Ora è sparita dalla circolazione, ma fino a qualche tempo fa, a Roma, la chiamavano “Asso Pigliatutto”. E, sì, il nomignolo era molto malizioso. Era giovane, meno di 30 anni, e se ne stava appostata tutte le sere in un bar di Piazza Venezia ad attendere qualcosa. Parecchi la scambiavano per una prostituta, ma non lo era affatto. Non era depressa, né squilibrata. Se un’altra donna si avventurava a farci amicizia e a prenderci confidenza, lei raccontava con candore che era a caccia di qualcosa che non aveva mai provato: un uomo che le facesse provare un orgasmo. Invece di chiedersi se ci fosse qualcosa che non andava in lei, non necessariamente un difetto fisico, continuava a cercare il principe azzurro cambiandone uno ogni sera, inutilmente.

“Tanto questa non è la mia città, nessuno che conosco verrà mai a saperlo”, rideva.

Incurabilmente sincerità, la ragazza non reggeva il paragone con le sue amiche per non aver mai provato questa esperienza, ma la cercava nel modo sbagliato. Chissà se poi ha trovato qualcuno che, amorevolmente, ha esaudito il suo desiderio? Sicuramente, non incontrato in un bar. E chissà se leggendo che si festeggia anche la Giornata Mondiale dell’Orgasmo, ovunque sia, quella ragazza pensa a quel periodo un po’ – molto – surreale? “Ormai fanno veramente la giornata mondiale di tutto, anche l’orgasmo!”, ride Manuela Falorni, ex pornostar del periodo d’oro dell’hard core anni 90 (col nome d'arte Venere Bianca). Ha più nozioni sull’argomento di qualsiasi sessuologo e non a caso, al tempo, chiamava i suoi fan "orgasmini". Oggi gestisce la palestra Project Woman di Viareggio, dove viene ingaggiata come personal trainer individuale (“niente cose di gruppo”, dice). Ma siccome non fa mistero con nessuno del suo passato, succede che amici, curiosi - e anche giornalisti - le chiedano sempre di tornare ai tempi in cui girava i film, per farle vuotare il sacco su tante cose. E fra queste: “ti capitava di provare orgasmi sul set? E di doverne fingere? C’erano scambi di consigli/trucchi fra colleghe?”. E lei, con pazienza, ma anche divertendosi, incrocia le lunghe gambe da fenicottero, e inizia a raccontare.

Sui social è tutto un “di me non s’è mai lamentata nessuna”


“Non so le altre, ma io ho sempre cercato di essere me stessa sul set per cui mi è capitato di provarne, di orgasmi. Credo che essere se stessi sia una strategia vincente anche sul set a luci rosse. È vero però che in un film di quel tipo, l’orgasmo che interessa di più al pubblico è quello dell’uomo, poco quello della donna perché si può intuire, udire, ma non vedere, mentre quella dell’uomo, beh, è un po’ più vistoso. E poi è il clou della scena. Ricordo un set con una collega straniera super premiata – non dico il nome, non è carino – che durante gli stop delle scene, quel giorno, non era di alcun aiuto per i due attori che erano con lei. Aiuto per non farli diciamo così, avvilire, cosa che di solito si fa lasciando che continuino almeno a carezzarti a telecamera spenta. A parte che rimanemmo sul set tutta la notte per finire la scena, perché i ragazzi a ogni ‘ciak: azione!’ dovevano ripartire da zero, quando è arrivata la scena dell’orgasmo lei ha fatto una smorfia così disgustata che il regista, il famoso Mario Salieri, è andato su tutte le furie, e il giorno dopo le ha fatto ripetere tutto. Giusto per far capire quanto sia importante quel particolare momento, nel cinema hard. La cosa fondamentale”.

Perché fingere: per chiudere la cosa e via? Allora chiudila prima e basta.

Curioso, perché nella vita vera, invece, gli uomini ci tengono tantissimo a vantarsi che la propria compagna abbia raggiunto l’orgasmo. Sui social è tutto un “di me non s’è mai lamentata nessuna”, “con me vengono tutte”. Ma nel film porno, no? “Nel film gli spettatori si devono identificare col maschio, non con la donna”, spiega Manuela. “Il porno, di base è man friendly, per non dire maschilista. Nel privato, senza generalizzare, l’uomo che ama la propria donna è contento del suo piacere, ma per tanti è una vittoria, è un’ulteriore conferma della propria virilità”. E le donne che fingono l’orgasmo? Negli anni 90, quelli in cui Manuela girava i suoi film, al cinema Meg Ryan ne simulava uno destinato a entrare nella storia del cinema, in Harry ti presento Sally. Banalmente, bisogna citarla perché forse è l’unica scena in cui viene rappresentato il “problema” dell’orgasmo finto.

Non perché il mio uomo non mi piacesse più: volevo solo sbrigarmi per andare a fare altro

“Per me è un po’ triste. Mi è capitato di trovarmi in situazioni in cui non era il caso di andare avanti, nel senso dell’uomo che non riusciva a farmi contenta, e ho detto ‘guarda, lasciamo perdere’ e l’ho mollato. Perché fingere: per chiudere la cosa e via? Allora chiudila prima e basta. Se è il tuo uomo, però, c’è qualcosa che non va nel rapporto e a maggior ragione bisogna parlarne. Per una donna non avere orgasmi col proprio uomo è abbastanza frustrante, no? Può capitare una volta, a tutte capita una giornata no in cui hai un sacco di pensieri per la testa e non te la senti di attendere che il corpo risponda. Ma non perché il mio uomo non mi piacesse più: volevo solo sbrigarmi per andare a fare altro. Ma ne ho avuti così tanti, nella vita, che non mi sono sentita in colpa, è stato un caso isolato ‘va beh, lasciamola andare così’. Ma farla diventare un’abitudine per accontentare il compagno non va bene. Se si tratta invece di un’avventura, non si deve fingere mai. Non c’è bisogno. L’avventura deve essere super piacevole, non ci si può annoiare durante un’avventura”.

Manuela Falorni avrebbe dovuto incontrare Asso Pigliatutto, al tempo. Che secondo le statistiche non è l’unica donna a non aver mai provato un orgasmo. Anzi, pare siano il 73%, nel mondo, mentre solo il 20% lo raggiunge in meno della metà dei rapporti sessuali. Una pornodiva in genere non è il tipo di donna con questo problema perché è priva di inibizioni, senza problemi a godere. Nella vita privata, se l’uomo non le soddisfa, le pornostar vanno a cercare orgasmi altrove. “Non sono una sessuologa ma posso provare a immaginare perché una donna non ne provi mai uno”, continua Manuela, “ma immagino che sia per la scarsa conoscenza del proprio corpo, per l’aver sottovalutato l’importanza della masturbazione, mancanze che compromettono una buona vita sessuale". E in effetti, fa tenerezza scoprire che scoprire che il pudore di chi fa ricerca su Google riguardo alla masturbazione femminile, è tale da cercare più che altro la chiave "piacere femminile fai da te". C’è ancora troppa tendenza a vergognarsi di qualcosa che può darti piacere. "Credo che magari queste donne abbiano avuto genitori che gli parlavano male del sesso”. Manuela Falorni oggi ha 60 anni, ne dimostra 20 di meno perché si è presa cura di lei conducendo un regime alimentare molto sano e un allenamento costante. Lei dice che se si sente ancora fisicamente, mentalmente e sessualmente in forma è perché ha scelto, 30 anni fa, di entrare nel mondo dell’hard core. In realtà, ascoltandola, ti accorgi che quella strada l’ha intrapresa invece perché era già così, curiosa e perfettamente padrona di se stessa. E sicuramente sa qual è il momento della vita in cui la donna dispone meglio di quel patrimonio dell’umanità che si chiama l’orgasmo.

Se si tratta di un’avventura, non si deve fingere mai

“Secondo me, per come li ho vissuti io, sono i 40 anni. È l’età più bella di una donna sotto tutti i punti di vista, sessuale, mentale, fisico, di padronanza di se stessa, di conoscenza del proprio corpo. C’è una vita vissuta alle spalle ma si è ancora giovani e oggi a 40 anni sei anche parecchio attraente, gli ormoni sono in circolo e ti regalano una mentalità frizzante. Così puoi goderti tutto questo kit con orgasmi favolosi. Per qualcuna questo succede a 50 anni, anche se gli ormoni ti abbandonano un po’, a 60 non hai certo il richiamo sessuale dei 20 o dei 30, non sparisce ma diventa più morbido. In fondo noi donne siamo come gli uomini, a 20 anni esplodiamo di ormoni, i maschi farebbero sesso con tutto ciò che gli capita, a 30 si comincia a ragionare, ma 40 è il massimo. Dai 50 in poi, ogni orgasmo viene accolto come una conferma che, sì, ancora ci siamo”. Oggi però c'è Christine Lagarde, che quando lo scrittore Yann Moix ha dichiarato ai giornali che le donne dopo i 50 anni sono “troppo vecchie da amare” ha risposto lasciando intendere che lei, di orgasmi, non è orfana. O Brigitte Macron, che di certo non costringe il presidente francese alla castità, magari favorita dal fatto che la frequenza dei rendez-vous romantici con un coniuge che ricopre la più alta carica dello Stato non sono fittissimi, ma sicuramente non assenti.

La testa di una donna può rimpiazzare benissimo gli ormoni


“Tutto sta a come ci sei arrivata, a quei 60 anni. Né la Lagarde, né la Macron sono donne banali che passano la giornata a fare la calzetta. La Lagarde fa ancora nuoto, è piena di interessi. Se ti sei mantenuta in forma con il corpo e l’anima, la testa di una donna può rimpiazzare benissimo gli ormoni”. E poi ci sono gli uomini, quelli giusti. “A quell’età devi avere vicino un uomo che ti fa eccitare, non è vero che debba essere per forza il ragazzino muscoloso. Deve esserci un legame particolarmente giocoso. Se ci sono tutte queste condizioni a qualsiasi età, tu il tuo orgasmo, lo raggiungi. E anche bello solido”.