La nostra pelle in totale accoglie circa 2 milioni di peli, sottili e non. Quasi quanti sono gli abitanti di Roma. Quelli visibili sulle gambe sono circa 16,800 e crescono in media alla velocità di 1 millimetro ogni 5 giorni. Ecco perché dopo uno o due giorni, se si usa il rasoio, le carezze non sono poi più così romantiche. La ceretta, ovvero l’asportazione del bulbo pilifero eseguita con strisce di carta e cera in un istituto estetico, è una delle soluzioni che libera la pelle velocemente lasciandola liscia più a lungo di creme depilatorie o rasoi. Per capitalizzarne la spesa dall’estetista e allungarne i tempi di ricrescita, ecco cosa bisogna fare.

Esfoliare la pelle prima

«Un giorno o due prima dell’epilazione meglio dedicare alla pelle un’esfoliazione profonda», dice Vittoria Colombo, Beauty & Skin care expert per Mks-Service. «Si può scegliere uno scrub con granelli di sale o vegetali, che solleva l’ultimo strato corneo ormai disidratato, oppure un esfoliante chimico con acido glicolico, mandelico o lattico. In questo modo si stanano i peli intrappolati riuscendo così a estrarli tutti durante la ceretta». Si evitano anche l’insorgere di follicoliti, che tradotto significa puntini rossi, brufoletti e macchie antiestetiche.

Proteggere la pelle dopo

Dopo la depilazione, la prima cosa a cui pensare è proteggere la pelle stressata da strappi e/o calore. «Applicare un fluido fresco, una crema ricca oppure un olio perché aiutano a calmare irritazioni, ripristinano la barriera protettiva e ridanno comfort e benessere», consiglia Orietta Viziale, Direttore Scientifico Alès Group Italia. «Nelle 48 ore successive alla ceretta, è importante proteggere le zone depilate con una protezione solare con SPF alta per prevenire la formazione di macchie pigmentarie», conclude.

Lozione ritardante e crema idratante

Dopo la ceretta, una volta al giorno, spalmare sulla zona depilata una lozione ritardante della crescita pilifera. «Queste lozioni contengono sostanze naturali come gli enzimi della papaia e la bromelina estratta dell’ananas. Entrambe hanno un potere cheratolitico, ovvero capace di agire sulla cheratina del pelo stesso, e un potere rigenerante per la pelle», spiega Vittoria. Ma in commercio ce ne sono tantissimi. Ayay, brand specializzato nella cura del monte di Venere, propone una crema a base di Chaparral, un arbusto sudamericano che vive fino a 10mila anni, in grado di rallentare il metabolismo dei peli, ritardandone la crescita. Non c’è da dimenticare poi di applicare dopo la doccia una crema nutriente corpo. Mantenere la pelle morbida aiuta a non ritrovarsi con peli incarniti e pelle che tira.

L’integratore di montagna e di mare

Sulle Alpi trentine, le donne si tramandano di generazione in generazione la ricetta di una tisana alle erbe speciale: trifoglio rosso, tarassaco e agnocasto, una combinazione che agisce a livello ormonale migliorando l’umore e la pelle delle signore. «La bellezza della pelle è influenzata dagli ormoni. Nel periodo ovulatorio, quando si producono più estrogeni e progesterone, la pelle ha infatti un aspetto migliore proprio perché a livello evolutivo deve attrarre il maschio dimostrando di essere fertile. Così, assumendo i fitoestrogeni, si rallenterà la crescita dei peli, tipicamente maschili. I fitoestrogeni non si trovano solo nella soia, ma anche nel trifoglio rosso e nell’agnocasto», spiega Lucio Parello, biologo e nutrizionista per il brand Nature’s Bounty. «Perfetto per avere una pelle forte e sana dopo lo strappo, soprattutto per chi fa cerette tutto l’anno e in molte parti del corpo, è l’integratore di picnogenolo, una sostanza naturale ricavata dal pino marittimo che ha una potente azione antiage capace di attivare i meccanismi di difesa e riparazione della pelle», conclude Parello.