Gianluigi Di Napoli è nato in Puglia nel 1962. All'età di 20 anni si trasferisce a Firenze per studiare Architettura. Qui si crea presto un’ottima reputazione come fotografo nell’ambito della scena musicale e teatrale. In seguito fonda uno studio di comunicazione visuale e fotografica. Nel 1999 pubblica con l’editore Stemmle di Zurigo, il libro fotografico Circus Life - Everynight, all around the World. Il libro propone uno sguardo dietro le scene, il lavoro e la vita quotidiana di una famiglia circense attraverso immagini di sensualità, movimento e quieti ritratti pieni di misteriosa bellezza, diventando presto un cult book internazionale negli ambienti circensi. Nel 2004 produce con il Cirque du Soleil la mostra fotografica Nel cuore di Saltimbanco che diviene mostra istituzionale itinerante dello spettacolo Saltimbanco. Dopo avere lavorato alcuni anni in Germania, attualmente vive e lavora a Milano. Dal 2003 collabora con diversi magazine ritraendo celebrità del mondo della musica, dello spettacolo e della cultura internazionale. Con il progetto MASKS ha coinvolto 12 icone internazionali italiane che si sono messe in gioco indossando dipinte sul loro volto le maschere da clown realizzate espressamente per loro da David Larible, il più importante clown vivente. Il progetto, ideato per creare visibilità ad AIPI Onlus, un'associazione di malati di Ipertensione Polmonare Arteriosa, malattia rara che colpisce prevalentemente le donne, ha prodotto dei calendari e una mostra ospitata al MIA Fair come Progetto Speciale, al Museo della Triennale di Milano, all’Archiginnasio di Bologna e alla XXI Triennale Expo Gate. La sua diffusione in termini di copertura radio, televisione e stampa internazionale è stata notevole. Si calcola che il progetto sia stato visto da circa 50 milioni di persone. I suoi lavori sono stati pubblicati su diverse riviste internazionali.

Qual è il tuo momento di bellezza?
Indubbiamente quando scatto. Sono circondato di bellezza, penso bellezza e autenticità in tutte le declinazioni possibili, la vivo e mi sento portatore "insano" di questa bellezza.

Un avvenimento che ti ha reso più “bello”?
Posso citarne tre. Il primo è stato l'ultimo shooting di preparazione a un lavoro sul corpo. È un lavoro in cui sono cosciente del pericolo dato dal fatto che mi sto cimentando con due stereotipi molto forti nella fotografia, i fiori, che amo moltissimo, e il corpo femminile. Ho iniziato da pochissimo questo progetto con una ragazza, Ilaria De Simone (@kiki.de_montparnasse), che ho scoperto e incoraggiato tempo fa. Lei ha dei problemi di personalità borderline e si paga le cure, costosissime, facendo la modella. In questo momento la considero la mia musa, stiamo riuscendo a creare un livello di lavoro molto intenso e autentico in cui parliamo con leggerezza e "tra le righe" del suo disagio e della sua necessità di provocare nelle persone delle reazioni sempre più forti. In alcune immagini ho anche incluso in modo subliminale ma percepibile i tagli che lei si fa sulla pelle nei momenti di crisi più intensa. Tutto questo a mio parere è in grado di generare un tipo alternativo e molto autentico di bellezza a cui mi sento particolarmente legato e da cui mi sento fortemente contagiato. A volte gli incontri tra artisti, quando sono sintonizzati tra loro, generano bellezza. Così l'altro giorno, e passo al secondo avvenimento che mi ha reso più "bello", ho incontrato due persone speciali e che sento molto affini, Adele Ceraudo, una delle migliori artiste figurative al mondo, in grado di realizzare dei sorprendenti autoritratti nudi con una penna BIC, affermando il segno di un'identità femminile potente, elegante, sensuale e G R, un artista che sta lavorando a un progetto di ritratti “animati” partendo da rapidissimi schizzi. In queste foto trovo che Adele e io siamo bellissimi, emaniamo bellezza, amicizia, gioia intensa. Il terzo avvenimento che mi ha fatto sentire più "bello" è stato un altro shooting importantissimo, quello con cui ho realizzato il progetto MASKS con 12 straordinarie icone femminili per dare visibilità ad AIPI Onlus. Mi piace l'idea di rappresentarlo con una immagine di Federica Pellegrini che ha contribuito con la sua presenza in due edizioni, aiutando a portare la visibilità del progetto a oltre 50 milioni di visualizzazioni. Questo shooting è stato progettato micrometricamente mesi prima con tutti i collaboratori del team, e il risultato è stato che ognuno di noi sapeva perfettamente cosa fare al momento giusto. Chi era presente mi ha paragonato a un direttore d'orchestra immerso in una musica che conosceva bene, affidata a straordinari professionisti. Per me è un momento di grande concentrazione, adrenalina ma anche estasi quando sento che lo scatto che ho in mente è finito sul sensore della mia Sony.

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Le foto di cui ho parlato.

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Autenticità. Costa solo un po' di sforzo in più, ma può rendere tantissimo in termini di bellezza.