Unlimited, così si chiama il padiglione dedicato alle opere più "imponenti" di Art Basel 2018, dal 14 giugno al 17 giugno, a Basilea. Un percorso tra pezzi del passato e opere nate per la manifestazione d'arte più importante d'Europa. Tra le settantadue installazioni, sculture giganti, video, murales e performance artistiche frutto dell'estro di artisti famosi ed emergenti, spiccano anche le tre creazioni nate per celebrare il lancio della nuova Skin Caviar Premiere di La Prairie (nei punti vendita a settembre). Il brand deluxe, da sempre sostenitore dell'arte e dei giovani talenti, ha infatti scelto l'artista ventisettenne, svizzera, Manon Wertenbroek che si serve della fotografia come mezzo per flirtare con diverse forme d'arte, per interpretare il "remaster" dell'iconico soin. «Mi piace mixare arti diverse, come l’incisione, la fotografia, la pittura e l’installazione. Ma termino sempre con una fotografia che sembra un dipinto», spiega Wertenbroek.

Niki de Saint Phalle ad Art Baselpinterest
Courtesy La Prairie
Un’opera della scultrice Niki de Saint Phalle dove spicca l’iconico blu cobalto. Lo stesso usato per i pack di La Prairie Skin Caviar e fonte di ispirazione delle opere di Manon Wertenbroek.

Il design, il lato scientifico, l'indulgenza, queste le tre sfaccettature rappresentate dalla giovane artista in un continuo dialogo con la celebre scultrice franco-americana Niki de Saint-Phalle: «Non aveva paura di dire le sue idee a voce alta e aveva questo approccio istintivo verso l’arte e verso il fare arte. E anche un potente uso dei colori e delle forme», prosegue Manon Wertenbroek. Il suo celebre blu cobalto ha ispirato il colore dei preziosi vasi contenenti le formule a base di caviale. «Gli specchi, l’autoriflessione e il ritratto: questi sono i temi collegati alla nuova Skin Caviar Premier. La sfida più grande è stata lavorare con quella sfumatura di colore, perché è molto forte e la luce intensa. Un colore dal lato nostalgico, che ho cercato di approfondire attraverso le mie creazioni. E' anche il colore dei sogni, della scoperta e della verità ed è anche collegato alla nostra introspezione», afferma Manon Wertenbroek.

Manon Wertenbroekpinterest
Courtesy La Prairie
Le tre opere di Manon Wertenbroek esposte ad Art Basel 2018.

Cos’hanno in comune arte e bellezza?
La parte scientifica, quella di investire tempo e forze su molti esperimenti prima del raggiungere il risultato migliore. E la tecnologia, la continua ricerca nel testare materie innovative. L'arte come la bellezza ha una fortissima connessione con le emozioni.

Blue Portrait di Manon Wertenbroekpinterest
Courtesy La Prairie
Blue Portrait di Manon Wertenbroek: "Non ha tratti definiti, ma si riconosce un bel taglio di capelli. Racconta più di come ci auto-definiamo, quando si parla di standard di bellezza".

In cosa sono invece due mondi opposti? Nella bellezza devi essere costante, preciso, disciplinato. Nell'arte invece si può essere più creativi, non segui degli step pre-definiti. In più l'arte non deve necessariamente essere "bella".

Qual'è oggi il "caviale" nell'arte? Quello che rende prezioso il tuo lavoro? Sono l'input e l'onestà che ognuno mette nelle proprie creazioni, deve essere un pezzo di espressione personale che trasmette sentimento.

Quali sono le tecnologie che oggi hanno cambiato il modo di “fare arte”?
Oggi la tecnologia facilità l'arte, ma a volte la può rendere più fredda. L'importante è trovare l'equilibrio tra i due mondi.

Cosa rappresenta oggi la donna morbida e colorata delle sculture di Niki de Saint Phalle?
Credo che sia un messaggio universale e senza tempo.

Mirrors di Manon Wertenbroekpinterest
Courtesy La Prairie
Mirrors di Manon Wertenbroek: "Parla dell’oggetto effettivo e reale, e del suo aspetto simbolico e onirico."

Cosa rende un’opera d’arte eterna?
La sincerità, cioè quanto sia connessa con chi l'ha creata. Quando parliamo di un capolavoro, l'artista non sa che diventerà "eterna". L'aspetto che rende il suo lavoro universalmente apprezzato è il legame con l'emozione che provava nel momento in cui l'ha realizzata, e che ancora oggi trasmette a chi la ammira.

Le donne cercano sempre di più di “invecchiare” bene e non di sembrare più giovani. Anche i messaggi la femminilità nell’arte è cambiata?
Si sta evolvendo, anche se ci sono ancora molti stereotipi e discriminazioni. Diciamo che c'è ancora molta strada da fare per raggiungere l'uguaglianza tra sessi.

A cosa ti sei ispirata per le tre opere?
Dall'aspetto degli specchi collegati alla Skin Caviar Premiere: ci si può riflettere per vedere un'immagine "sociale", cioè come ci si presenta al mondo, ma dall'altra è collegata alla propria identità, cioè a chi sei davvero.

Oggi ti guardi allo specchio e vedi? Una giovane artista che vuole essere forte, ma che si deve anche adattare. Voglio sembrare più vera possibile.