Spesso determinata da stress e ansia, la colite nervosa può insorgere in seguito a emozioni forti o a rabbia trattenuta. I sintomi sono molto evidenti, perché consistono soprattutto nel dolore che interessa la parte bassa dell’addome. Molto importante è stare attenti all’alimentazione, oltre che evitare tutte le cause legate a un’origine psicosomatica. Abbiamo incontrato il professor Antonio Iannetti, gastroenterologo di Roma, per saperne di più.

Cos'è la colite nervosa?
Detta anche colite spastica o sindrome dell'intestino irritabile, è un disordine funzionale dell'intestino, caratterizzato da dolore addominale, associato spesso a disturbi della defecazione o a sintomi come il gonfiore e la tensione addominale.

Come si diagnostica?
La diagnosi è di esclusione e perciò bisogna accertare l'assenza di una compromissione anatomica o organica del tubo digerente o di anomalie di laboratorio agli esami ematici. Ciò è importante per distinguere questa patologia da altre che coinvolgono il tubo gastroenterico e che si associano ad alterazioni anatomiche della mucosa e/o della parete dell'intestino e/o ad alterazioni biochimiche del sangue. È opportuno effettuare alcuni esami di laboratorio di base e, quando le condizioni cliniche lo suggeriscono, ed in soggetti che abbiano superato i 50 anni o comunque con familiarità per malattie neoplastiche dell'intestino, anche esami strumentali di imaging, in primis una colonscopia.

Chi ne è più soggetto?
L'incidenza è prevalente nel sesso femminile con un rapporto di 2:1. L'età di presentazione si colloca tra i 30 a i 50 anni.

Come si cura?
La dieta è importante, ma spesso non risolutiva. Un eccesso di fibre può aumentare la produzione di gas. Nei casi clinici a componente stitica, l'apporto di fibre morbide, 25-30 grammi al giorno, può aiutare, perché queste costituiscono agenti formanti massa, cioè aumentano il volume, ma riducono la consistenza delle feci, e contribuiscono alla regolarizzazione della flora batterica intestinale. Talora è opportuno il ricorso a lassativi osmotici, che hanno un'azione più performante, senza irritare la mucosa intestinale. Da evitare tutte le sostanze che hanno un'azione stimolante sulla motilità intestinale come la caffeina e la teina. I farmaci più utilizzati sono i lassativi, gli antidiarroici, gli antispastici, i procinetici, gli antidepressivi e gli ansiolitici. Talvolta si consiglia la psicoterapia o la fisioterapia.

Si può guarire?
Purtroppo è un disturbo che tende a un andamento cronico e ricorrente. L'aiuto dello Specialista è fondamentale, per migliorare la qualità della vita, e, chi soffre di questo disturbo, deve ricorrere a cicli terapeutici, deve regolare l'alimentazione e l'apporto di fibre, favorendo un'attività sportiva amatoriale, che possa ridurre lo stress del quotidiano.

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