Elisa credeva che passare dall'euforia alla depressione fosse "normale". Fino a quando ebbe per strada una crisi grazie alla quale la malattia fu finalmente diagnosticata: disturbo bipolare.

A 12 anni di distanza riesco ancora a sentire il suono della sirena dei vigili del fuoco che mi accompagnano in ospedale. Era un pomeriggio di febbraio. Erano stati chiamati perché all'ora di pranzo mi ero sentita investita da una missione: la Vergine Maria mi aveva dato il compito di "fare del bene". Premetto che io sono agnostica, quasi atea! Mi fermo per strada e comincio a prendere delle monete dal mio portafoglio e a distribuirle ai passanti. Entro in una fontana e passo ai soldi di carta. Non so perché. Forse perché qualche giorno prima avevo visto La Dolce Vita in cui Anita Ekberg e Marcello Mastroianni si incontravano nella fontana di Trevi? Mi erano rimasti pochi soldi così andai al Bancomat e prelevai il mio limite giornaliero, 900 euro. Mi sentivo felice nel dare quello che avevo. In piedi con l'acqua a metà polpaccio e senza sentire il freddo lanciavo soldi. Fino a quando arrivarono i vigili del fuoco.

Arrivata al pronto soccorso, non mi accorsi subito che mi trovavo nel reparto psichiatrico. Pensavo di essere a Gerusalemme negli studi cinematografici per girare con Martin Scorsese sul Monte degli Ulivi. Io, però, non lavoro nel cinema, ma in banca. E non sono mai stata in Israele. Quel giorno, all'età di 36 anni, avevo avuto la più grande crisi della mia vita da bipolare. Per fortuna, l'unica. Grazie al mio ricovero, uno psichiatra ha diagnosticato il mio disturbo bipolare. Da allora assumo farmaci che regolano il mio umore e che mi evitano ricadute.

Il disturbo bipolare ha due facce: ci sono mesi di euforia seguiti da mesi di depressione. La crisi in piazza è stato il picco di una delle mie fasi euforiche, non è la mia quotidianità. Prima della diagnosi, alternavo mesi di esaltazione, che duravano anche due o tre anni di fila, durante i quali mi sentivo audace e sicura di me, a mesi di depressione in cui provavo un vero e proprio disprezzo verso me stessa e verso la mia vita. In questi periodi dormo tutto il giorno e non ho più interessi. Senza che avvenga qualche evento particolare e/o traumatico che possa giustificare questo cambiamento.

Disturbo bipolare: «tra la fase up e la fase down vivo una sorta di mare calmo emotivo»pinterest
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Ora so che questa è la caratteristica principale di questa malattia. Alcuni medici mi hanno prescritto antidepressivi in dosi da cavallo, che mi hanno portato a fasi "up" ancora più violente. Poi ho provato altri farmaci più specifici, i timoregolatori, che trattano il disturbo bipolare. Tra le due fasi, vivo un periodo "latente" di due o tre mesi, una sorta di mare calmo emotivo, dove non sono né "up" né "down". Poi il ciclo ricomincia, due o tre anni di iperattività e benessere. Questo è ciò che rende questa malattia diabolica: prima di una crisi estrema si passa da una sorta di Nirvana in cui mi sento come una pattinatrice leggera e leggiadra. Sensazioni che mi hanno permesso di lanciarmi in sfide professionali che mi hanno permesso di raggiungere ottime posizioni.

Quanto più la sfida è dura, più mi applico. Dormo cinque ore e mezzo a notte, lavoro sicura, non mi sento mai stanca, sono dinamica e non ho paura di niente. Prima dell'episodio della fontana dormivo solo tre ore a notte, a volte andavo a letto vestita, lavoravo tre ore a casa prima di andare al lavoro. La tragedia è che non resto così a lungo.

Controllo i numeri sulla sveglia in modo ossessivo, passo l'aspirapolvere in modo che la moquette sia "lisciata" tutta nella stessa direzione. Allo stesso tempo, la mia autostima rasenta la megalomania. Mi impongo su tutto e tutti, non mi sento mai fuori luogo, ridicola e soprattutto malata. A livello personale, sento il bisogno ossessivo di piacere a tutti.

Il mio disturbo bipolare implica anche una sessualità compulsiva. Faccio avances spudorate a un collega anche se sono innamorata del mio compagno. Il mio psichiatra mi ha detto che questo fa parte della malattia: la maggior parte degli individui bipolari vive una sessualità compulsiva. Cerco di conquistare la preda come per soddisfare una sorta di bisogno animale. Spesso sono andata in locali per incontri e in club per scambisti. In realtà io sono un'inguaribile romantica. Lo stesso vale per gli acquisti, faccio shopping compulsivo a tal punto da essermi indebitata.

Paradossalmente, le mie fasi di depressione sono più "facili" e meno dolorose da ricordare. È terribile sentirsi una persona inutile. Grazie al mio psichiatra il mio compagno mi è sempre rimasto vicino. Quando sono stata ricoverata era sommerso dai debiti e non sopportava la mia "isteria". Era convinto che lo prendessi in giro. Da quando ho accettato il mio disturbo bipolare, mi sento meglio con me stessa. Mi c'è voluto molto tempo per accettare la malattia. Sapere che ne soffrono anche Catherine Zeta-Jones e Ben Stiller mi è stato di grande aiuto.

La banca mi ha licenziato, per cinque anni ho lavorato part-time come insegnante di economia presso un istituto privato. I farmaci abbassano la concentrazione, non potrei più fare il lavoro che facevo un tempo, potrei commettere gravi errori. Ho voluto testimoniare perché vorrei che le lettrici con questi sintomi non esitino ad andare da uno specialista prima di vivere una crisi come la mia e sappiano che i miei amici non sono scappati tutti e che il mio compagno non mi ha mai abbandonata. Questo mi dà forza: so che mi ama per quello che sono.

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