Potrò usare quel flacone di crema solare vecchia dell’anno scorso? Il dubbio è legittimo. La preparazione dei bagagli per le vacanze al mare è impegnativa, richiede nervi saldi e praticità. Dimenticare di mettere in borsa qualcosa di fondamentale è seccante (più del sole), qualcuno la prende veramente malissimo quando lo scopre una volta arrivato a destinazione. Non c’è bisogno di farne un dramma, certamente però, quello che può dare parecchia noia è dimenticare a casa i solari. Considerato che non è più come negli anni 70, che con una cremona al profumo di cocco acquistata al supermercato si spalmava tutta la famiglia dalla testa ai piedi – “c’è la crema o l’olio, scelga”. Oggi la consapevolezza che abbiamo degli effetti del sole (che scotta subito, danneggia poi), sapere MOLTO bene che la pelle del viso ha bisogno di protezione diversa da quella del corpo e il range degli Spf si è ampliato fino a 100 ci fa rispondere con più fermezza anche sulla scadenza delle creme solari.. Una buon kit antiscottature-antirughe-antimacchie diventa un investimento di una certa importanza. E allora se si trovano nella casa al mare i flaconi dell’anno scorso, l’odore sembra proprio buono e la consistenza idem? E sorge la domanda: posso usare la protezione solare dell’anno scorso? Proviamo a capirlo.

La prima cosa da fare è esaminare l’etichetta della crema solare dell’anno scorso per vedere se c’è una data di scadenza specifica. In genere i solari biologici la riportano sempre, mentre gli altri possono avere una sequenza numerica che si chiama Pao (Period After Opening) che bisogna saper leggere. In genere è una M seguita da un numero che significa dopo quanti mesi dall’apertura bisogna gettare il prodotto. Perché la buona notizia è che se un prodotto non lo usi ed è rimasto in luogo fresco e asciutto, la scadenza è molto lunga, anche un paio di anni. In linea di massima, però, un tubetto di crema aperta da un anno che hai portato in spiaggia e che è stato lasciato sull’asciugamano al sole, che ha delle tracce di sabbia nel tappo, e che abbiamo usato tutti i giorni, senza finirlo, non può più essere considerato sicuro, anche se odore e colore sono inalterati. Meglio dimenticarselo. Se invece si tratta di spray o di spuma, la possibilità che vi siano entrati dei batteri o che si sia alterato è più remota, quindi via libera. Se infine è una confezione doppia comprata l’anno scorso pensando che una sola non sarebbe bastata, ma che non abbiamo neanche aperto, tutto okay. A meno che… (sì, c’è un “a meno che”).

Una volta appurato quanto durano le creme solari, una volta verificato che il prodotto è integro e non è scaduto, c’è un'altra cosa da controllare: quale fattore di protezione ha? Lago di montagna o Caraibi? c'è differenza. Quindi, occhio: una fiduciosa Spf 20 che l’anno prima vi ha biscottato meravigliosamente e senza colpo ferie, quest’anno potrebbe costarvi una scottatura. Altro fattore: l’anno scorso eravamo (ehm… ) diverse. Nel giro di un anno possono cambiare molte cose: si può avere appena avuto una gravidanza (o essere ancora in attesa), si può andare in menopausa, si può aver iniziato a prendere la pillola. Si può aver fatto un trattamento di medicina estetica, come un peeling. Sono tutte condizioni che cambiano le carte in tavola. Gravidanza, pillola e menopausa alterano lo stato della pelle, che può reagire in modo diverso dal solito. Ad esempio, macchiandosi. O seccandosi molto di più l’alterazione degli estrogeni. Per cui c’è bisogno di un prodotto molto idratante e, se non l’avete mai usato, anche antimacchia. Chi si è sottoposto a un trattamento di medicina estetica invece farebbe bene a non barare: se il medico ha detto “niente sole se non con un Spf 100”, dategli retta. Cosa succede quindi, se ce ne infischiamo e andiamo al sole con una crema scaduta o alterata? Non muore nessuno, ma ci si potrebbe rovinare la vacanza con un bell’eritema, se è guasta. O con una scottatura per l’assenza del fattore di protezione, evaporato. Vale la pena rischiare tanto per una crema solare vecchia?