Non ci sono più i polli di una volta! Solitamente considerato una scelta sana rispetto a carni rosse e/o più grasse, oggi il pollo non ha (più) lo stesso valore nutrizionale di molti anni fa. Essendo molto richiesto in tutto il mondo, gli allevamenti di pollo si sono dovuti adattare a discapito della qualità della carne.

A lanciare l'allarme è la Compassion in World Farming che ha notato un crescente aumento delle striature bianche di grasso, causato dall'allevamento intensivo cui vengono sottoposti gli animali. Uno studio del 2013 apparso sul Giornale Italiano di Scienze Animali ha provato che i petti di pollo con strisce bianche hanno il 200% in più di grasso del normale. Un altro studio del 2016 dell'Università del Texas conferma questa diagnosi, come riporta il Mirror: «la gravità è aumentata negli ultimi anni». A presentare questa caratteristica è stato il 96% dei 285 polli analizzati.

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Quali sono le conseguenze? La carne, eccessivamente grassa, non sarebbe più tenera come una volta. Lo studio si riferisce solo agli Stati Uniti, ma è emerso lo stesso problema anche nel Regno Unito, dove insieme all'Europa, la qualità media della carne è più alta. Non solo, il sapore è peggiorato. Attenzione, però, la carne di pollo resta ricca di proteine magre, ferro e vitamina B12, a patto che non venga fritta e infarinata. No panic: un portavoce del Consiglio Nazionale del Pollo ha rassicurato che il fenomeno riguarda solo una piccola percentuale di carne e non crea nessun problema di salute.

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