La carne rossa fa male alla salute? È cancerogena? È la domanda più frequente degli ultimi mesi. Onde evitare allarmismi e panico generale abbiamo raccolto tutto quello che sostengono a proposito le più prestigiose fondazioni, agenzie e associazioni per la ricerca sul cancro. Di seguito altri 7 motivi per ridurre/eliminare la carne rossa.

1. L'Airc - Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro, ha spiegato, secondo quanto riporta il Mattino, come stanno davvero le cose: «Un consumo eccessivo di carni rosse, soprattutto di carni rosse lavorate (salumi, insaccati e carne in scatola) aumenta il rischio di sviluppare alcuni tumori quali il cancro al colon-retto e allo stomaco, ma anche alcuni tumori "ormone-dipendenti" come quello al seno, alla prostata e all'endometrio. Le proteine animali sono costituite dalle stesse molecole chimiche di quelle vegetali, gli amminoacidi. A fare male, nel caso di consumo eccessivo, è il modo in cui interagiscono con l’organismo: per esempio la conservazione, nel caso delle carni lavorate, o le modalità di cottura, che modificano le molecole presenti rendendole potenzialmente dannose per la salute. Nel processo si formano anche sostanze, come le ammine eterocicliche, potenzialmente tossiche e cancerogene».

2. A ottobre 2015 lo IARC - International Agency for Research on Cancer di Lione, un'agenzia dell'Organizzazione Mondiale della Sanità che valuta e classifica le prove di cancerogenicità delle sostanze, ha definito la carne rossa come probabilmente cancerogena (classe 2A della classificazione dello IARC) e la carne rossa lavorata (insaccati e salumi) come sicuramente cancerogena (classe 1 della classificazione dello IARC).

3. Secondo uno studio di Arash Etemadi del National Cancer Institute statunitense pubblicato sul British Medical Journal mangiare molta carne rossa aumenta il rischio di sviluppare nove malattie croniche particolarmente diffuse: tumori, ictus, malattie cardiache, diabete, patologie respiratorie, Alzheimer, malattie renali, infezioni e patologie epatiche croniche aumentando il rischio di mortalità del 26%. I responsabili? Il ferro eme delle carni rosse, i nitriti/nitrati di quelle processate e alcuni tipi di cottura come quella alla griglia. La buona notizia è che invece la mortalità è stata inferiore del 25% tra chi preferiva pesce e carni bianche rispetto a chi optava spesso per la carne rossa.

4. Il World Cancer Research Fund raccomanda non più di 300 grammi a settimana, mentre suggerisce di consumare almeno cinque porzioni di frutta e verdura per un totale di almeno 400 grammi al giorno. L'Harvard School of Medicine restringe il limite di consumo di carni rosse a porzioni non superiori a 80 grammi, al massimo due volte a settimana. Lo IARC ha concluso che il consumo al di sotto dei 500 grammi a settimana non costituisce un pericolo per la salute.

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5. Secondo l'AIRC un consumo eccessivo di carni rosse, soprattutto di carni rosse lavorate (salumi, insaccati e carne in scatola), aumenta il rischio di sviluppare alcuni tumori. L'aumento del rischio è però proporzionale alla quantità e frequenza dei consumi, per cui gli esperti ritengono che un consumo modesto di carne rossa (una o due volte a settimana al massimo) sia accettabile anche per l'apporto di nutrienti preziosi (soprattutto vitamina B12 e ferro), mentre le carni rosse lavorate andrebbero consumate solo saltuariamente.

6. Gli epidemiologi concordano sul fatto che gli individui che seguono diete ricche di proteine animali, soprattutto carni rosse e lavorate, hanno un rischio maggiore di sviluppare patologie come diabete, infarto e problemi cardiovascolari, obesità e cancro. Tra i tumori, il rischio aumenta soprattutto per quelli dell'apparato gastro-intestinale, come il cancro al colon-retto e allo stomaco, ma anche per alcuni tumori "ormone-dipendenti" come quello al seno, alla prostata e all'endometrio.

7. Uno studio pubblicato sul British Journal of Cancer condotto su 17mila partecipanti ha rilevato una frequenza maggiore di cancro al colon rispettivamente del 56% e del 59% in chi consumava la carne più grigliata o più cotta. È sempre meglio evitare una cottura eccessiva, rimuovere le parti nere ricche di ammine eterocicliche, potenzialmente tossiche e cancerogene, e prediligere altre forme di cottura più sane come quella al vapore o al forno.

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