Trasmesso il 15 maggio su France 2 alle 21 il film Moi, grosse racconta la vita di Raphaëlle (Juliette Katz), 30enne discriminata a causa della sua obesità e che lotta contro la grassofobia. A scuola veniva chiamava Biggie, da adolescente veniva presa in giro perché obesa, ora da adulta la discriminazione delle persone in sovrappeso continua a perseguitarla. Mentre fa animazione in un centro ricreativo viene accompagnata verso l'uscita perché "spaventa i bambini". Questo è l'inizio di Moi, grosse - la protagonista è la youtuber e autrice Juliette Katz - ispirato a On ne naît pas grosse, libro autobiografico di successo di Gabrielle Deydier (Goutte d'Or, 2017).

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Moi, grosse è una delle prime rappresentazioni che parlano di grossofobia. Era ora. Una migliore rappresentazione delle persone obese aiuta ad aumentare la loro visibilità, soprattutto perché l'intolleranza sociale verso di loro può spingerle a isolarsi. Questo è il caso del personaggio di Raphaëlle che, disprezzata per anni, ha rafforzato il proprio temperamento. La si vede cadere in disgrazia respinta da qualsiasi azienda. Secondo una consulente del centro per l'impiego, che fa parte dei suoi ex torturatori del liceo, l'unica soluzione per trovare un nuovo lavoro è perdere peso. Raphaëlle incontra un potenziale datore di lavoro che le offre un posto se entro tre mesi perderà 40 kg. La trama ruota intorno a questa sfida: cederà a questa orribile richiesta e si farà applicare un bendaggio gastrico?

La ragazza si arrabbia per ogni ingiustizia o una mancanza di rispetto nei suoi confronti. Legittima e sana, la sua rabbia è il filo conduttore della storia. Crea una distanza con gli altri, chi non è in grado di mettersi in discussione. Fino a quando Raphaëlle deciderà di aprire un canale Youtube per condividere la propria rabbia. Juliette Katz, che interpreta Raphaëlle, è una youtuber anche nella vita reale. Cantante e attrice si è fatta conoscere attraverso il suo canale Coucou Les Girls dove carica divertenti video che ritraggono alcuni momenti della sua vita quotidiana e del mito della donna perfetta. Lo scorso marzo, però, Juliette Katz non aveva voglia di ridere. In uno dei suoi video ha raccontato la persistenza dei commenti e dei comportamenti discriminatori che ha dovuto subire nel corso della vita. "A 30 anni, lo vivo ancora!". Essendo già da tempo una rappresentante della lotta contro la grossofobia in Francia, Juliette è stata l'interprete perfetta per Raphaëlle.

Il film a volte però si allontana dalla realtà. Pensiamo in particolare a quando l'uomo con cui ha un rapporto sessuale le fa un discorso paternalistico e semplicistico per scoraggiarla dal sottoporsi a un intervento chirurgico e lei non reagisce, o quando al ristorante Raphaëlle toglie il piatto a una bambina sovrappeso dandole in cambio un bacio sulla guancia. Nonostante alcune lacune, legate al fatto che Moi, grosse ha il difficile compito di aprire la strada a film più inclusivi verso le persone in sovrappeso, la pellicola riesce a mostrare la complessità della relazione di Raphaëlle con il proprio corpo: non si vergogna di essere obesa, rivendica il diritto di avere un posto come gli altri e si arrabbia con chi le va contro o la sminuisce.

DaMarie Claire FR