Esiste un regime alimentare che detossina l’organismo e aiuta a bruciare meglio i grassi? Secondo la ginecologa americana Sara Gottfried, esperta di equilibrio ormonale, sì e nel suo libro, fresco di stampa, La dieta dei 7 ormoni (Sperling & Kupfer, 2016) spiega come molto dipenda dagli ormoni – estrogeni, insulina, leptina, cortisolo, ormone tiroideo, ormone della crescita e testosterone – responsabili del grasso in eccesso, degli attacchi di fame, della voglia di dolce e dei problemi della flora intestinale. «Ho trattenuto il meglio della mia esperienza, del mio lavoro e dei miei studi per riconvertire il tutto in un mio piano, frutto di una lunga esperienza medica, che ha già funzionato per me e per migliaia di donne», spiega Gottfried.

«La potenzialità più interessante di questa dieta è poter individualizzare la cura sulla base dei reali disturbi della persona, quando presenti. Per esempio, per un soggetto diabetico si potrà scegliere un percorso nutrizionale che privilegi (e sconsigli) alimenti diversi da quelli adatti, invece, a una persona con l’ipotiroidismo. Per entrambi queste scelte permettono sia la cura della forma fisica sia una riduzione dell'assunzione di molti farmaci», commenta Elisabetta Macorsini, biologa Nutrizionista.

Come funziona? Con un reset ormonale della durata di 21 giorni durante i quali si possono perdere fino a 7 kg: ogni tre giorni, per tre settimane, bisogna eliminare alcuni alimenti legati a un ormone particolare. Perché? Ognuno di questi ormoni è influenzato da determinati cibi. Il corpo cerca di far fronte alla situazione rallentando il metabolismo, accumulando grasso invece di utilizzarlo sotto forma di energia. Ecco come «resettare», secondo la dottoressa Gottfrid, questi ormoni e rilanciare il metabolismo.

Dal primo al terzo giorno. No a carne e alcol, sì a verdura, lenticchie e legumi di tutti i tipi, frutta secca, semi, merluzzo, salmone, sgombro, sardine, frutti di mare, pollo e uova. Un eccesso di estrogeni procura all’organismo uno stato di infiammazione che ostacola il dimagrimento. Una delle cause può essere un consumo eccessivo di carne.

Dal quarto al sesto giorno. No a zucchero bianco e di canna, miele, agave, sciroppo d’acero e ketchup, sì a patate dolci, zucca, quinoa, frutti di bosco, olive, avocado, cavolo, tarassaco, spinaci e bietole. Un eccesso di insulina causa un aumento di estrogeni e di testosterone provocando a uno stato di insulino-resistenza, che ostacola il dimagrimento perché si ha di nuovo fame anche se si è mangiato da poco. Inoltre, il fegato trasforma lo zucchero in adipe e si mette su peso.

Dal settimo al nono giorno. No ad alcol e solanacee, cioè patate, pomodori, melanzane e peperoni, sì a carciofi, crauti, germogli di erba medica, piselli, broccoli, zucca e carote. La leptina viene prodotta nelle cellule adipose e, come accade per l’insulina, invia un segnale di sazietà mentre si mangia. Se però si è in sovrappeso, le cellule adipose la producono in eccesso e i recettori vanno in tilt per cui non ci si sente mai sazi, si ha sempre voglia di mangiare e si accumulano chili.

Dal decimo al 12mo giorno. No a caffè, tè nero, tè verde, bevande gasate ed energetiche. Sì a legumi, verdure, acqua calda con limone e pepe di Cayenna, acqua calda con cardamomo e infuso alle erbe, spinaci e bietole. Troppi caffè e uno stress cronico possono fare aumentare il cortisolo. Quando questo ormone è in eccesso si diventa irritabili ed è più difficile controllare il peso. Il motivo? Aumenta il picco glicemico che, quando si abbassa, ci fa sentire affamati.

Dal 13mo al 15mo giorno. No a pane, cereali per la colazione, frumento, segale, orzo, avena, miglio, riso, farro, würstel, salumi, senape, besciamella, birra e spezie, sì a cavolo riccio, broccoli, lattuga, frutti di mare, pollame e uova bio. Gli ormoni tirodei condizionano il metabolismo, i livelli di energia, il peso e l’umore. Chi ha una funzione tiroidea rallentata dovrebbe eliminare il glutine che spesso provoca gonfiore e sovrappeso.

Dal 16mo al 18mo giorno. No a latte, formaggio, burro, kefir e yogurt, sì ai crostacei, pesci, carne, uova, semi, legumi, latte di mandorle, latte di cocco e latte di canapa. Insieme al cortisolo, l’ormone della crescita determina quanto grasso accumuleremo su pancia e fianchi. Uno dei motivi per cui il suo livello può salire troppo è il consumo di latticini, che a volte provocano uno stato di infiammazione che si manifesta con stanchezza, ansia e sovrappeso.

Dal 19mo al 21mo giorno. No a prodotti che contengano ftalati e parabeni; recipienti di plastica per conservare o cucinare, sì a cavoli, broccoli, cavolini di Bruxelles, timo, cumino, aneto, curcuma, origano e rosmarino. Alcune sostanze chimiche, come iquelle appena citate che si trovano nei prodotti per l’igiene personale e della casa aumentano i livelli di testosterone e di conseguenza, contribuiscono a bloccare il metabolismo.

Dal 22mo giorno. Reintroducete un alimento alla volta e “ascoltate” il vostro corpo. Non abbiate fretta di reintrodurli, ma fatelo gradualmente consumandoli una volta al giorno almeno per un paio di giorni e sempre nello stesso pasto per dare tempo al vostro intestino di adattarsi di nuovo all’alimento problematico e capire quali sono i cibi che bloccano il vostro metabolismo e, con l’aiuto di un medico, eliminarli o limitarli.

Regole quotidiane: cominciare la giornata con una tazza di acqua calda e limone, seguita da un frullato verde a colazione; consumare circa 450 gr di verdure al giorno, metà leggermente cotta, l’altra metà cruda; mangiare 25-40 gr di proteine a pasto (75-125 gr al giorno) prediligendo pesci a basso contenuto di mercurio, pollo o uova bio e una quantità limitati di legumi e soia non ogm; consumare 25-50 gr di carboidrati al giorno tra patate dolci, manioca, banane e frullati; scegliere cibi fermentati contengono probiotici naturali (yogurt, kefir, miso, crauti...).