Per ripararsi dai raggi ultravioletti del sole, la pelle crea uno scudo di melanina che noi chiamiamo abbronzatura. Nonostante il suo colore ci piaccia moltissimo, su di noi e sugli altri, è sempre una protezione che, una volta comparsa, presuppone comunque la possibilità di un danno biologico alle nostre cellule. Quel danno è provocato soprattutto dalla messa in circolazione di radicali liberi, principali responsabili dell’invecchiamento cutaneo. «La melanina è il nostro giubbotto antiproiettile contro i danni del sole», dice Lucio Parello, nutrizionista e biologo della Nature’s Bounty. «Avere cura della melanina significa avere un’abbronzatura migliore permanente nel tempo». Come avere cura della nostra melanina e ottenere quindi il colore bronzeo che tanto amiamo, aiutando la pelle a rimanere sana?

Mangiare la frutta arancione e gialla

Un buon apporto di vitamine e sali minerali aiuta il nostro corpo a mettere in moto i meccanismi biologici per produrre melanina, così come il bere due litri di acqua permette di non disidratarsi sotto il sole. Ecco perché mangiare frutta può essere una soluzione ottimale: contiene tutte e tre le cose insieme. In particolare mango, albicocche e melone giallo sono una fonte di beta-carotene, precursore che permette all’intestino di metabolizzare e produrre la vitamina A, molto utile all’abbronzatura. La quantità necessaria giornaliera di beta-carotene va dai 3 ai 15 mg al giorno, che tradotto sarebbero circa 4 albicocche (130 g), oppure 2 fette di melone (110 g), o una fetta di mango (65 g). Altre vitamine utili durante il periodo estivo sono la C e la E perché aiutano le nostre cellule a proteggersi dai radicali liberi prodotti dal processo di abbronzatura stesso.

Integrare la dieta

Non tutte le sostanze in grado di aiutare a mantenere l’abbronzatura più a lungo si trovano nel cibo. Grazie alla medicina moderna si è scoperta l’utilità di oltre altre molecole, da assumere sotto forma di integratore. «La triade perfetta di integratori per aiutare la pelle ad abbronzarsi bene è composta da tirosina, picnogenolo e astaxantina», spiega Lucio Parello, dell’azienda Nature’s Bounty che le confeziona. La prima è un amminoacido che stimola la sintesi della melanina, collegata a stretto giro con l’adrenalina, un ormone energizzante. Per questo si dice anche capace di influenzare il metabolismo. La seconda, «il picnogenolo, è un estratto di pino marittimo che oltre a inibire la collagenasi (ovvero gli enzimi che rompono il collagene degradando la pelle) evita che ci siano accumuli o diradamenti di melanina», regalando un colorito più uniforme. La terza molecola, l’astaxantina, «è un caroteònoide, potente antiossidante e antiperossidante, cioè capace di bloccare l’ossidazione dei grassi sottocutanei dando maggiore turgore alla pelle, evitando screpolature e ritardando l’escoriazione naturale». In più, out of the blue, aiuta la concentrazione grazie alla sua azione positiva sui nostri neuroni. Fantastico: abbronzate e concentrate.

Preparazione della pelle all’esposizione con esfoliazione

Un buon gommage o una scrub sono utili sia per preparare la pelle al sole, che per mantenere il suo colore omogeneo. «Consiglio un’esfoliazione almeno una volta a settimana», dice Orietta Viziale, Direttore Scientifico Alès Group Italia. «Esfoliare la pelle non elimina il colore ambrato naturale ma favorisce il ricambio cellulare, stimolando la produzione di collagene contribuendo a un aspetto più bello e in salute».

Protezione solare

È fondamentale poi proteggersi durante l’esposizione per evitare eritemi e scottature che potrebbero non solo causare danni a lungo termine, ma anche rovinare l’abbronzatura in corso. «Consiglio di adattare il fattore di protezione al proprio fototipo, alla latitudine e all’orario di esposizione, rinnovando l’applicazione ogni 2 ore e integrando la dieta con integratori, ricchi di vitamine e anti-ossidanti», conclude Orietta di Alès Group. Quanta crema protettiva applicare sotto il sole? «Per il viso è sufficiente una quantità di crema grande come una nocciola, mentre per il corpo il dosaggio può essere differente, ma solitamente si raccomanda una quantità grande quasi come il pugno della mano», spiega il dermatologo plastico Antonino Di Pietro.

Doccia o bagno?

Se si è in vacanza al mare, ricordarsi di fare una doccia per eliminare il sale dalla pelle: attira i raggi Uv e causa un’evaporazione di liquidi cutanei più veloce, portando a disidratazione e secchezza. Poi una volta a casa, «meglio preferire una doccia tiepida veloce a un bagno caldo, nonostante questo sia più rilassante», spiega sempre Antonino Di Pietro. «Il calore favorirebbe la disidratazione e la desquamazione, mettendo alla prova la pelle ambrata. Così come è meglio scegliere detergenti delicati, non profumati, a PH neutro e con oli essenziali e sostanze come il burro di karitè». Infine meglio asciugarsi con un telo in microfilma, più delicato sulla pelle.

Mantenere la pelle idratata

Sono tantissimi gli ingredienti per un buon cocktail rinfrescante da far “bere” alla pelle. Dall’acido ialuronico all’aloe vera, dall’allantoina al burro di karitè e mango. Tutti gli estratti e le molecole idratanti mantengono in salute le cellule superficiali e ripristinano il tasso idrico che altrimenti diminuirebbe con l’esposizione solare. Caudalie propone anche un Doposole con olio di cocco, acqua d’uva lenitiva e aloe vera. Tutto molto bene poi se nell’inci della crema doposole si trovano fosfolipidi e glucosamina, due sostanze che aiutano la pelle a rigenerarsi anche dopo lunghe giornate passate sotto i raggi UV. Anche la Vitamina C applicata sulla pelle la sera aiuta a contrastare il danno radicalico causato dallo stress ossidativo.

Il trattamento medicale

Per prolungare l’abbronzatura è perfetto qualsiasi trattamento idratante profondo. In particolare Antonino Di Pietro, dermatologo plastico e fondatore dell’Isplad, ha messo a punto il Rimage per viso e décolléte: una terapia antiage che inizia con l’applicazione di un siero ricco di fospidina super nutriente applicata all’elettroporazione, un manipolo indolore in grado di far penetrare a fondo il prodotto. Continua con la radiofrequenza e termina con gli infrarossi freddi per stimolare la formazione di nuovo collagene e acido ialuronico.