Parlando di modi di dire comuni, che non sempre sono frasi fatte ma perle di saggezza, sarà proprio vero che al cuor non si comanda? Questa domanda sull'amore incondizionato, in realtà, non ha ancora una risposta anche se se la pongono filosofi, poeti e innamorati da secoli. È l’eterno dilemma tra ragione e sentimento, tra cuore e testa che è stato affrontato da scrittori e psicologi, da divulgatori e scienziati, ma nessuno è ancora giunto ad una verità definitiva. Anche la scienza si è interrogata a riguardo, ma non è riuscita a venire a capo della guerra tra mente e cuore. Scopri se è davvero possibile seguire il cuore e amare incondizionatamente una persona.

Al cuor non si comanda: aveva ragione Pascal? “Il cuore ha ragioni che la ragione non conosce”. Questa frase famosa, pronunciata dal matematico e fisico Blaise Pascal, viene spesso citata per ribadire che le questioni di cuore vivono di una logica diversa da quella razionale, che non possono essere valutate con i normali strumenti con cui si analizza la realtà dei fatti e delle relazioni sociali. Per molti filosofi, infatti, il cuore non è semplicemente un muscolo che pompa sangue e permette a tutti gli altri - cervello compreso - di funzionare. Essere razionali in amore non è possibile, perché quando abbiamo a che fare con la persona che amiamo il battito del cuore accelera sempre più forte, le emozioni hanno un impatto maggiore su di noi e, dunque, la ragione finisce per perdere la sua partita con la passione. Per coloro che sostengono questa tesi, in queste situazioni il cuore aumenta le sue pulsazioni, si fa sentire in maniera più intensa, e con questo suo incalzare finisce per “sorpassare” il ragionamento del cervello, lo scavalca indicandoci la verità, quello che noi stessi realmente proviamo nei confronti di un’altra persona. In questo senso, la logica del cuore sarebbe più efficace, diretta e veritiera di quella della ragione e, nel senso pieno dell’espressione, resistere al suo volere sarebbe controproducente.

Chi si oppone a questa tesi, invece, cerca fondamento alle sue ragioni nella ricerca scientifica. Uno studio del 2010 dell’Università di Syracuse, negli Stati Uniti, ad esempio, ha dimostrato che per innamorarsi basta un quinto di secondo e che, quando accade, il nostro organismo vive un’esperienza simile all’eccitazione che provoca l’assunzione di cocaina. Ma la prima scintilla che provoca il propagarsi di una passione irrefrenabile, proverrebbe non dal cuore, ma dalla mente: è il cervello a dare stimolo al cuore, che accelera i suoi battiti e provoca i sintomi tipici dell’innamoramento. Sono 12 le aree del cervello che si attivano quando ci si innamora, rilasciando sostanze chimiche come la dopamina, l’ossitocina e l’adrenalina che, ovviamente, hanno le loro ripercussioni sul battito cardiaco. In questo senso, per capire come ascoltare il cuore non bisogna fare altro che provare ad analizzare con la testa il sentimento che si prova, imparare a discernere le emozioni e, di conseguenza, a comprendere la lingua che il cuore sta provando a parlare.