Semplicemente sono cresciuta in una casa senza bilancia. Da piccola la vedevo dalla pediatra, da ragazzina la incontravo per le visite mediche scolastiche, da over 30 la ignoravo. Conosco il mio peso dai miei sbalzi di jeans comprati online, jeans che mi impongono spesso una revisione della voce “guida alle taglie”. Mi concedo molti lussi culinari, mi obbligo agli sport più divertenti (corsa, jamais) ma non conosco davvero il mio peso. In un giorno di blu profondo pre-ciclo ho deciso di rispondere al richiamo dell’Amazon Prime Day. Commercialmente valido, moralmente immorale. Vuoi non avere una bilancia elettronica che non dice nulla ma - nel caso - racconta tutto di te? Scelgo la bilancia che mi faccia pesare il meno possibile la scelta di averne una dopo una vita senza. Come nei saldi low-cost (carissima commessa di H&M per sempre grazie dei trucchi) anche qui mi impongo un range di prezzo ampiamente sotto i 39 euro. Buona sì ma non snob: già deve condividere la mia toilette, ci mancherebbe pure che la bilancia pesapersone si dimostrasse troppo patinata con il suo vetro temperato e la sua silhouette acciughina. Quando arriva, 12 ore dopo il mio click to buy, lei è sottile per design, acuta per potere di marketing. Sulla finestra di vetro che indica il peso corporeo in chilogrammi la casa di produzione ha sapientemente apposto un adesivo fake per indicare un peso indicativo: 53,1 kg.

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Deik pesapersone digitale elettrica alta stabilità in vetro temperato con LCD schermo incluso metro con nastro (19,99 su Amazon.it).

Quando avevo scorso le altre bilance elettroniche competitor agguerrite della mia, non avevo minimamente osservato la sequela di messaggi subliminali che mi mandavano. 46.7, 54.2, 52.5. Okay, i decimali serviranno per indicare l’assoluta precisione della bilancia, ma il numero precedente è un invito alla prova costume…che non c’è più? Se scorro la mia lista di oggetti comprati su Amazon pochi mesi prima trovo: costumi neri interi per donne curvy, set di acqua da 0.5 per portami l’acqua zenzero e limone ovunque senza stimolare il nervo sciatico (1.5 litri ne parliamo un’altra volta), e-book per viaggi molto lontani, Birkenstock bianche per vacanze in Salento. La bilancia che mi indica il peso dei miei 18 anni, no, non era forse tra le scelte più in linea con i miei guilty pleasure e-commerciali. La bilancia fa dimagrire? Controllare il bilancio economico del proprio corpo è davvero uno stimolo per migliore il proprio lifestyle, AKA, bere meno alcol, togliere lo zucchero che crea insonnia pura, uscire di casa senza smartphone conta passi e ruba idee?

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Omron VIVA Bilancia Diagnostica Smart Bluetooth App Omron Connect, dispositivo medico clinicamente validato per misurare il tessuto adiposo (99.99 euro su Amazon.it)

Me lo domando ogni volta che ci salgo sopra, con molta meno frequenza dei buoni propositi iniziali: non ho buttato l’adesivo che mi ha riportato a quel peso specifico di illusione (53,1), lo guardo apposto all’angolo della bilancia mentre leggo di Lena Dunham che ha messo a confronto la se stessa dimagrita con la se stessa ingrassata. Su Instagram la sua morale della favola è diventata virale in poche ore. Non pontificherò sulle maison dell’elettronica che spingono le donne a cercare un peso corporeo specifico al limite del body shaming. Perché io la bilancia l’ho comprata eccome. E a quei 53 chili ho guardato con estrema attenzione. Poi nella spesa Prime di pochi giorni dopo ho sfogliato tutto il catalogo food, senza risparmiami certo sul reparto colazioni dolci del mattino. Pensiero: le donne sono le maggiori acquirenti di bilance per il peso-paranoia e quindi si va di numeri sempre e solo sotto i 55 chili e non si sfiora mai il tetto degli 80 chili maschili? Personale risposta & Morale della mia favola: applicate qualunque finto-peso su qualunque bilancia elettronica in offerta. Più il cartello indicherà un numero basso più il bilancio delle nostre spese online sarà bilanciato tra l’ottima vita e il discutibile marketing. Sorry per la precisione decimale.