Marco Rizzi, hair stylist di Phyto, si racconta così: «I più fortunati nascono con un talento. Io non ne avevo uno evidente. Non sapevo cantare, suonare, danzare, non ero una promessa del calcio, ma avevo una passione, forte e chiara: un’attrazione irresistibile verso i capelli, quelli fluenti, lucidi, sani. Sin da bambino ero convinto che rappresentassero il 50% del patrimonio fascino di una persona. Il mio percorso di crescita non poteva che portarmi in quella direzione: ho iniziato a lavorare giovanissimo in una salone di parrucchieri e così, quella che era solo una passione, è diventata un’ossessione. Da allora non mi sono mai fermato, continuo a sperimentare, a tenere alta l’attenzione, ad apportare micro-macro modifiche che hanno reso il mio salone Namu Hair sempre più all’avanguardia e riconosciuto come una Hair SPA. Più che un salone, una casa dove, tra profumi e atmosfera soft per ritagliarsi davvero del tempo sé».

Qual è il tuo momento di bellezza?
Amo vedere le persone prendersi cura di sé: in una vita frenetica fatta di mille impegni e responsabilità, è essenziale potersi dedicare del tempo per rilassarsi e curare il proprio aspetto, magari scambiando quattro chiacchiere e condividendo delle confidenze, proprio come nel salone di un hair stylist. Il mio lavoro mi permette di partecipare in prima persona a questi momenti di bellezza: adoro vedere il sorriso delle mie clienti quando si guardano allo specchio sentendosi rinnovate, valorizzate, più belle grazie a un taglio o semplicemente a uno styling diverso dal solito. Mi emoziona sentirmi ogni volta un po’ artefice di questa piccola rinascita in bellezza.

Un avvenimento che ti ha reso più “bello”?
Sicuramente l’essermi innamorato di Elisa, che poi è diventata mia moglie. Innamorarsi è un’esperienza euforizzante e totalizzante: improvvisamente tutto si colora e prende vita, ogni sensazione è più intensa e dentro si sprigiona un’energia incredibile, che per me in particolare si è tradotta in uno slancio creativo e in una grande voglia di novità che ho incanalato nel mio lavoro.

Cosa condividerai per #sharingbeauty?
Senza dubbio la passione per la cura dei capelli, che mi accompagna da tutta una vita: avevo undici anni quando ho iniziato a divertirmi tagliando i capelli alle bambole di mia mamma per abbellirle… è stata una specie di “colpo di fulmine professionale” che mi ha travolto e non mi ha lasciato mai più. La mia carriera di hair stylist è stata un crescendo di esperienze sempre più entusiasmanti, culminate nel 2002 nell’apertura del mio salone Namu Hair, un sogno diventato realtà. In sanscrito, “Namu” significa “colui che si dedica”. Namu Hair è quindi “colui che si dedica ai capelli”: non potrebbe esserci definizione più calzante per me.

Cosa ti piacerebbe che gli altri condividessero?
La gioia impagabile che si prova nell’osservare la felicità degli altri. La bellezza è qualcosa di astratto e intangibile, ma è capace di provocare forti emozioni, di modificare il nostro stato d’animo, di farci sentire bene. Noi hair stylist ne siamo artefici invisibili: spesso infatti lavoriamo dietro le quinte o in camerini bui, ma sempre e comunque mossi dall’amore per la bellezza e da un’esauribile attenzione per ogni dettaglio.