Il primo andò malino, il secondo è appena arrivato. Di Viagra femminile si continua a parlare da anni, l’industria farmaceutica non demorde, la ricerca della medicina rosa perfetta (non si sfugge dai colori canonici) che possa migliorare il desiderio sessuale delle donne sembra essere il nuovo Sacro Graal della medicina. Ci hanno provato con l'Addyi, il primo equivalente del viagra per donne, e i risultati non sono stati granché. Tanti effetti collaterali, vendite tiepide e un progressiva scomparsa dai radar dell’efficacia non hanno scoraggiato nuovi studi per risolvere medicalmente l'abbassamento della libido femminile. E, sulla scia delle potenti scene di sesso (a volte non proprio consensuale, va detto) di Game Of Thrones è arrivato il nome del nuovo viagra femminile Vyleesi, farmaco appositamente studiato per il trattamento del low sexual drive (la meravigliosa locuzione inglese è del New York Times) e fresco di approvazione per la commercializzazione da parte della Food And Drug Administration.

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Courtesy AMAG

Il nuovo Viagra per donne non sarà in pillole come il precedente, e anche il principio attivo è diverso. Vyleesi è a base di bremelanotide, può essere assunto tranquillamente anche dopo una cena e bicchieri di vino ed è realizzato come una epipen, simile a quelle che si usano per le iniezioni di insulina. E il principio è lo stesso: una puntura (alla gamba o all’addome) circa 45 minuti prima di fare sesso (quindi c'è tutto il tempo che serve per lunghi preliminari). Sulla carta, spiana spudoratamente l’appetito sessuale femminile. In realtà, le dolenti note ci sono eccome: la compagnia produttrice AMAG non ha ancora fatto sapere a quanto ammonterà sul mercato il costo del Viagra femminile di loro produzione, né se Vyleesi verrà coperto (fosse anche parzialmente) dalle assicurazioni sanitarie americane, come avviene per i farmaci per la cura della disfunzione erettile. Primo campanello d'allarme: parliamo di fisiologia maschile nel calo della libido, ben diversa da quella femminile.

Inoltre, riporta sempre il NYT, sull'efficacia persistono parecchi pareri contrastanti. Di effetti collaterali in Vyleesi ci sono eccome. Non come quelli che avevano determinato l’insuccesso dell’Addyi, ma nemmeno minori. Nei trial clinici il 40% delle donne ha avuto sensazioni di nausea forte, tanto da spingere il 18% delle partecipanti ad abbandonare direttamente il trial a causa dello spiacevole risvolto. E ci sono stati anche casi, per quanto rari, di macchie diffuse su genitali e sul corpo che non sempre sono sparite dopo la fine del test clinico. Resta valida poi la raccomandazione di non assumere farmaci per il desiderio sessuale se si hanno patologie cardiovascolari, cosa che unisce uomini e donne.

I dubbi sull’efficacia del nuovo Viagra femminile restano, nonostante tutto. L’accoglienza pubblica della notizia non è stata granché, malgrado la spinta della lobby farmaceutica, e la decisione di trattare con medicine ancora poco stabili certe condizioni complesse come il calo del desiderio femminile (che non è così meccanico come quello maschile) non sembra essere molto apprezzato dai sessuologi USA. “Vale la pena notare che un livello accettabile di libido è influenzato a livello sociale” ha chiarito la dottoressa Adriane Fugh-Berman, esperta di marketing farmaceutico nel dipartimento di fisiologia e farmaceutica dell’università di Georgetown. “Far sì che le donne si disinteressino del brutto sesso che fanno è un obiettivo che desta sospetti”. Il problema del calo del desiderio femminile e maschile esiste, questo non si mette in discussione. Ma se l’ipotetica cura non passasse dai farmaci, bensì da sesso migliore e maggiore consapevolezza di cosa piaccia al proprio corpo, scoprendo se stessi/stesse con vibratori, vari tipi di sex toys all'avanguardia, e stimoli che possono venire da qualunque parte? Non è che nell’ansia di equiparare uomini e donne si spazza via la prima vera regola del provare piacere, ovvero la conoscenza del corpo?