«Tutto è iniziato quella volta in cui sono svenuta nel mio appartamento. Avevo mangiato solo un pugno di edamame in tutta la giornata». Liza Golden-Bhojwani ha 17 anni e tutta la carriera (da top model) davanti. Salire e scendere dai catwalk delle capitali della moda è «adrenalina pura». La competizione con le “colleghe” è «una lotta a tutti gli effetti». E gli effetti - che ha raccontato su Instagram - sono diventati virali. Fortunatamente.

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Il racconto della modella di origini texane inizia parlando della competizione e della scelta di nutrire il suo corpo con meno di 500 calorie al giorno. «Bramando qualsiasi tipo di cibo avessi davanti», Liza vive(va) due anni in bilico tra l’anoressia e il bling bling di una carriera sempre più soddisfacente. Poi, durante la Milan Fashion Week del 2014, la scoperta che diventa tormento. «Durante una prova abiti si sono tutti accorti che ero ingrassata. La gente ha iniziato a criticarmi, a dirmi che sembravo cicciona e basta».

Un tarlo che la distrugge tanto da dentro che da fuori, costretta a dire addio al sogno di diventare una top: «Non riuscivo letteralmente a star dietro a quei ritmi», confessa la modella in un recente post su Instagram dove racconta - per la prima volta senza timori - la sua storia. Pubblicando due foto del suo corpo ridotto a scheletro dalla fame in una, florido e in salute nell’altra, mostra orgogliosa la sua nuova vita da body positive girl. «Dopo quell’atroce esperienza mi sono ripromessa che sarei tornata in passerella, più forte e in forma di prima» continua su Instagram. «Così ho dato l’anima in palestra, ho seguito un regime alimentare sano - da 1200 calorie! Risultato? Addominali scolpiti e senso di sazietà perenne».

Esempio di un fashion system sempre più curvy oriented, la Golden-Bhojwani fa parte della rosa di modelle che stanno concretamente cambiando le regole della couture internazionale. Galeotto (anche) un viaggio in India molto molto intenso (incontra la sua dolce metà, marito da quest’anno). «Dopo 3 anni di smarrimento, ho finalmente capito che dovevo tornare a riprendermi il mio lavoro. No matter what!».