Dirty Dancing non era affatto Dirty. Non saranno state quelle due ruote a cielo aperto a rendere proibito il proibitivo. Non saranno state neppure quelle mosse con il bacino di pongo che Patrick Swayze dispensava in mezzo a ruscelli e pini a due ore di auto da New York City (sì la location, che esiste davvero, era tutt’altro che esotica). Di dirty in Dirty Dancing c’erano delle parole sussurrate. Ma che un telespettatore 16enne non sente affatto. La reazione a quelle frasi sussurrate alle orecchie erano i famosi volteggi e voli d’angelo. Il dirty talk, concetto molto anni Ottanta da segreteria telefonica e numeri proibiti - ma rintracciabili su qualunque ex Pagine Gialle - sembra essere tornato dopo un massiccio uso di emoji erotiche, chat di WhatsApp che abbiamo finto di aver letto, Tumblr erotici spiati per cogliere le fantasie sessuali di lui/lei. Se sul parlare dopo aver fatto sesso di è largamente discusso (e dei suoi effetti collaterali, poi…) il ritorno al parlato sporco, al dirty talk erotico per sopperire al chatting erotico su iPhone, era un fenomeno ancora più prevedibile. A indagarlo più recentemente è stato Marie Clarie Usa che ha contattato un’esperta non da poco, Dana Myers, fondatrice di Booty Parlor, un dardo infuocato nel sesso 3.0 (blog+e-store erotico). Eccessivo? No, parlare sporco, ammettere fantasie libidinose in mezzo a lenzuola inamidate è la risposta minimalista al mercato dei sex toys e trattamenti vaginali per amplificare il piacere. In pratica: meno gomma e più dialettica. «È davvero un modo per aumentare i preliminari ma soprattutto per ottenere quello che davvero desideri “subire” a letto» commenta serafica la Myers a MarieClaire.com.

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Il dirty talk sparito dai numeri XXX torna dunque nell’intimità delle coppie che non hanno bisogno di qualche oggetto di troppo per godere. Forse perché il dirty talk è l’unica cosa non instagrammabile, insta-storiabile, snapchattabile del mondo sesssuale? Il dirty talk potrebbe anche aiutare quelle coppie che non osano porre fine al rapporto sessuale (“troppo lungo” commentava la protagonista di questa storia). Peccato che l’altro lato della medaglia del dirty talk è quello di cadere facile-facile nel ridicolo. E non serve andare a vedere il sequel di 50 sfumature di grigio, 50 sfumature di nero (ma molto candeggiate). «Per non cadere nel ridicolo è altamente consigliato iniziare un sano dirty talk molto prima di finire a letto. Per esempio a cena, in contesti inaspettati» continua la fondatrice di Booty Parlor. E la reazione dovrebbe durare fino al cambio di vano (tavola-taxi-letto). Sì ma cosa si dice a letto? Letto reale non king size con al centro Kim Basinger? «Dovreste leggere un po'…di letteratura erotica. Ma non Harmony. Serve per rompere il nervosismo». Sempre meglio stare attenti, anche qui: più Milo Manara e meno E.L.James. Altro lato non molto apprezzato da chi si sente avvicinare e sussurrare all’orecchio sano dirty talks? “Queste sono frasi da p*****a non da fidanzata”. E via di silenzio stampa e sesso noioso. La Myers non ha dubbi: questo è un mito sessista da sfatare con il più dichiarato candore «dite quello che desiderate. Ditelo. E poi aggiungete quello che state per fare voi a lui».

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