La tampon tax, che in Italia si traduce in IVA al 22% sugli assorbenti considerati beni di lusso, "è una tassa ingiusta". E il sindaco di Guardistallo, 1250 anime in provincia di Pisa, ha deciso di farla assorbire alle casse comunali per dare un segnale importante di civiltà e battaglia sociale su scala nazionale. Nella farmacia comunale l'IVA sugli assorbenti sarà pagata dal comune, così costeranno così il 22% in meno. La storia vera riguarda un'iniziativa collaborativa. Il primo cittadino del paese Sandro Ceccarelli, 44 anni e tre figli maschi, ha iniziato a elaborare la misura dopo un colloquio con la vicesindaca Rosanna Salvatore, sorella di quattro donne tutte con figlie femmine. Aritmetica degli assorbenti moltiplicata per tante mestruazioni, uguale conti salatissimi per una importante percentuale della popolazione di Guardistallo, visto che le donne sono più della metà dei residenti.

"Spalmata su tutto l'anno questa diventa una spesa in più ingiusta per le donne e le famiglie che vedono tassarsi un atto fisiologico come il ciclo mestruale" ha raccontato il sindaco a Repubblica Firenze, consapevole di aver innescato una rivoluzione tra le maglie burocratiche dei balzelli di Stato. L'IVA è un'imposta nazionale, eliminarla tecnicamente non si può: ma il Comune ha deciso di assorbirla, rinunciando al ricarico sui prodotti per il ciclo mestruale per far risparmiare idealmente la stessa cifra della tampon tax. Per ora fino alla fine di gennaio 2021, con l'obiettivo di renderla una misura permanente. A beneficiarne, secondo le stime anagrafiche, circa 400 donne (e altrettanti nuclei famigliari) attualmente residenti a Guardistallo. Per le non residenti la misura non è estendibile, ma non è detto che qualche comune non segua la buona provocazione/esempio. "Non è una battaglia solo delle donne. Ma di tutti. Dell'intera società" precisa Ceccarelli. Pochi centesimi, si potrebbe obiettare, ma simbolicamente importanti in un momento storico fragile, tra crisi economica e pandemia. Perché gli assorbenti non sono un lusso, ma un bene di prima necessità.