Skincare trend made in Korea forte almeno quanto le CC Cream e la tecnologia cushion, le maschere in tessuto imbevute di sieri entrate da qualche anno anche nella beauty routine delle donne occidentali sono le nuove cannucce di plastica? A chiederselo per fortuna sono in molti. In un periodo storico in cui (finalmente!) ci si batte contro gli sprechi, il superfluo e i materiali inquinanti prodotti beauty come i cosmetici che contengono microplastiche o glitter e le confezioni singole monodose vengono messe alla gogna. Per molto tempo le migliori beauty routine sembravano essere quelle più elaborate come il famigerato layering. Ora grazie sia alle preoccupazioni ambientali sia ai dubbi sull'efficacia della stratificazione dei prodotti alcuni skincare brand si sono posti una domanda forte e chiara: quanto poco sostenibile e poco etico è postare su Instagram immagini di armadietti stracolmi di belletti di ogni tipo? Le donne del Regno Unito si sono date una risposte mesi e mesi fa se, secondo i dati di un sondaggio Mintel come si legge sul Guardian, il 28% di loro ha drasticamente ridotto la quantità di prodotti nella loro skincare routine nell'ultimo anno. Avere mille prodotti non è un plus per la nostra pelle, ma un vero e proprio spreco.

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“Andavo in giro con beauty case stracolmi di prodotti di bellezza, ora ne uso tre o quattro. Man mano che ti rendi conto del tuo impatto sull'ambiente in tutte le aree della tua vita scopri anche quante cose non necessarie ti gravitano intorno", racconta al quotidiano britannico Zahra Broadfield, ex acquirente di bellezza dei centri commerciali inglesi Harvey Nichols che ha lanciato il rivenditore di bellezza SUSTBeauty all'inizio di questo mese. In passato il mondo dello skincare incoraggiava le persone ad aggiungere booster ai loro sieri o a usare una crema specifica per il collo, ora un numero crescente di marchi propone prodotti multiuso. Broadfield raccomanda prodotti come Skin To Soul Savior Oil di Malako che può essere utilizzato su pelle, capelli e nella vasca da bagno. "Se hai meno cose, pensi molto più attentamente al motivo per cui le stai usando", dice. Anche in Corea, luogo di nascita della skincare routine multi-step, si dice che i millennial stiano utilizzando/adottando/amando la skip care routine saltando passaggi e prodotti percepiti come superflui.

L'idea di acquistare/avere/usare un numero minore di prodotti ha influito anche sulla produzione e sulla pianificazione aziendale di alcuni marchi. La nuova linea di prodotti skincare ADC Beauty comprende un solo prodotto: una crema idratante ad alte prestazioni a base vegetale che vanta tra i suoi ingredienti camomilla per lenire, arnica per riparare e mangostano per purificare. Il suo fondatore, Adam de Cruz, sostiene una routine in due fasi: "detergere e idratare è essenziale, poi un SPF se hai intenzione di stare all'aperto tutto il giorno". Lanciato a settembre e presentatosi con lo slogan "tempo di liberare spazio sugli scaffali", il brand Tandem propone formule tra cui il More Than Moisturizer che mixa ingredienti come acido ialuronico e squalane che vengono spesso venduti come sieri separati. "Più di uno dei formulatori con cui abbiamo lavorato ci ha chiesto perché stessimo unendo questi ingredienti quando avremmo potuto ricavarne quattro prodotti separati", racconta la cofondatrice Sophie Hinchliffe al Guardian. I clienti hanno chiesto una crema per gli occhi, ma "poiché i nostri idratanti possono già essere utilizzati in questa zona del viso non la realizzeremo. Una volta che inizi a utilizzare meno prodotti, ti rendi conto di quanto poco hai bisogno di tutti quei sieri e quelle creme extra".

Ma un numero minore di prodotti può dare gli stessi risultati? "Stratificare non significa aumentare i benefici per la pelle. È probabile che tu stia aumentando la probabilità che i diversi principi attivi si inattivino a vicenda", aggiunge Brian Oh, fondatore dello skincare brand Venn, i cui prodotti includono un concentrato all-in-one anti-età formulato per sostituire tonico, essenza, siero, crema idratante e olio. Stefanie Williams, dermatologa e direttrice della clinica di Harley Street, Eudelo, concorda: "il mio consiglio è di non essere il chimico di bellezza di noi stessi, ma di fare affidamento su prodotti combinati basati sull'evidenza. Inoltre, maggiore è il numero di strati, maggiore è il rischio di pori ostruiti". Cosa dobbiamo bandire ancora? Chi è seriamente intenzionato a tagliare i rifiuti dovrà evitare prodotti monouso come le salviette detergenti e le maschere in tessuto. Un anno dopo che Water UK rivelò che il 93% del materiale che blocca le nostre fogne sono le salviettine umidificate, la ricerca di Mintel ha riferito che mentre il loro consumo è diminuito dell'11% il consumo delle sheet mask è rimasto stazionario. Il consiglio, quindi, è di preferire prodotti confezionati in materiali riciclati e riciclabili, tra cui una bioplastica derivata dalla canna da zucchero, o in barattoli in vetro come quello che contiene la crema idratante ADC Beauty, saponette e shampoo solidi. L'imballaggio sostenibile e le formule non tossiche sono la scelta più ecologica, quindi migliore, anche nel mondo beauty.

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