C’era una volta l’isteria femminile, i metodi meccanici per calmarla e poi gli oggetti rubati al museo di scienze naturali. Il tutto avrebbe potuto dare vita a una sequela di errori e cliché legati alla masturbazione femminile. Avremmo potuto credere a lungo che tra un dildo dalla pigmentazione verosimile e un vibratore a forma di coniglio - sponsorizzato dalla pentita Sarah Jessica Paker - avremmo scelto il secondo, perché divertente, goliardico e meno bitchy. Poi come insegna il mondo della rubinetteria (perché di idraulica trattasi) il concetto di turgido e barocco ha abbandonato la toilette femminile per votarsi a rubinetti, manopole, sciacquoni sì ma minimalisti. Come se il bagno non avesse scheletri da nascondere e il bidet fosse perennemente in lizza per il compasso d’Oro. Poi, 15 anni fa, il mondo dei sex toys ha iniziato un nuovo corso che ha - metaforicamente - tirato lo sciacquone su tutti i rischi di cui sopra. In Svezia nasceva la prima azienda di sex toys che prendeva un vibratore e ne cambiava i connotati. E performance. Ora è una potenza che si basa su “intuito, persone iper specializzate, feedback dei clienti stessi” ci racconta Luka Matutinović, Global Marketing Director di Lelo, l’azienda che in 15 anni è entrata nei musei, nei concept store più hype (vedi Luisaviaroma.com) ha reso voluttuosi e limited edition vibratori che dagli scantinati dei sexy shop neri, sado e vade/retro ora presenziano nelle to-do-list di chi arreda casa insieme alle lampade dei veri compassi d’Oro. Okay ma come è costruito un vibratore? Un vibratore di design mette meno in imbarazzo di un vibratore che riproduce un fallo tout-court? “Abbiamo percorso una lunga strada e forse questo cambio di attitude e imbarazzo è dovuto anche al design, certo.

Un vibratore che non sembra un vibratore ci mette meno in imbarazzo nell'usarlo?

Poco prima che LELO lanciasse il suo primo prodotto, nel 2003, le forme falliche erano all’ordine del giorno, così come le forme di animali e le poco accattivanti palline pelviche di allora…Gli oggetti per il piacere sono gadget molto intimi: ma se è qualcosa solo per te non è forse una ragione in più per scegliere che sia esteticamente bello? Imperativo del nostro brand: dal primissimo, il LILY all’ultimo simulatore di sesso orale ORA 2 che è stato il primo prodotto per adulti ad aver vinto il Leone di Cannes 2018 per la progettazione, i nostri prodotti sono oggetti d’arte” rassicura Luka.

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La nascita di Lily primo vibratore dell’azienda fondata nel 2002.

Nel mezzo di strada ne è stata fatta, tanta. E ora i progetti sono progetti d’arte che costano, sia chiaro: la valigetta limited edition per i 15 anni di LELO sfiora i 10 mila euro (con inserti d’oro rosa 18 carati, set di 12 oggetti del piacere dalle manette ai vibratori best seller del marchio) è prodotta solo in 800 e 200 pezzi a seconda del colore (nero e rosa) e alza l’asticella del collezionismo. Come il mondo dell’arte? Oh, sì. Ma se la più raffinata collezione BDSM si snoda tra oggetti antichi nella concezione di libido, dal frustino telescopico allo spanker con impugnature gioiello, la generazione Millennials ha decisamente cambiato le carte in tavola parlando MOLTO apertamente di quello che è la masturbazione femminile oggi (basti pensare al progetto tra sacro e profano su Instagram, Virgin&Martyr).

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Uno dei 12 pezzi contenuti nelle speciali valigette della collezione Anniversary di Lelo per i suoi 15 anni

Non è un caso che il best seller dell’azienda in questi mesi sia diventato il SONA, una rivoluzione sessuale in lattice fatta e finita. È un sex toys creato, pensato, collaudato per le donne in solitaria. In tutto e per tutto: è un caso virale che non conosce riviste di settore, ma per la sua “progettazione durata due anni con un sistema di onde interne e design impeccabile” racconta il Global Marketing Director “questo oggetto è il punto d’arrivo di tutta l’esperienza di LELO, le sue vendite hanno abbattuto tutti i record precedenti”. Il motivo è anche nella campagna molto poco erotica e molto American Apparel style (quindi super erotica): una comunicazione plateale per un oggetto intimo che per una volta abbandona il Sacro Graal dell’orgasmo vaginale e celebra il clitoride, meta che una donna può raggiungere in solitaria. Ops.

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Una postazione del montaggio nella fabbrica LELO

La generazione Millennials che rende virale un vibratore per clitoride è la stessa che ha reso virali i tutorial su Youtube per costruire un vibratore casalingo. In mezzo cosa c’è che ha permesso a un’azienda di sex toys di sopravvivere, crescere, esplodere? Ci sono “gli atteggiamenti sessuali che stanno mutando in tutto il mondo. E sì, noi ne facciamo parte” confessa entusiasta Luka “il piacere personale viene sempre più ampiamente discusso e accettato in tutti i paesi progressisti. Il 2018 è stato un grande anno per i sex toys e il clima politico che circonda la sessualità in generale. A parte gli sconvolgimenti in atto nel panorama del femminismo e delle relazioni di genere, che continueranno ad avere un impatto crescente negli anni a venire, ci sono stati molti progressi tecnici”. Un paio di anni fa una delle testate più storiche sul tempo libero e la casa, The Good Housekeeping, aveva commissionato un test prodotto alle sue lettrici che solitamente raggiungono il sito per consigli su come rendere bianca una t-shirt ingiallita: il test prodotto era un vibratore. Le review sono state più puntuali ed efficaci di qualunque post di una sex blogger. Tutte le donne hanno raccontato di piaceri e utilizzi molto diversi. E alè altro cliché massacrato a colpi di libido wi-fi.

Dopo 50 sfumature di Grigio per 2 anni le palline pelviche sono state il nostro bestseller

“La cosa che impari stando nel settore è che non esiste un piacere uguale per tutti. Piuttosto ogni sex toys è progettato per un certo tipo di utenti, dopo anni a studiare chi li usa, a che ora del giorno, in che modo, ora agiamo quasi di intuito: dalla linea del prodotto in primis” taglia corto Luka. Dagli oggetti che possono sembrare dispenser per il sapone liquido ai telecomandi wireless negli ultimi dieci anni la maratona alla liberalizzazione del sex toys è stata lenta ma costante “lo sviluppo dei giocattoli sessuali è spesso guidato dalla tecnologia e come tale, c’è una tendenza verso prodotti più intelligenti, smart, con migliore connettività, app per smartphone inclusa. Certo ci sono tendenze al pari della moda: per esempio dopo l’uscita della saga di 50 sfumature di Grigio per due anni le palline pelviche sono state tra i nostri prodotti più venduti. Le vibrazioni wireless per la coppia con tecnologia SenseMotion sono diventate virali…“.

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Gli albori dell’attuale casa di sex toys più cool del pianeta

Vibriamo connesse e sconnesse dai temibili vibratori che, nel loro scimmiottare organi umani non presenti, rendono l’amplesso una battaglia a volte disastrosa. Prediligiamo le linee ergonomiche toccate al pari di ottimi braccioli delle sedie da ufficio (le migliori s’intende) ma c’è un dettaglio che potrebbe portarci alla prima riga di questo articolo: le varianti colore più vendute, quindi quelle sulle quali si concentra di più la produzione, sono o rosa confetto (senso di colpa vattene) o nere liquirizia (senso di colpa ritorna presto). Poco o niente scampo per viola, lime, azzurro cielo. Scelte freudiane neanche troppo velate?