La depilazione fuori controllo di Lourdes Ciccone nel 2017, scelta/voluta/esibita forse per emulare Mamma Madonna che a sua volta aveva postato un selfie con ascelle folte nel 2014, ora è in buona compagnia. Okay di recente a mettere in bella mostra una ceretta mancata è Nike Women che qualche giorno fa nel feed Instagram ha postato una foto della cantante, artista e modella nigeriana-americana Annahstasia Enuke con un braccio alzato mostrando l’ascella non depilata.

instagramView full post on Instagram


Nel 2019 il post ha (ancora?) scatenato una guerra di commenti al vetriolo. Se alcuni commentatori si sono dichiarati "schifati" dall'immagine altri hanno ringraziato il brand Usa per aver sostenuto la bellezza naturale. E insieme alla valanga di commenti torna caldo il tema "depilazione sì o no?". "Il passaggio alla rimozione dei peli è iniziato in parte a causa di Darwin e delle teorie sull’evoluzione, la razza, lo sviluppo e le differenze tra i sessi. Gli scienziati hanno supposto che una chiara distinzione tra maschile e femminile indicasse uno sviluppo antropologico superiore in una razza”, scrive Nadine Ajaka su The Atlantic citando Plucked: A History of Hair Removal di Rebecca Herzig.

Facciamo un passo indietro. Quando e perché l'essere umano ha cominciato a liberarsi dei propri peli? Secondo la "storia della depilazione" gli uomini e le donne delle caverne si depilavano e molto perché con gli acquazzoni che li coglievano d’inverno, mentre cercavano cibo, i peli si congelavano e provocavano dolorosi geloni, più fastidiosi dell’alternativa: rasarli con conchiglie o denti di belve affilati. Dall'età della Pietra all'era del laser sono stati utilizzati svariati metodi di (d)epilazione che vanno dalle creme depilatorie comprese quelle letali all’arsenico alla bruciatura tramite candela fino ad arrivare al rasoio, inventato nel 1770 dal coltellinaio francese Jean-Jacques Perret.

Nel Novecento i peli sono diventati ripugnanti per le donne americane della classe media che se ne liberavano per distinguersi dalle donne delle classi inferiori. Negli anni Sessanta quasi tutte le donne americane tra i 15 e i 44 anni si radevano regolarmente le gambe. Poi arrivarono gli anni Settanta e lasciare liberi i propri peli divenne un atto femminista e politico. Ci fu poi Julia Roberts che nel 1999 alla première di Notting Hill si presentò avvolta in un abito rosso senza maniche di Vivienne Tam e folte ascelle. Nonostante (anche) Drew Barrymore, Paris Jackson, Gigi Hadid, Willow Smith, Miley Cyrus, Amandla Stenberg, la blogger americana Morgan Mikenas e Adidas attraverso le gambe irsute della modella svedese Arvida Bystrom abbiano rivendicato il sacrosanto diritto delle donne a dire addio a ceretta e rasoio il pelo in vista continua a essere per molti un tabù.

Notting Hill World Charity Premierepinterest
Mark Cuthbert//Getty Images

Oggi la crescente affermazione della fluidità di genere lascia aperte le porte del libero arbitrio: (man)tenere o meno i peli è una scelta e chi combatte a braccia tese, e non per forza glabre, la vergogna di mostrarsi al naturale non si stanca di ripeterlo. Depilarsi le ascelle non è né necessario, né igienico, né obbligatorio, né rende le donne più adeguate e/o meno vulnerabili. Siamo nel nuovo millennio, basta con il #BodyShaming. O no?