Andare a fare la spesa o doverla portare ai genitori per alcune donne durante il Coronavirus può essere l'occasione della loro salvezza. Potere uscire per alcuni ossigenanti minuti da una convivenza forzata potrebbe essere per loro la preziosissima opportunità di chiedere aiuto e uscire dal tunnel. Di violenza contro le donne in questo periodo di emergenza Covid-19 si sente parlare meno, ma dietro questo (quasi) silenzio purtroppo ci sono donne cui a volte sono state sequestrate le chiavi di casa e/o il cellulare e cui, quindi, è stata tolta la voce. Donne costrette a non uscire mai di casa non per non essere contagiate, ma per non essere viste/notate/segnalate. L'enorme nube della violenza contro le donne in questo momento diventa così ancora più grande, più scura e atroce. L'isolamento domestico e la quotidianità stravolta che ne consegue può rafforzare una coppia, farla allontanare per poi farla ritrovare più unita o può infine farla scoppiare, ma durante questo periodo di isolamento una relazione tossica può esplodere senza fare rumore.

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Di solito il primo consiglio che viene dato alla donna che denuncia la violenza domestica è quello di abbandonare la casa che si condivide con il carnefice, ma ora le circostanze più complesse portano a muoversi con cautela, a uscire allo scoperto sapendo chi chiamare (il numero di pubblica utilità è il 1522, in caso di pericolo imminente meglio chiamare il 112) ma soprattutto in quale casa rifugio fare riparo. "In questo periodo di emergenza il Telefono Rosa ha mantenuto attivo il centralino a cui rispondono le volontarie e le operatrici. Le telefonate sono diminuite, ma questo è a causa della convivenza forzata che rende difficile alle donne contattarci per chiedere aiuto", spiega Maria Gabriella Carnieri Moscatelli, Presidente dell'Associazione Nazionale Volontarie Telefono Rosa. "È possibile, però, ricevere, direttamente al telefono, consulenza legale e psicologica. Alle donne, infatti, viene fornito il contatto delle psicologhe e delle avvocate penali e civili, che forniranno tutto l'aiuto legale. Inoltre, vista la grande richiesta da parte delle donne di sostegno psicologico, è stata attivata una chat da cui si accede direttamente dal sito del Telefono Rosa".

“Una delle prime notti dopo che ci è stato chiesto di restare a casa per combattere il Covid-19 mi lamentavo tra me e me. Mi sentivo una vittima. Poi ho cominciato a pensare che ero a casa mia e che stavo bene e che purtroppo molte donne a causa del Coronavirus erano costrette a vivere chiuse in casa con partner violenti, un vero e proprio inferno”, ci spiega al telefono Natasha Slater, imprenditrice milanese founder di Dinner Conversations, una community che organizza eventi e conversazioni online che sostengono la gender equality attraverso un potente network di donne che condividono esperienze e trovano ispirazione l’una nell’altra. "Così attraverso Dinner Conversations ho pensato di lanciare End Violence Against Women #Covid19, una raccolta fondi globale (per donare gf.me/u/xtyu7c) a supporto delle donne vittime di violenza e maltrattamenti in questo periodo di quarantena a causa del Covid-19. Per quanto riguarda l’Italia sosterremo il Telefono Rosa. Gli attivisti, infatti, hanno affermato che stanno assistendo a un allarmante aumento degli abusi per diverse ragioni tra cui l’aumento dello stress e le condizioni di vita anguste e difficili", prosegue Natasha che accanto all'impegno per il women empowerment è alla guida di un'agenzia di pubbliche relazioni, Natasha Slater Studio, che costruisce campagne di comunicazione per brand di lusso nel campo della moda e del lifestyle.

Com'è nato Dinner Conversations e che forma ha preso in questo periodo di emergenza?
Ho fondato questo network nell'aprile 2019. Si tratta di una community in cui le donne di tutte le età, da 20 a 80 anni, celebrano se stesse. Ogni mese organizzo una cena a casa mia con circa 50 donne di successo, appartenenti al mondo dell’imprenditoria, dell’industria creativa, della moda e non solo affinché condividano le loro esperienze, siano di ispirazione e trovino supporto l'una con l'altra. Un brand ha la possibilità di raccontarsi in 20 minuti nel corso della serata poi ci si confronta su temi attuali come parità di salario, body positivity, diversity e self care. Da qualche settimana sull'account Instagram di Dinner Conversations stiamo postando messaggi motivazionali, immagini di donne più o meno note che danno consigli per esempio su come prendersi cura di se stesse o come lavarsi le mani, dei talk su Instagram Live - ne abbiamo già fatto uno con Chiara Maci e uno con Paola Marella - e abbiamo lanciato la raccolta fondi End Violence Against Women #Covid19 a supporto delle donne vittime di violenza e maltrattamenti in questo periodo di quarantena".

Come'è nata l'idea della raccolta fondi End Violence Against Women #Covid19?
Ho pensato che le donne vittime di violenza e maltrattamenti hanno bisogno di aiuto soprattutto in periodi come questo in cui l'isolamento in casa con compagni violenti può essere un vero incubo. Compagni che pur di non fare uscire di casa le proprie donne vanno sempre loro a fare la spesa. The Dinner Conversations è seguito da 18mila followers su Instagram. Il 12 marzo ho postato il numero nazionale italiano dei centri antiviolenza perché spesso le donne in difficoltà non sanno chi devono chiamare. Poi ho pensato che anche le donne di altri Paesi come la Gran Bretagna, l'America, la Francia e Dubai avessero bisogno di un contatto telefonico da chiamare per chiedere aiuto. Come donna e come madre mi è sembrato giusto aiutare queste associazione che, lavorando 24 ore su 24 sette giorni su sette, spesso non hanno i fondi sufficienti per fare fronte a tutte le domande di aiuto. Vorrei che di violenza domestica si parlasse di più senza tabù come si fa quando si parla di donazioni per gli ospedali. Invece non se ne parla quasi mai perché sembra di parlare di qualcosa di sporco. Dobbiamo fare capire che se ne deve parlare e che questo dramma riguarda moltissime donne, di età, religioni e ceti sociali diversi.

Tu sostieni da anni il women empowerment. Come e quando è nata questa tua necessità/urgenza di promuovere l'emancipazione delle donne?
Sono una donna indipendente. Sono rimasta single con una bambina di sei mesi senza nessun sostegno né emotivo né finanziario. Ho un animo ribelle, spesso ho scelto strade difficili e ho lottato tanto. Però a segnare la svolta è stato il mio 40mo compleanno. Dopo avere lavorato per anni come pr, ho un'agenzia di pubbliche relazioni tutta mia, e come dj e avere ideato l’appuntamento settimanale del venerdì sera al Santa Tecla chiamato Punks Wear Prada sono stata etichettata come party girl. Mi sono sentita discriminata. Al mio posto un uomo sarebbe stato considerato non solo di successo, ma anche molto cool. Alle Dinner Conversations le mie invitate sono tutte uguali, nessuna è più importante di un'altra!

Nuovi progetti?
Per il mio network ho voluto creare un prodotto che andasse a riempire l'anima della donna. Io e la fondatrice di Depuravita abbiamo creato Wonder Pearl, un nuovo modo di assumere un super nutriente. Abbiamo unito a del cioccolato rosa senza coloranti della polvere di perla che oltre a essere un potente antiossidante, antiage e antistress è anche una fonte preziosa di calcio, amminoacidi e collagene. È nato così un prodotto che promuove sia la bellezza interiore sia quella esteriore. La confezione da 30 cioccolatini è disponibile dall’8 aprile (su dinnerconversations.com a 65 euro) e per ogni confezione acquistata parte del ricavato verrà donata al Telefono Rosa, l’Associazione Nazionale Volontarie Telefono Rosa che gestisce il numero gratuito di servizio pubblico 1522 e che è promosso dalla Presidenza del Consiglio-Dipartimento Pari Opportunità. Ultimissimo progetto sono le zoom room dove sarà presente una donna ispirazionale, si potrà partecipare su invito e interagire con lei.