Domanda a bruciapelo (appunto): perché i metodi depilatori più dolorosi sono spesso i meno duraturi? La ceretta, ad esempio, ci convinciamo sia la soluzione definitiva, quella in grado di debilitare il pelo e rallentarne le crescita per sempre e invece, rieccoci dopo appena un paio di settimane. Senza parlare del rasoio, una condanna. L’espiazione/epilazione definitiva? "Non credo di essere pronta a tornare una dodicenne”. Ma se per la stragrande maggioranza delle donne, la scelta dello strumento a loro più congeniale con il quale allearsi nella battaglia al pelo superfluo (e sotto pelle) non è ancora chiarissima, c’è chi, invece, sarebbe in grado di scrivere un bigino.

Perché è su di loro che ricadono paure/frustrazioni/dubbi/minacce: le estetiste. Una categoria preziosissima della quale fa parte anche Amanda, una ragazza di Brooklyn che per deontologia professionale deve tenersi a debita distanza dalla ricrescita, e che per amore del suo lavoro ne sopporta di ogni. E oggi (via Thrillist) ha deciso di condividere con il resto del mondo (e con le clienti future, forse per intimorirle), i clienti peggiori che in quasi cinque anni di attività ha dovuto sopportare. Pentitevi, perché almeno una volta nella vita anche voi siete state delle pessime cavie.

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Il non-glabro che vuole diventarlo «Uhm, praticamente tutte le donne hanno provato la ceretta almeno una volta nella vita ma in poche le hanno dichiarato fedeltà assoluta», spiega Amanda, «tra i miei clienti che abitualmente si sottopongono alla “tortura” come la chiamano loro, si passa dalla ragazzina 16enne al signore di 80 anni. Giuro. Decisamente meno polemico della prima. Se dovessi fare una proporzione e dire se la chiedono più donne o più uomini, direi uomini senza dubbio. E la cosa a tratti imbarazzante - anche se l’estetista è per dna professionale un essere quasi totalmente privo di inibizioni - è che molti sono fan dello strappo alla brasiliana. Mi confessano che lo fanno per non liberarsi dei peli bianchi. Li imbarazzano, più a loro che alle mogli. I più fifoni? Certe donne… certe urla!».

La emo(tiva) «Per colpa di questi strumenti diabolici», continua Amanda, «ho trovato situazioni al limite del compromettente. Interni coscia torturati, ginocchia martoriate e inguini sanguinanti. Un disastro. Non parliamo poi di quando riesco a convincerli a vuotare il sacco e a confessare: “è stata un’emergenza, mi hanno invitato alla spa, cosa potevo fare?”, mi dicono, e senza vergogna ammettono di avere usato il rasoio elettrico! Follia. Capisco sia la soluzione più rapida e indolore, ma è bene sempre tenere a mente le conseguenze: pelle irritata e una colonia di peli sotto pelle difficilissimi da recuperare. Il rimprovero darà i risultati sperati? Macché».

La smemorata «Per molti il supplizio in assoluto più snervante. Non tanto per la sensazione che dà strappare le sopracciglia della palpebra mobile, ma quella della “pulizia” di quei peli sotto pelle da salvare. Quando mi vedono prendere in mano la pinzetta tentano la fuga “ho dimenticato in macchina una cosa, torno subito"».

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L’indecisa «Le tecniche di epilazione definitiva sono diverse, è bene informarsi come si deve prima di iniziare una sessione di sedute. In assoluto è questa la soluzione più impegnativa, non solo da un punto di vista economico per il cliente, ma di sforzo fisico e strazio emotivo per la sottoscritta. I clienti spesso, dopo essersi decisi (dopo svariati quarti d’ora di confessioni con me e le amiche che l’hanno già provato), restano destabilizzati dell'approccio al definitivo, si bloccano. "Non lo so, cosa faccio? sembro una dodicenne per tutta la vita?”, l’ostacolo più ricorrente è questo, ma basta la prima seduta e le successive due settimane durante le quali la pelle della zona trattata resta immacolata, per scatenare in loro una bramosia inaspettata. Dalla mezza gamba “di prova, poi vediamo cosa fare”, si spingono subito oltre: “inguine e ascelle per forza”. L’entusiasmo che manifestano dopo il pessimismo cosmico iniziale mi rincuora sempre, anche se l’idillio è presto compromesso.

Diciamolo, queste tecniche, seppur decisamente meno invasive delle altre, non è che siano totalmente indolore, soprattutto nelle zone più delicate, come dire: si fanno sentire. E qui arriva il bello. La seconda seduta (inguine, ndr) parte con tutte le migliori intenzioni, ma subito dopo il primi “biiip” della macchina, sui loro volti, sotto gli occhialini che riparano dai flash, leggo dolore misto sorpresa misto fregatura. “Ma non mi avevi detto che avrebbe fatto così male” e invece le avevo preventivamente preparate ma chissà quale fantasia stava oscurando le loro menti, assenti anche nel momento in cui mi sono premurata di avvisarle di arrivare con la zona da trattare appena rasata (sì, in questo caso il rasoio è concesso). Arrivano come madre natura le ha fatte e mi costringono a rasature killer quasi a secco. Ma spesso qualche pelo può scappare, e in quel caso non vi dico la puzza di bruciato!».