Impiega ingredienti botanici derivati da coltivazioni biodinamiche, a km 0, biologiche ed equo-solidali e studia ogni dettaglio perché i suoi cosmetici abbiano il minimo impatto ambientale, possano durare a lungo o essere riutilizzati, compostati o trasformati in una nuova risorsa. Dal 2013 tutti i suoi packaging e i suoi imballi sono realizzati con materiali riciclabili al 100% ovvero vetro e alluminio, mentre la produzione e le spedizioni sono carbon neutral. Stiamo parlando di Oway, azienda cosmetica bolognese a impatto zero - il suo nome, organic way, è una promessa - che ha, tra le sue encomiabili mission, anche quella di sensibilizzare i consumatori a un utilizzo responsabile dei propri prodotti che, essendo altamente concentrati, hanno una durata maggiore.

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Siamo andati nei luoghi dell'azienda bolognese che produce trattamenti haircare e skincare "dialogando" con la natura per conoscerla più da vicino. Il primo incontro è stato con Lorenzo Capecchi, agronomo della tenuta agricola Ortofficina di Bologna dove vengono coltivate con metodo biodinamico le piante, gli arbusti e le erbe officinali che diventano i principi attivi delle formulazioni Oway. "L'agricoltura di Ortofficina è biodinamica. Questo significa che cerchiamo di mantenere o incrementare la fertilità del suolo di questa tenuta. Le piante e gli animali sono organismi viventi, il suolo è un ecosistema ricco di organismi viventi. Tanto più il suolo è abitato da organismi, parlo di lombrichi, insetti, funghi e batteri, tanto più sarà fertile. Sarà, quindi, fondamentale non usare fertilizzanti chimici come avviene nell'agricoltura convenzionale che alla lunga portano alla perdita della biodiversità e alla desertificazione del suolo stesso. La siepe, paragonabile alla nostra pelle, permette uno scambio tra ciò che è interno e ciò che è esterno a questo organismo che è la tenuta agricola", ci spiega Capecchi accompagnato da un forte cicaleccio all'ombra di un noce che ci ripara dal sole caldissimo delle 11 di una giornata di fine giugno tra il profumo inebriante delle coltivazioni che ci circondano, principalmente lavanda, timo, elicriso, menta, salvia e achillea.

L'agronomo di Ortofficina prosegue spiegandoci che la tenuta ha un ritmo dato dal cuore che è rappresentato da Spritz e Fulmine, i due asinelli che vivono nella tenuta, e da tutte le sostanze organiche che rendono il suolo più fertile attraverso il cumulo che altro non è che il letame compostato secondo dinamiche precise. "Ci sono poi le membra che sono le varie coltivazioni, un sistema nervoso centrale che coordina che è l'agricoltore e un sistema nervoso periferico che sono le api che, seguendo le fioriture presenti dentro e fuori l'azienda con un raggio d'azione di circa 3 km, fecondano i fiori che daranno in seguito frutti. Rudolf Steiner, fondatore dell'agricoltura biodinamica, sosteneva che un’azienda agricola si realizza nel miglior senso della parola se può venire concepita come una specie di individualità a sé stante, come un’individualità chiusa in se stessa. Altro fondamento di questo tipo di agricoltura: i movimenti che agiscono all'interno del sistema solare influenzano tutti gli organismi del mondo e quindi anche le piante in quanto dotate di DNA e di una percentuale di acqua non indifferente. Un corpo acquoso è sempre influenzato dalle fasi lunari e quindi dalle stagioni”.

Fondata dal gruppo Rolland nei primi anni 2000 come brand biologico di cosmetici Oway. Nel 2010 ha a perto Ortofficina. Nel 2013 poi ha deciso di eliminare la plastica biodegradabile utilizzata per i contenitori e sostituirla con vetro e alluminio, materiali riciclabili all’infinitomentre.Infine nel 2020 ha ricevuto la certificazione biodinamica. L'azienda bolognese che produce trattamenti professionali di haircare e skincare formulati con oli essenziali, estratti botanici e idrolati provenienti da agricoltura biodinamica, biologica ed equo-solidale inoltre soddisfa il proprio fabbisogno energetico con pannelli fotovoltaici. Presente in 25mila luoghi di bellezza tra saloni e centri estetici in 70 Paesi del mondo, è disponibile su oway.it, nello store monomarca di Bologna, in quello di Amsterdam, e tra pochi mesi anche in due nuove boutique, sempre monomarca, in Europa. "Una volta arrivate in laboratorio le piante coltivate secondo l'agricoltura biodinamica in Ortofficina o da altre aziende agricole partner che seguono i principi biodinamici - pensiamo agli agrumi siciliani o calabresi! - vengono lavorate in modo sostenibile per ottenere macerati, idrolati e oli essenziali. I macerati delle piante officinali si ottengono attraverso l'estrazione con l'acqua, mentre gli oli essenziali, che servono per dare la profumazione ai prodotti, e gli idrolati, che sono la componente acquosa dell'estrazione degli oli essenziali, si ottengono attraverso la distillazione in corrente di vapore. Gli oli essenziali degli agrumi invece si ottengono per spremitura", racconta la dottoressa Alessandra Pantella, responsabile Ricerca & Sviluppo Oway. "Le nostre formule sono molto innovative perché riusciamo a portare tutte queste componenti in grandi percentuali all'interno del prodotto. Rappresentano, infatti, fino al 98% delle formulazioni. L'altro 2% è rappresentate dai conservanti che sono sintetici. Conservanti che insieme ai pack in vetro o alluminio rendono i nostri prodotti molto durevoli. Vantano, infatti, un PAO (Period After Opening) di sei mesi e una scadenza perlopiù a 48 mesi dalla loro produzione. Sono estremamente naturali, funzionali e sostenibili perché realizzati con metodi clean. Per esempio, per garantire la massima purezza delle formule, utilizziamo unicamente acqua sottoposta a due trattamenti naturali: l'osmosi inversa e l'ozonizzazione. Dal 2020 siamo carbon neutral, certificazione che ci è stata riconosciuta perché abbiamo ridotto l'emissione di gas serra e sosteniamo progetti sostenibili. In India, per esempio, ricaviamo energia rinnovabile dagli scarti del riso. I prodotti Oway infine sono naturali, sostenibili e dermatologicamente testati. Prima di essere immessi sul mercato, infatti, vengono sottoposti a patch e nichel test per verificare eventuali reazioni allergiche da contatto", conclude Pantella.