Esiste grasso e grasso. Non si tratta di adiposità di serie A o accumuli di serie B, il grasso non è diverso da corpo a corpo solo in base alla quantità immagazzinata, ma si differenzia tra buono = bruno e “cattivo” = bianco. Conoscere la differenza è fondamentale per comprenderne il reale significato (e sbarazzarsene una volta per tutte):

Il grasso chiaro / bianco
Chiamato anche grasso sottocutaneo, si deposita principalmente intorno ai fianchi e alle cosce. Ma può manifestarsi praticamente ovunque. Come fosse un’imbottitura, modella le curve (a volte over) del corpo, brucia energia e produce l’adiponecrina, un ormone che ha proprietà anti-infiammatorie e che contribuisce a ridurre il rischio di diabete di tipo due. Una precisazione è d’obbligo: non è vero che maggiore è la quantità di grasso bianco nel corpo, maggiore sarà la presenta di adiponecrina e i suoi benefici. Anzi, è l’esatto contrario perché «quando si aumenta di peso e le cellule di grasso prolificano, si fatica a produrre questo ormone”, spiega Louis Aronne, direttore della Obesity Clinict presso la Cornell University a Refinery29.com, «naturalmente stimolato invece da una costante attività fisica».

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Il grasso scuro / bruno / buono
Anche detto “grasso buono”, per collocazione e funzionalità è molto simile alla struttura dei muscoli. Il suo plus principale? Brucia energia anche quando si è inattivi. Per anni gli esperti hanno creduto che questa tipologia di grasso si trovasse soltanto nei neonati e che sparisse con la crescita. Ma uno studio del 2009 realizzato da un team di studenti di Harvard ha rivelato che il 7,5% delle donne e il 3,1% degli uomini presentavano ancora piccole quantità di grasso bruno nel corpo e che proprio grazie a questa riserva hanno un metabolismo molto attivo e molto sano. Come fare per stimolare la creazione di grasso buono? Con regolare esercizio aerobico, almeno un paio di volte alla settimana. Questo tipo di attività infatti converte il grasso bianco in grasso bruno.

Poi c’è il grasso viscerale
Un grasso di tipo tossico. Definito come il “grasso della pancia” è in realtà una tipologia di adiposità che non ha nulla a che fare con gli inestetismi estetici: si accumula in profondità intorno agli organi collocati nella cavità addominale. In altre parole, anche chi in superficie non presenta eccessi di grasso, non significa che non nasconda pericolose dosi di grasso viscerale. I problemi principali che scatena si riassumono nella produzione massiccia di ormoni dello stress come il cortisolo e sostante infiammatorie chiamate citochine che influenzano la produzione di insulina nel corpo. Il risultato: aumento del rischio di diabete e malattie cardiache. Cosa fare per evitare che il grasso viscerale si sviluppi in eccesso? Il solito ma mai banale diktat: dieta equilibrata e sana abbinata a esercizio fisico costante.