Quanta confusione, quanti luoghi comuni ci sono intorno al concetto di sesto senso? A Naples in Florida, qualche anno fa, la stampa locale ha parlato molto di un bambino di 4 anni, figlio unico, che avrebbe predetto alla madre la perdita del bambino che aspettava, che in seguito sarebbe rimasta ancora incinta di due gemelli, e che stavolta sarebbe andato tutto bene. Glielo avevano detto i nonni morti, dicevano mamma e papà. La storia veniva sempre titolata tirando in ballo il Sesto Senso, paragonandola al film premio Oscar di M. Night Shyamalan. Del bambino non si è saputo più nulla, né è diventato un profeta (c’era da immaginarlo). Ma tutto questo, al netto della probabile bufala confezionata da genitori amorevolmente esibizionisti, cosa c’entrava realmente il sesto senso? Nulla. Il paranormale affascina, ma la realtà è un po’ più pragmatica. Cos’è allora, il sesto senso? Uno strumento del cervello. Il sesto senso esiste davvero ma è la modalità con cui il nostro cervello analizza e reagisce a situazioni particolari, arrivando a conclusioni rapide che superano quelle che si potrebbero ottenere utilizzando gli altri cinque sensi. L’intuito, in parole povere. Che secondo nuovi studi avrebbe un’origine ancestrale legata all’istinto di sopravvivenza degli umani.

Sì, il sesto senso esiste davvero e a dimostrarlo ci sono anche una serie di ricerche scientifiche. Tra le più interessanti c’è quella messa a punto nel 2015 dalla Scuola Normale Superiore di Parigi secondo cui il nostro cervello è dotato di una sorta di senso del pericolo che si attiva solo nei momenti di crisi: quando si attiva basterebbero meno di 200 millisecondi per captare una situazione pericolosa e fornire un input per reagirvi. Il sesto senso umano, dunque, sarebbe un residuo dell’evoluzione, una capacità che ci permetteva di riconoscere il pericolo e mettersi in salvo quando vivevamo nel rischio di essere attaccati dai predatori. Il sesto senso premonizione del pericolo, dunque. Un altro studio statunitense del 2016, invece, ha legato il sesto senso alla presenza della proteina Piezo2, elemento da cui dipende la propriocezione, ovvero la capacità di percepire sia il proprio corpo nello spazio, sia il modo in cui i muscoli si muovono in questo spazio. Proprio grazie a questo sesto senso donne e uomini riuscirebbero, ad esempio, a camminare anche con gli occhi bendati o a riconoscere la posizione dei propri arti senza vedere dove si trovino.

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Ma se vogliamo affrontare qualche altro luogo comune riguardo all’intuito/sesto senso, si vocifera (da secoli) che sia una qualità più spiccata nelle donne, che saprebbero soprattutto utilizzare meglio il sesto senso in amore, specialmente per scoprire un tradimento del partner. “Noi donne abbiamo un sesto senso acutissimo, che ci consente di individuare chi vuol minacciare i nostri rapporti”, scrive anche Paulo Coelho in Adulterio. Dietro a questo stereotipo, però, si nasconde forse una verità legata alle differenze anatomiche tra uomo e donna. Alcuni scienziati sostengono infatti che l’intuito abbia sede nel corpo calloso, una parte del cervello che tiene in comunicazione i due emisferi del cervello: quello destro, deputato all’analisi delle emozioni, e quello sinistro, sede della parte razionale. Alcuni studi hanno dimostrato che nelle donne il corpo calloso ha dimensioni maggiori rispetto agli uomini e che sarebbe fortemente stimolato dagli estrogeni. Una tesi che dimostrerebbe come il sesto senso femminile sia molto più potente di quello maschile.

Per tornare al 4enne in Florida, si dice che il sesto senso sia una qualità molto più sviluppata nei bambini. Si tratta, in realtà, di una conseguenza del loro modo di comunicare, differente da quello degli adulti. A cui a volte gli adulti aggiungono del loro quando riportano, per paura che le capacità del piccolo non vengano apprezzate come loro credono che meritino. I “grandi”, infatti, hanno una comunicazione molto precisa e attenta ai contenuti verbali, mentre quella non verbale è molto più controllata, a volte addirittura nascosta. I bambini badano meno alle parole: la loro comunicazione va oltre le parole e si concentra molto su gesti, espressioni facciali e movimenti. Di conseguenza, sono molto più attenti anche in fase ricettiva alla comunicazione non verbale e riescono a riconoscere lo stato emotivo degli adulti o dei loro coetanei anche senza che questi facciano ricorso alle parole. Da questo punto di vista, i bambini sono davvero dotati di un sesto senso molto sviluppato. Ma si tratta di un mistero del cervello umano che non smetterà mai di affascinarci. “La fede è una sorta di sesto senso che opera nei casi in cui la ragione non può competere”, diceva Gandhi. “Un buon investigatore è un individuo con un sesto senso per le persone”, dice lo scrittore britannico Lee Child. Hanno ragione tutti e due.