Ci si prepara con largo anticipo iniziando la pelle a trattamenti iper vitaminici e a menu esclusivamente a base di ingredienti colorati per strizzare la melanina fino all’ultima goccia. Per arrivare poi vicinissimi al sole e non lasciarlo più per il resto della vacanza. Obiettivo abbronzatura: raggiunto. Anche con un discreto livello di saturazione. Ma la parte peggiore arriva dopo, al rientro, quando, nostalgia e angosce a parte, restare colorati il più a lungo possibile diventa l’unico proposito. Per vedersi belli e seminare invidia. Ma per evitare frustrazione e ansia da pelle secca, è bene conoscere quanto l’abbronzatura possa effettivamente rimanerci tatuata addosso. La risposta? Nel ciclo vitale della pelle, contro cui nessuno può.

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Appena l’esposizione ai raggi solari si interrompe, l’abbronzatura gradualmente scompare, «il ciclo vitale della pelle è di circa 30 giorni, quindi il colorito si conserva per un mese al massimo», spiega il professore e specialista in dermatologia Antonino Di Pietro, «è questo il tempo necessario alla pelle per passare dallo stato basale allo stato corneo, per poi desquamarsi». Un mese di tempo dunque, ma che sia un mantenimento il più possibile lucente. Come fare? Parola d’ordine: idratare la pelle per evitare che si secchi troppo, soprattutto dopo la doccia, e limitare l’aria condizionata. Ps l’abbronzatura di coloro che non hanno contratto scottature (perché ha usato la crema solare!) avrà vita più lunga.