Il 37% delle donne al mondo non si masturba. Il 38% delle donne in Italia non si masturba. In media le donne si masturbano 56 volte l’anno, gli uomini 126. Questo sondaggio è stato condotto da Womanizer, brand di accessori devoti al piacere intimo di altissima qualità (tanto i sex toys di design che confeziona, quanto gli orgasmi che promettono…). Dati alla mano, ouch, in punta di polpastrello, l’obiettivo della ricerca sopra e sotto i piumoni negli ultimi 365 giorni è duplice, sensibilizzare la società affinché i tabù sulla masturbazione si sbriciolino definitivamente, e far riflettere sul gender gap in tema di autoerotismo. Ovvero, sul divario uomo-donna-masturbazione che, ad oggi, è del 68% nel mondo. Tradotto: gli uomini si masturbano tre volte di più delle donne all’anno.

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Henry Horenstein//Getty Images

La disinformazione è la complice assoluta del masturbation gap. Spesso è legata a vecchi cliché sull’autoerotismo, ancora più spesso alla scarsa educazione sessuale tanto personale quanto scolastica o famigliare. Insomma, in molti ancora giustificano questo divario con un “eh, che ci vuoi fare, gli uomini per natura hanno bisogno di sfogarsi più spesso…”. O, una più tristemente contemporanea “la masturbazione diffonde il Covid”. Per ogni volta che qualcuno pronuncia questa frase nel mondo, c’è una smorfia che s’increspa sulla bocca di qualcuno. Oggi quella smorfia sfiora le labbra di Lily Allen, voce, volto e, soprattutto, corpo della campagna #IMasturbate lanciata da Womanizer insieme alla cantantessa inglese (vi ricordate la sua hit di qualche anno fa Not Fair? Beh, adesso sapete qual era l’ingiustizia a cui si riferiva…). “Le donne devono venire di più” esordisce, tranchant, mentre la intervistiamo, guardandola negli occhi attraverso il monitor di un computer. “Perché se ne parlano gli uomini è tutto ok, mentre se lo fanno le donne allora è strano? È questa la percezione sull’autoerotismo condensata ancora negli antri della nostra società”.

“Amare se stessi dovrebbe essere la cosa più spontanea al mondo, e gli orgasmi sono un modo per farlo, no? I masturbate, do you?”. È questo il titolo del manifesto, breve e coinciso, con cui senza il bisogno di troppi giri di parole, Lily Allen e Womanizer disegnano insieme e lanciano Liberty, il vibratore per donne (99 euro su womanizer.com) dotato di 6 livelli di intensità e della tecnologia Pleasure Air, brevettata dallo stesso Womanizer nel 2014, che stimola il clitoride senza contatto diretto, attraverso onde d’aria gentili che sfiorano-senza-sfiorare le terminazioni nervose sensibili.

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"In Womanizer, ci impegniamo a consentire a tutti di trovare la propria realizzazione sessuale, indipendentemente dal sesso, dall'età, dalla sessualità o dall’etnia”, racconta Johanna Rief, Head of Sexual Empowerment a Womanizer. “Ma per molte persone, soprattutto donne, questa non sembra ancora essere la realtà, come dimostrano i risultati del sondaggio”. "Con la campagna globale #I Masturbate, stiamo dimostrando che la masturbazione è qualcosa di naturale, bello, piacevole e, soprattutto, molto salutare”, continua, servendo su un piatto d’argento la replica a Becky Spelman, psicologa e sessuologa interpellata dal brand in occasione del lancio della limited edition. "Una sessualità realizzata anche e soprattutto con se stessi è una parte essenziale di una vita sana. Gli ormoni rilasciati durante la masturbazione sono associati alla riduzione dello stress e al rilassamento, il che significa che la masturbazione può aiutare ad aumentare la concentrazione e l'autostima. La dopamina aumenta la chiarezza mentale, mentre la secrezione di ossitocina i sentimenti di ottimismo e felicità. L'ossitocina è anche un ottimo antidolorifico per mal di testa, emicranie e crampi mestruali".

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Courtesy Womanizer

“Ho scoperto la masturbazione tardi, dopo i vent’anni, è stato come risvegliarsi da un lungo sogno. Oggi ne parlo e ci metto la faccia pubblicamente perché voglio che tutte le donne sappiano, imparino, provino, non vedano l’autoerotismo come un’attività solo maschile, aliena, lontana da loro. Eliminare i tabù è semplice, basta parlare”, racconta Lily Allen citando alcuni passi del suo libro di memorie best-seller del My Thoughts Exactly. “Ho incominciato a masturbarmi in tour, passavo molto tempo da sola nelle camere d’albergo, compravo sex toys su sex toys, ogni tanto li usavo con gli altri. Beh, non tutti gli uomini erano felici non appena li tiravo fuori dal cassetto, forse sentivano lesa la loro virilità, chissà… Non capivo però perché tacere qualcosa che ci piace, come parliamo dei nostri cibi preferiti dovremmo poter parlare di cosa ci piace a letto”.

“Siamo responsabili del nostro piacere intimo, non nascondiamolo, parliamone. Anche questa è una forma di empowerment femminile. L’autoerotismo è una metafora, molto poco astratta, di indipendenza. E un sex toy può essere il contorno, o la portata principale, del tuo piacere intimo”. “Cosa direi alle nuove generazioni di giovani donne? Esploratevi ma, soprattutto, informatevi. Sex education non è solo saper mettere un condom a una banana”.

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Lily Allen