Con la Giornata mondiale della Terra, la più grande manifestazione ambientale del pianeta, la consapevolezza dell’importanza delle tematiche verdi, che ci accompagna da tempo, segna continui cambiamenti anche nelle nostre scelte di prodotti di bellezza sempre più naturali. Tutte le aziende del settore si stanno sensibilizzando al tema della cosmetica green e si concentrano su metodi di produzione di prodotti beauty sostenibili e sulla ricerca di nuovi ingredienti botanici. In quest’ultimo caso, spesso gli inizi promettenti nascono dal basso, vedi il sottobosco, dove spuntano i funghi. Dal forte potenziale adattogeno, sono i veri campioni del futuro verde: nelle formule cosmetiche e negli integratori, per il ricco profilo nutritivo, ma soprattutto perla loro applicabilità nello sviluppo di imballaggi biodegradabili.
Tecnologia ecologica che sta rivoluzionando il packaging. Lo ha brevettato da oltre dieci anni la società newyorkese di biomateriali Ecovative Design, ma si sta diffondendo ora: ha combinato micelio, canapa e rifiuti organici vegetali da fattorie, ottenendo il Myco Composite, un materiale perfetto per il pack esterno dei cosmetici. Il processo di produzione è semplice, economico e gentile con la terra, potrà sostituire il polistirolo e si scompone nel terreno in circa un mese. Per chi ama il fai da te è possibile anche acquistare il materiale di base e creare qualunque confezione o pezzo d’arredamento. In Italia il ventaglio degli acronimi per le confezioni ecologi che è sempre più ampio. Aumentano le case cosmetiche che utilizzano flaconi realizzati al 100% inR-Pet (Recycled Pet), cioè attraverso il riciclaggio di bottiglie di plastica post-consumo, ma soprattutto in un materiale chiamato OWP (Ocean Waste Plastic) cioè quella recuperata dai rifiuti raccolti dall’oceano, ma anche da spiagge e fiumi.
Si chiama Eco-terapia ed è una vera e propria prescrizione con posologia per "infangarsi": in pratica è il potere benefico del giardinaggio di cui si avvale oggi il servizio sanitario nazionale inglese, come formula per migliorare la condizione mentale. Lo ha suggerito a persone con ansia e depressione un ambulatorio vicino a Manchester. Mentre al Sydenham Garden, centro di benessere mentale a sud di Londra, i me-dici ricevono i pazienti per sessioni terapeutiche.
Relazioni fresche. La linea di demarcazione tra cibo e formule beauty si assottiglia: secondo la piattaforma di ricerche cbinsights.com, le multinazionali cosmetiche collaboreranno sempre più con agricoltori locali, per l’approvvigionamento degli ingredienti. NegliStati Uniti, per esempio, da una partnership tra L’Oréal e agricoltori biologici americani indipendenti, è nato il brand Seed Phytonutrients,a base di semi. In Italia, invece, L’Erbolario ha appena lanciato una linea a base di estratti di frutta e verdura coltivata e raccolta biologica-mente, secondo stagione, proprio nelle terre che circondano la sede padana dell’azienda. I più popolari marchi di bellezza naturale come Juice Beauty, Tata Harper e Beekman 1802, stanno promuovendo il movimento Farm to face, adattando alla bellezza il concetto di “dal campo alla tavola”, affittando o acquistando aziende agricole per controllare ancora meglio il processo di produzione degli ingredienti.
Dalla terra alla provetta: ci sarà sempre un maggiore incrocio tra cosmetici, agricoltura e biotecnologia, è il futuro delle aziende che lanceranno prodotti sempre più ricchi di sostanze nutritive. Per ora la Bio Works Ginkgo (società americana di ingegneria genetica) ha geneticamente modificato la fermentazione dei lieviti per ricavarne olio di rosa con profumi nuovi e particolari, alternativa al costoso uso di petali autentici. Ma la vera evoluzione si attende dalla tecnologia di editing genico, cioè quella, in fase embrionale, che consente la correzione mirata di una sequenza di dna. I potenziali benefici, come aiutare gli agricoltori ad aumentare le colture resistenti agli agenti patogeni o creare nuove specie di piante, potrebbero tradursi in una maggiore produzione sostenibile di ingredienti cosmetici. Ricominciamo a sporcarci le mani.