In questa rubrica, ormai da un bel po’, ho la fortuna di accogliere le vostre storie e trasformarle in dei racconti. Ma mi è arrivata una lettera talmente piena di una misteriosa e potentissima energia che, invece di trasformarla, vorrei condividerla con voi. Perché è Natale, perché gli occhi di Giulia permettano ai nostri di guardare all’anno che arriva senza paura, curiosi e basta di quello che porterà, tifando sempre e comunque per quanto di nuovo e di stupefacente possiamo aiutare a fare nascere e a fare crescere, dentro e fuori di noi. Auguri e auguri, Sentimentalisti Anonimi miei.

Ciao Chiara,
ti scrivo come Sentimentalista, non Anonima però,
e ti voglio raccontare della Vita.
Mi chiamo Giulia, ho venticinque anni, e da un anno ho iniziato a lavorare come ostetrica. Quando ero solo un’allieva, durante l’università, e ora che invece lavoro davvero, ne ho visti passare davvero tanti di uomini, di donne, di coppie, di bambini, di famiglie, di passione, di cuori, di bellezza, di tenacia.
Ma ieri ho visto davvero la Vita.
Sono due mesi che una ragazza è ricoverata nel mio reparto di patologia della gravidanza, in un importante ospedale di Milano, perché durante la sua gestazione sono subentrati un insieme inestricabile di problemi, dal diabete gestazionale alla colestasi, alla minaccia di parto prematuro... Mentre nella sua pancia si nascondevano tre fagiolini che abbiamo visto crescere, crescere e crescere. E che sono il frutto dell’amore di questa mamma e di un’altra mamma, di due ragazze che si vogliono un bene profondo, che si sono davvero trovate in questo pazzo mondo.
È stata una scoperta per me vedere che una coppia di donne che si ama e si vuole bene (e volersi bene è qualcosa di ancora più profondo dell’amore, secondo me) può procreare davvero.
È stata una meravigliosa scoperta.
Come è stato meraviglioso affezionarsi a loro, aspettare con loro e vivere con loro le paure, ma anche le gioie.
E ieri, ieri, c’è stata la gioia più grande.
Con un taglio cesareo anticipato di un paio di settimane rispetto alla data prefissata, sono nati tre scriccioli, pesano poco più di un chilo l’uno: due maschietti e una femminuccia.

Quanta gioia: quanta Vita.
Non ho potuto evitare di piangere mentre venivano alla luce questi bambini di cui io e le mie colleghe ci consideriamo tutte un po’ zie; come so già che non potrò evitare di dispiacermi quando lasceranno l’ospedale e inizieranno la loro vita senza di noi...
Ma che ti devo dire? Ora sono solo frastornata. Perché sono nate due mamme, ma è nata una sola famiglia, in quella camera d’ospedale è esploso qualcosa di incontenibile che più provo a dirlo più mi sfugge dalle mani e dai sensi.
Ringrazio il mio lavoro per avermi dato quest’opportunità, ma ringrazio anche di essere nata, perché altrimenti ieri non sarei stata lì, a vedere trionfare la vita, oggi non sarei qui, a cercare di celebrarla scrivendo a te.

Grazie per avermi ascoltata,
Giulia

La vostra vita diventa un racconto scritto da Chiara Gamberale. Mandatele le vostre storie a: mcsentimentalisti@hearst.it