La questione parte da lontano, ma non così lontano. Al centro lei, la riduzione del seno maschile: stanno davvero aumentando le richieste? Va bene, aspettiamo un attimo prima di scandalizzarci. Se infatti il cammino verso un sacco di traguardi femminili è ancora lungo, c’è una consistente quota di diritti culturali negati anche ai maschi. Mai sentito dire che un vero uomo non deve piangere mai? E che un vero uomo non deve indulgere troppo nella cura della persona? Tutto sbagliato. La libertà passa attraverso vari contenitori e il riconoscimento di uno permette di scoperchiarne un altro. Tutta questa premessa è bastata a scacciare dalle vostre teste i pregiudizi sulla medicina estetica per uomini? E ora che il terreno è arato, siete pronte (o pronti) ad accogliere un po’ di cifre? L’Italia, si sa, è fra i primi dieci paesi col maggior numero di interventi estetici annuali di cui la stragrande maggioranza effettuati sulle donne. La media degli interventi estetici maschili è però in crescita costante. I nasi, prima di tutto. Molti lo rifanno cogliendo l’occasione quando devono correggere il setto nasale storto, così si sentono meno in imbarazzo. Pare che più del naso aquilino, ai ragazzi non piaccia vedersene uno a patata.Poi c’è l’otoplastica, ovvero quella alle orecchie per chi reputa di averle troppo lontane dalla testa (sì, le famigerate “orecchie a sventola”). Poi una consistente quota di fan della liposuzione, soprattutto alla pancetta che non vuole calare nemmeno con 500 addominali, e qualche blefaroplastica per palpebre cadute. Ma una delle più gettonate di recente, un vero boom, è la mastoplastica. Sì, la plastica al seno, 26mila interventi effettuati solo negli Stati Uniti nel solo 2017. E come mai? Tutta colpa della ginecomastia.

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Ginecomastia: cos'è? Un’eccesso di tessuto mammario o adiposo sul petto maschile, una condizione abbastanza comune di cui non sempre si conosce la causa. Secondo i dati rilevati dalla struttura sanitaria americana Florida Hospital, questa condizione colpisce tra il 60 e il 90% i neonati, tra il 50 e il 60% i ragazzi in età adolescenziale, il 36% degli uomini compresi tra i 20 e i 49 anni e oltre il 70% degli uomini sopra i 50 anni. Alla fine degli anni 70 anche in Italia c’è stata un’alta percentuale di adolescenti con un seno quasi femminile e ghiandole ingrossate, e al tempo si trovò la colpa negli effetti a lungo termine di omogeneizzati ricavati da bestiame imbottito di estrogeni (che sono poi stati proibiti in Europa). Oggi, più che altro, molti uomini lamentano invece un eccesso di depositi di grasso (detto ginecomastia falsa). “La ragione principale del problema è l’alimentazione – spiega Renato Zaccheddu, chirurgo estetico tra i principali esperti italiani delle operazioni riguardanti la ginecomastia – poiché una dieta sbagliata porta ad un accumulo di adipe nella regione toracica ben più alta di quella che dovrebbe essere in media: questo coinvolge tutte le fasce d’età, compresi i giovani, anche gli adolescenti e ventenni. Secondo la mia esperienza il numero degli interventi è aumentato sensibilmente negli ultimi 15 anni: la pressione sociale e la cura del proprio corpo spingono sempre più persone a fare l’operazione. Spesso per chi soffre di questa condizione anche indossare magliette e camicie aderenti può risultare un problema perché si prova imbarazzo per il proprio corpo. L’aumento degli interventi è dovuto quindi anche ad una maggiore sensibilità sul tema”.

Nei casi di ginecomastia falsa è sufficiente una liposuzione: il grasso viene aspirato tramite una cannula proprio come per le gambe. Quando invece a essere in eccesso è il tessuto ghiandolare, bisogna procedere con un intervento simile a quello delle donne che devono ridurre il seno eccessivo per problemi di peso alla schiena. Quindi, spesso, con il taglio circolare intorno al capezzolo. In questo caso l'intervento è anche mutuabile, quindi gratis. Questa si pratica in anestesia totale, mentre per la liposuzione può essere sufficiente quella locale. La seconda non è mutuabile e ha un costo che si aggira fra i 2500 e i 5000 euro, a seconda dell'importanza. Questo intervento è definitivo e ha un decorso postoperatorio relativamente breve: “Se si interviene a maggio è possibile risolvere il problema – spiega Zaccheddu – e recuperare dall’operazione per arrivare in forma per i mesi di luglio e agosto. I tempi di recupero variano: è possibile tornare a lavoro già dopo pochi giorni dall’intervento qualora non si effettuino lavori che prevedano sforzi fisici eccessivi. Mentre per chi esegue lavori più pesanti è possibile rientrare sul luogo di lavoro dopo un paio di settimane. L’attività sportiva potrà essere ripresa dopo circa 3-4 settimane".


Infine, c’è chi invece di togliere vuole aggiungere. Così come le donne, anche un uomo può ricorrere alle protesi di silicone per ottenere dei bei pettorali. Ma se per le donne a volte non c’è alternativa, gli uomini possono farne a meno. Il sessismo non c’entra, se viene consigliata solo in casi eccezionali. Questo tipo di intervento drastico invasivo (non è un “ritocchino”) è preferibile infatti riservarlo a coloro che soffrono di anomalie congenite dei pettorali, come la Sindrome di Poland, ovvero la mancanza congenita di alcuni muscoli, tra cui il pettorale. Per tutti gli altri, non c’è nulla che qualche mese di palestra non possa risolvere (ed è anche più economico). Manubri e sudore rimarranno sempre la best practice per un mondo pieno di bei pettorali?