Quali sono i cibi da evitare in caso di intolleranze o allergie? Quali le intolleranze e le allergie più diffuse? Quali gli alimenti più a rischio? Abbiamo incontrato la dottoressa Lucilla Titta, nutrizionista IEO e coautrice di Le ricette Smartfood e La Dieta Smartfood, per fare chiarezza.

1. Qual è il metodo più efficace per individuare un'allergia o un'intolleranza?

Allergie e intolleranze alimentari sono entrambe reazioni avverse agli alimenti, ma sono anche sostanzialmente diverse. Le allergie coinvolgono il sistema immunitario scatenando una reazione verso un componente dell’alimento, l’intolleranza coinvolge il sistema digestivo e si verifica a causa di un difetto enzimatico verso un componente di un alimento che può essere, quindi, non opportunamente digerito, o come risultato di una reazione non immuno-mediata. I test diagnostici validati per le allergie sono: Prick test cutaneo, Prist e Rast test (dosaggio IgE tot e specifiche) e Patch test per nichel. I test diagnostici validati per le intolleranze sono: Breath test per malassorbimento lattosio, fruttosio, sorbitolo e per intolleranza al glutine test anticorpi per celiachia, HLA DQ2-8 e biopsia duodenale.

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2. Quali sono le allergie e le intolleranze più diffuse?

Le intolleranze si limitano a glutine, lattosio, fruttosio, sorbitolo, solfiti e amine vasoattive oltre che favismo, fenilchetonuria e poche altre piuttosto rare. L’intolleranza al glutine detta celiachia è la più diffusa unitamente a quella al lattosio. Per quanto riguarda la diagnosi di queste intolleranze, sono molto praticati, anche in farmacie e poliambulatori, tutta una serie di test non convenzionali che di scientifico hanno veramente ben poco, sono molto costosi e per niente affidabili. I risultati sono spesso falsi positivi che conducono a una dieta poco variata con il rischio di provocare carenze nutrizionali. Per quanto riguarda le allergie più diffuse abbiamo reazioni avverse ad allergeni di origine vegetale che troviamo principalmente in frutta (mela, pesca, albicocche, pere...) frumento, arachide, soia, frutta a guscio sedano, senape e sesamo. E reazioni avverse ad allergeni di origine animale presenti maggiormente in latte vaccino, uova, pesce, crostacei e molluschi. Allergie al latte e alle uova sono più frequenti in età pediatrica.

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3. Con che percentuali restano tali e con quali si risolvono da sole?

Difficile avere numeri precisi, le allergie si possono modificare nel tempo e anche scomparire come, per esempio, quelle legate alle proteine del latte e delle uova diagnosticate nell’infanzia. Altre allergie alimentari, invece, possono durare anche per tutta la vita come quelle relative ai crostacei e alla frutta a guscio come noci e arachidi. Per altri allergeni è difficile fare previsioni così come per le intolleranze anche se si è visto, per esempio, che l’introduzione costante di cibi contenenti lattosio induce un progressivo adattamento che può migliorare la tolleranza negli individui sensibili.

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4. Quali sono gli alimenti più innocui e quali quelli più a rischio?

Gli alimenti che abbiamo elencato, responsabili di allergie e intolleranze, sono rischiosi solo per chi ha allergie o intolleranze diagnosticate. In Italia il 4,5% degli adulti e il 10% dei bambini, mentre gli adulti che si credono intolleranti o allergici sono il 20%! Invece di eliminare categorie di alimenti sulla base di sintomi quali pesantezza, gonfiore addominale e malessere, proviamo a ridurre grassi saturi, sale, zucchero e alcol, sono certa che la maggior parte delle persone si sentirebbero meglio.

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5. La dieta delle intolleranze Virgin funziona?

Le diete dimagranti che si basano sulle intolleranze non sono attendibili perché non esiste correlazione tra intolleranze alimentari e obesità. Lo dimostra un documento scientifico recentemente pubblicato dalla Società Italiana di Diabetologia con l'Associazione Italiana di Dietetica e Nutrizione Clinica, l'Associazione Medici Diabetologi, l'Associazione Nazionale Dietisti, la Società Italiana di Nutrizione Umana, la Società Italiana di Nutrizione Pediatrica e la Società Italiana dell'Obesità. Tale pubblicazione è stata realizzata con l’intento di smascherare tanti pseudo professionisti che basano i loro metodi, e soprattutto i loro guadagni, su test non scientifici, spacciandoli per tali.