'è rivalità tra loro, naturalmente, ma la femminilità è principalmente una domanda che la bambina rivolge a sua madre.
Le bambine sono attratte dalla madre, un po' la imitano. Il profumo è il punto di contatto insieme al rituale del trucco, dei vestiti, degli orecchini, il "travestimento" femminile che tanto affascina e ammalia le bambine. Il giorno in cui diventeranno loro stesse donne attraverseranno una crisi e sarà necessario sottolineare la differenza».
Dopo avere "giocato" a portare il profumo, la ragazza ne sceglierà uno "suo" oppure non lo vorrà affatto. Louise non ha mai usato il profumo e odia quello di sua madre. «Trovo che ne metta troppo. Non porto gioielli né trucco. Mi trovo molto bene con lei, ma non voglio assomigliarle». In un momento in cui tutti usano il profumo, decidere di non farlo è un modo molto chiaro di volere distinguersi.
In Le miasme et la jonquille, libro culto, erudito e delizioso apparso 34 anni fa e che ha ispirato il romanzo Le Parfum di Patrick Süskind 3, lo storico Alain Corbin traccia la genealogia dell'odorato e l'evoluzione di profumo nella società. Durante l'Ancien Régime era un prodotto costoso e potente, riservato all'aristocrazia usato principalmente per mascherare gli odori del corpo dell'uomo e della donna.
Con il tempo smetterà di essere una maschera per diventare rivelatore: leggero e fiorito, sottolinea la pulizia e la personalità. Bisogna avvicinarsi per sentirlo. Allo stesso tempo, si disegnano i confini di genere. L'uomo rinuncia a profumi forti, non piange in pubblico e si veste di nero. A lui la sfera sociale, a lei la sensibilità e la sfera domestica. Alla moglie è vietata l'ambra, il muschio e lo zibetto. Diventa "donna fiore", sensuale ma non sessuale.
«Questo è il momento in cui nascono Houbigant e l'alta profumeria», afferma Alain Corbin. La ragazza non si profuma. Profumarsi vorrebbe dire rovinare il suo meraviglioso odore naturale di vergine. Tutti elementi di un "nuovo sistema olfattivo" che vige ancora oggi. «Ci fu nel 1968 una pausa, una lotta contro la deodorazione a favore della libera espressione degli odori del corpo. Ma avvenne? Credo di no...», conclude lo storico.
Il profumo della mamma: quintessenza del codice sociale, femminilità allo stato liquido, prodotto commerciale "felice" trasmesso di generazione in generazione. E in questo ricordo in cui ognuno pensa di parlare di qualcosa di molto intimo si trovano risposte a domande di trasmissione, individualismo ed emancipazione in immagini evocate dove la madre appare allo stato puro.
Via marieclaire.fr
Photo di apertura Gettyimages.com
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