Stefanie è una scrittrice, ha 23 anni e vive a New York. Nonostante sia sessualmente attiva da quando è un’adolescente, non ha MAI raggiunto l’orgasmo. Una storia che ha molto incuriosito la giornalista di Refinery29 Sophie Saint Thomas, che l’ha raggiunta e intervistata per capire dalla viva voce di chi ci convive da una vita, cosa significa soffrire di anorgasmia

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«Il non-orgasmo per una donna può rappresentare una ferita per la sua identità sessuale», si legge sul blog della dottoressa specializzata in Ginecologa e Ostetricia Alessandra Graziottin. «Per capire il livello del disturbo è bene sapere da quanto si soffre di anorgasmia: se è presente da sempre (primario), o se si è presentato soltanto in un determinato periodo della vita (secondario)». Stefanie ha capito subito che qualcosa nella sua sessualità non andava, «a 17 anni mi masturbavo senza mai raggiungere sensazioni travolgenti, idem durante i primi rapporti sessuali, non sentivo niente», si legge su Refinery29. «Ho chiesto alla mia ginecologa di verificare che tutto fosse ok, e l’esito degli esami non ha evidenziato alcuna patologia».

Frustrazione fisica + frustrazione mentale = libido addio? «Mi è capitato di sentirmi profondamente in colpa con il mio partner perché dovevo continuamente ribadire che il problema non era lui, ma io. In passato però, non tutti sono stati comprensivi, c’è stato anche chi, impaurito, è scappato a gambe levate. È stato devastante».

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La soluzione a un intoppo simile non esiste. Esiste soltanto la forza disumana di una donna che, geisha per condanna e non per scelta, ricerca il suo piacere infinito in quello altrui. In un'attualità fatta di pratiche sessuali che lasciano a lei il potere assoluto (vedi alla voce Pegging) e di una sempre più evidente femminilizzazione dell'uomo, esiste una quasi verità: forse il piacere della donna è drammaticamente passato in secondo piano già da un pezzo. E l'anorgasmia non c'entra.

Stefanie non è una donna frigida, ama il sesso e prova piacere tutte le volte che resta da sola nella sua intimità. Il suo è un disturbo di tipo secondario che quindi non le permette di sentire fino in fondo ma comunque di sentire. Ma l’amore senza orgasmo è comunque amore? «Basta concentrarsi sulle sensazioni e le percezioni volano. Fare l’amore è soprattutto un atto spirituale e certe volte la connessione con il partner è così forte che raggiungere l’orgasmo è l’ultimo dei miei pensieri». Forse bisognerebbe riconsiderare il piacere del "viaggio" (alias i preliminari) invece di concentrare tutte le aspettative in un epico "arrivo" (alias l’orgasmo).