Nel migliore dei mondi possibili stare nel peso non dovrebbe essere tanto faticoso. E la dieta non dovrebbe risultare un percorso a ostacoli, fatto di discese abissali e repentine risalite (vedi l’effetto yo-yo). Eppure sette donne su 10 almeno una volta l’anno decidono di mettersi a dieta. E tra quelle che tentano regimi più drastici, circa otto su 10 ripigliano i chili persi entro 12 mesi (lo dice, tra le tante ricerche, l’autorevole rapporto Anses, dell’Agenzia di sicurezza alimentare francese).

Possibile uscire da questo circolo vizioso?
«Ci stiamo studiando. il problema è che per dimagrire davvero c’è una sola via: le calorie introdotte devono essere meno di quelle consumate», ammette Andrea Ghiselli, ricercatore dell’Inran, l’istituto nazionale di ricerca per gli Alimenti e la nutrizione. «Tuttavia pochi fanno l’unica cosa utile per aumentare la voce “uscite”: indossare scarpe da running (o inforcare una bicicletta), per bruciare le calorie di troppo. Così non resta che mettersi a dieta. Ma per farlo senza danni serve una ragionevole lentezza, abbinata al giusto equilibrio tra carboidrati (55-60%), proteine (15%), e grassi (il 25-30%). Come dire, la dieta mediterranea. In realtà succede tuttaltro, e tra regimi iperproteici o dissociati, fnisce che i muscoli si impoveriscono, mentre fegato e reni si affaticano».

Dunque niente scorciatoie?
Nessun aiutino, proprio adesso che il bikini incombe all’orizzonte? E qui il professor Ghiselli ci spiazza. «Le bustine (anche quelle ben formulate e bilanciate) in teoria non servirebbero: una bistecca con insalata ha più o meno lo stesso contenuto di proteine, vitamine e sali minerali, oltre che le stesse calorie. Ma dopo vari studi sul campo abbiamo capito una cosa fondamentale: assumere un pasto sostitutivo aumenta la “compliance”, ovvero l’osservanza alla dieta. Mi spiego: se sostituisco un pasto con una bustina o una barretta mi rendo conto che sto seguendo un regime alimentare. Così, memore di quel sacrifcio, nel pomeriggio eviterò di buttarmi sul primo dolcetto che capita sottomano. E nel pasto successivo cercherò di non ingozzarmi di cibo. Insomma starò più attento a quello che mangio. Che poi è l’obiettivo finale: ridurre le calorie assunte a fine giornata. Ecco il principale effetto di qualunque presidio farmacologico utilizzato per perdere peso: rinforzare la motivazione».

Trucchi in pausa-pranzo.
Altro problema in agguato per chi vuole perdere peso è che le migliori intenzioni naufragano di fronte a una giornata complicata, tanto che il panino o il fast food all’intervallo diventano spesso l’unica soluzione. «Anche per questo sostituire un pasto con una bustina proteica ben calibrata può essere una buona idea per un periodo circoscritto», aggiunge l’endocrinologo Federico Vignati, consulente dell’ospedale Sant’Anna di Como nonché segretario della società italiana dell’obesità. «Così poi basta aggiungere un’insalata e due frutti come spuntino per potersi concedere una cena normale (senza abbuffarsi, ovviamente). Per di più le bustine con proteine e aminoacidi aiutano a prevenire un altro autogol legato al dimagrimento: la perdita di massa muscolare. Abbinate a un’attività fisica costante (diciamo mezz’ora di camminata o di palestra per tre o quattro volte a settimana), evitano di impoverire quella formidabile “pompa brucia energia” che sono i muscoli e mantengono brillante il metabolismo. Ed ecco che i risultati arrivano più in fretta».

Dunque via libera a cibi pronti, barrette e bustine?
Anche il contestato (ma seguitissimo) Pierre Dukan conferma: «Alla base dei chili di troppo, spesso c’è il cibo usato come gratifcazione. Ma una dieta che dia risultati immediati è una gratifcazione altrettanto potente. Che elimina il bisogno di cibo come stampella emotiva». Insomma l’aiutino ci può stare. A patto che sia solo per un po’.

IDK Innovation Diet: kit salva muscoli.
Arriveranno in farmacia a fine maggio ma le bustine di Innovation Diet Kit vantano già test autorevoli (in fase di pubblicazione). Sono a base di proteine nobili e aminoacidi, più vitamine del gruppo B. Per un pasto completo vanno accompagnate da verdure.

Chenot Diététique: proteine detox.
Si chiama Proteina HP, è ottenuta dal siero del latte ed è alla base della linea Chenot Diététique. In pratica è la risposta del super medico francese alle migliaia di pazienti felicemente dimagriti nella famosa medifarm di Merano, che alla partenza chiedevano: ma a casa cosa faccio? Ed ecco il kit Body Balance, ovvero zuppe, drink e yogurt a base di proteine liofilizzate. «Un aiuto di ordine pratico: spesso mancano tempo e volontà per continuare le buone abitudini detox», spiega Henry Chenot, autore di numerosi manuali. «Ma bastano cicli di 3 o 6 giorni al mese per mantenere i risultati».

Dukan: spuntini a “zero” calorie.
Tra bresaola e pesce, le adepte del metodo Dukan a volte non ce la fanno più. Per questo chi vuole un'alternativa ai 100 alimenti consentiti dal guru francese delle diete iperproteiche ora ha un'alternativa: una serie di alimenti pronti, più aromi e integratori venduti online ###a href="http://www.lamiaboutiquedietadukan.it/" target="_blank">qui. Dai Shirataki di Konjac per lasagne, al sugo di pomodoro con melenzane, l'aiuto è servito.

Integratori Inneov: obiettivo sazietà.
Perché per alcune donne è più facile perdere peso, e per altre il corpo sembra quasi opporre resistenza? La risposta di Ineov Diet Partner sono tre soluzioni personalizzate. La prima, Starter Phase, a base di fibre vegetali di Konjac, sostiene le diete in fase d'attacco ed è un antifame (si tratta di 15 bustine da assumere prima del pasto). La seconda, Active Phase, supporta con lattobacilli e vitamine del gruppo B la fase attiva della dieta, che in genere dura un mese. Infine la Stabilization Phase aiuta a mantenere i risultati raggiunti.

Tisanoreica: piatti su misura.
Pat, acronimo di Porzione Alimentare Tisanoreica, è l'unità di misura della dieta messa a punto dall'erborista Gianluca Mech. Una sorta di sentiero del benessere (manca solo la h finale) che prevede verdure, carne o pesce più decotti liquidi a base di erbe, oltre a una serie di cibi dietetici e pasti sostitutivi su misura. «Il tutto a base di proteine vegetali e senza additivi» garantisce lui. «Così reni e fegato ringraziano».

Ma Mister Zona non è del tutto convinto:
Mettiamola così: gli unici aiuti che la dieta a Zona di Barry Searsprevede sono occhi, mani e orologio. Occhi per controllare che il piatto sia diviso in tre parti uguali: verdure, frutta e proteine magre come pesce, soia o pollo. Mani, (anzi palmi) per misurare la porzione di carne e pesce. Orologio per verifcare che il senso di fame non arrivi prima di cinque ore. L’idea alla base della Zona, il metodo ideato dall’americano Barry Sears da oltre 30 anni, e continuamente migliorato, è in realtà un metodo basato sull’equilibrio degli alimenti (per gli ultimi aggiornamenti, è appena uscita La zona del futuro di sperling & Kupfer). lL base del metodo Sears? Mangiare di tutto. Basta combinare bene gli alimenti. Solo così manteniamo gli ormoni nella giusta “zona”, oltre a controllare l’infammazione cellulare: sono queste le causa dei chili di troppo. Cosa consiglia a una donna che vuol perdere i fatidici 3/4 chili in estate? Fare sempre del moto e limitare i carboidrati bianchi: pasta, riso e pane. E se la dieta non fosse abbastanza? Beh, solo in questo caso suggerisco qualche barretta con omega 3, polifenoli o proteine. Sostituiscono bene i pasti. E soprattutto, non fanno sentire la fame.