Okay, un test mensile del sangue mestruale potrebbe salvarci la vita. Sì, ogni tanto arriva una buona notizia dal fronte di prevenzione delle malattie femminili, anche le più gravi. Questa bella novità l’ha svelata il MIT Technology Review, la rivista scientifica del prestigioso istituto internazionale (nella sede di Boston c’è anche la nostra Lisa Barsotti, vincitrice dell’Oscar della scienza) che ha fornito gli aggiornamenti sul Menstrualome, un tampone speciale che, usato durante il ciclo, segnalerà se c’è qualcosa che non va. Una sorta di biopsia naturale. La compagnia che si sta occupando dello sviluppo e della sperimentazione del Menstrualome si chiama NextGen Jane ed è specializzata nella cosiddetta “femtech”, la tecnologia medica che si occupa del corpo delle donne. Secondo quello che spiega The Cut, che ha ripreso e approfondito la notizia, questo dispositivo medico sarà simile al 23andMe, il famoso test con cui, prelevando un campione della propria saliva, si possono scoprire tutte le etnie degli antenati che sono presenti nel proprio dna. Solo che a essere testato sarà il sangue mestruale, “qualcosa di altamente sottoutilizzato e poco esplorato che potrebbe invece dare una svolata alla salute riproduttiva delle donne”, dice Ridhi Tariyal, uno dei fondatori di NextGen Jane.

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Secondo The Cut, il Menstrualome, sul cui sviluppo sono stati investiti più di due milioni di dollari, svelerà malattie che spesso non vengono diagnosticate, come l’endometriosi che viene a volte scambiata dai medici per altro, e che per molte donne è invece un disturbo quasi invalidante. Ma darà anche indizi importanti sull’ovaio policistico, sulle infezioni sessualmente trasmissibili e, anche con anticipo, sullo sviluppo di alcuni tumori. Persino su alcune cause comuni di infertilità, di cui fa parte anche l’endometriosi. Esattamente come per il test genetico, il tampone con cui si preleva il sangue mestruale viene spedito al laboratorio da cui poi si ricevono i risultati. Al momento alla NextGen Jane stanno reclutando volontarie disposte a provare per prime questo metodo non invasivo che, da come dicono, potrebbe mandare in pensione il pap test. Forse la scienza, in questo periodo, non sta vivendo esattamente il momento di popolarità più alto della sua storia. Persino Alxandria Ocasio-Cortez ha usato la parola “Big Pharma” nel suo j’accuse virale al Congresso Americano. Ma la medicina se ne infischia. E continua a occuparsi di noi.