Tutti li abbiamo sperimentati, tutti ne siamo affascinati, tutti vogliamo o abbiamo paura di crederci. I sogni premonitori sono uno degli spunti più interessanti per gli scrittori dall’epoca classica e, come la perdita di memoria e i viaggi nel futuro del protagonista di una storia, non passano mai di moda. Ma il nostro inconscio è davvero in grado di prevedere il futuro e di svelarcelo mentre dormiamo? Proviamo a capire come funzionano. I sogni premonitori nascono, forse, ad un livello più avanzato della nostra psiche, in cui il cervello, durante il sonno, elabora un sospetto, un’intuizione, un'idea che ha buone probabilità di realizzarsi nella vita reale (quindi in questi casi è lecito dire che i sogni si avverano). Di solito i sogni sono fatti di dati raccolti durante la vita vigile e che quindi, in sogno, ci risultano familiari perché sono ricordi o situazioni del quotidiano.


Tutti ci siamo chiesti lo stesso se i sogni premonitori esistono. In genere, la convinzione che un sogno sia stato un presagio ci viene quando accade davvero qualcosa che abbiamo sognato e, così ci tornano in mente le immagini notturne che abbiamo vissuto. Magari il fatto non veniva preannunciato proprio così, nel sogno, ma ci accontentiamo. Non succede quasi mai che la mattina, svegliandoci, ci venga in mente “chissà se questo sogno si avvererà?”. Ma perché questo accade? Questo tipo di sogno, come detto, in genere non è altro che un messaggio che il subconscio cerca di mandarci, in modo che possa partecipare a un determinato evento nei prossimi giorni. Per questo, proprio come Freud ha dato vita alla scienza dell’interpretazione dei sogni, anche questi si possono analizzare. Ma come interpretare i sogni premonitori? In genere, questi tipi di visioni oniriche sono di diverso tipo anche a secondo delle zone in cui si vive. Non perché l’ambiente faccia fare sogni diversi, ma perché ogni cultura li interpreta in modo diverso. Sognare la perdita dei denti, in alcune zone d’Italia, è premonizione di morte imminente di una persona cara, mentre anche il parente che ci svela dei numeri da giocare, se poi questi escono davvero, è da considerare un tipo di sogno premonitore. Poi ci sono quelli con scene scioccanti come catastrofi naturali, incidenti che coinvolgono la vita di conoscenti, morti e tragedie legate a parenti che non possono essere evitati.


I sogni premonitori di morte sono molto frequenti e molto realistici, per cui tendiamo a interpretarli con paura. In un sogno che consideriamo premonitore, ad esempio, non voliamo, né abbiamo qualità straordinarie, tantomeno prendiamo come una premonizione un sogno in cui ci fidanziamo con Timothée Chalamet o Bella Hadid. Ci sentiamo come se fossimo svegli e le sensazioni provate permeano la giornata anche dopo il risveglio con l’idea - la speranza o il timore, a seconda del sogno -, che si trattasse di qualcosa in che accadrà nei giorni seguenti. Sogni premonitori, interpretazione. In conclusione: vero o falso? Un po’ sì, un po’ no. Escludiamo, intanto la magia e il paranormale. Ci son persone più predisposte a fare sogni premonitori, ma non perché siano dei medium. Sono solo persone con una capacità maggiore di cogliere dei segnali dalle vicende familiari, lavorative, o ambientali, che poi l’inconscio elabora permettendogli di vedere qualcosa che sta palesemente per succedere ma che a volte non vogliamo vedere. Ad esempio, se sogniamo che il partner ci lasci, e poi succede davvero, non è un sogno premonitore ma solo una questione di sincerità dell’inconscio che ci indica che in fondo qualche segnale dall’altro l’avevamo ricevuto, che le cose non andavano affatto bene ma che negavamo a noi stessi l’evidenza. Insomma, i sogni premonitori a volte accadono, ma perché si tratta di messe in scena delle nostre paure e speranze. Per il resto, quando si tratta di tragedie imprevedibili, come i terremoti o morti improvvise di cari per incidenti, o vincite di grandi somme, la statistica spiega che si tratta di puro caso. Facciamo tutte le notti dei sogni di ogni tipo, poco dopo il risveglio non ci pensiamo più. Ma se casualmente accade qualcosa che si avvicina molto a quel sogno, lo ricordiamo subito e pensiamo “lo avevo previsto!”. No, niente di magico. Solo la voglia di crederci.