L’amnesia dissociativa è l’incapacità di ricordare importanti informazioni personali, solitamente legate a un trauma o che generano stress nella persona, ed è quella che spesso colpisce i genitori che dimenticano i figli in auto. Come accadde ad Andrea Albanese che il 4 giugno 2013 dimenticò nell’abitacolo della propria auto il figlio Luca, di due anni, che trovò poi senza vita 9 ore dopo, e che fu poi scagionato perché completamente incapace di intendere e di volere proprio per il verificarsi di una transitoria amnesia dissociativa. La stessa che probabilmente ha colpito anche la maestra elementare di Panama City, in Florida, che qualche giorno fa ha dimenticato in auto la sua bimba di 18 mesi per otto ore. Anche in questo caso la vicenda si è conclusa in tragedia.

Sono caratteristici uno o più episodi di vuoti di memoria, che coprono da pochi minuti a poche ore o giorni. Qualcuno dimentica alcuni, ma non tutti, gli eventi di un certo periodo; altri non riescono a ricordare anni interi o tutta la propria vita, o dimenticano le cose man mano che si verificano. Di solito il periodo di tempo dimenticato ha confini netti. La maggior parte dei pazienti è consapevole di aver "perso del tempo", ma alcuni hanno un'"amnesia per l'amnesia" e si rendono conto del tempo perduto solo quando trovano le prove di avere fatto cose che non ricordano, o se vengono costretti a prenderne atto. Come, appunto, il signor Albanese che era convinto al 100% di avere portato il figlio all'asilo.

Come evitare altre tragedie. Dal 1998 a oggi più di 600 bambini nel mondo sono morti per colpo di calore perché lasciati incustoditi in un veicolo. Quasi il 90% erano bambini sotto i tre anni. Il problema è far capire ai genitori che può capitare a tutti. Purtroppo è un meccanismo della mente umana, è un errore pensare che a noi non toccherà mai. Già nelle settimane successive alla tragedia Albanese aveva lanciato su Facebook la campagna Mai più morti come Luca che ha raccolto migliaia di consensi e proposte in tutta Italia con lo scopo di dotare le auto di un dispositivo acustico che segnali, all’occorrenza, la presenza del bimbo a bordo, sul seggiolino. Tra i vari dispositivi c'è Remmy, un sensore da collegare all'accendisigaro e appoggiare sotto la prima fodera del seggiolino. Se il bambino si è spostato dal seggiolino durante il viaggio, o se è ancora in auto una volta spento il motore della macchina, un segnale sonoro richiama immediatamente l’attenzione dell’autista.