Jet-lag dovuto a lunghi viaggi in aereo, turni di lavoro in cui si è costretti a dormire in orari diversi ogni giorno e periodi di insonnia cronica possono mettere a dura prova il ciclo sonno-veglia, ritmo circadiano che determina la ciclicità di alcune funzioni biologiche quali, appunto, il sonno, l'alimentazione, la temperatura corporea e alcune secrezioni ormonali. In questi casi potrebbe giovare l'assunzione di integratori di melatonina, una sostanza secreta (anche) da piante, animali e microorganismi, che agisce rallentando le funzioni dell’organismo e, quindi, diminuendo il tempo necessario a prendere sonno.

Ma non solo. Secondo Saumya Bhutani, ricercatrice della Stony Brook University School of Medicine di New York, che ha presentato i risultati del suo studio il 20 maggio al meeting annuale dell’American Geriatrics Society, tenutosi a Long Beach: «la melatonina ha il potenziale per ridurre l’infiammazione, e poiché viene comunemente impiegata per facilitare il sonno, potrebbe anche avere questi ulteriori effetti benefici, senza alcuna controindicazione. Il più importante passo da fare è continuare a indagare il potenziale della melatonina come farmaco antinfiammatorio».

In realtà tutti ogni giorno produciamo melatonina, un ormone secreto principalmente dall'epifisi, o ghiandola pineale, che ha la peculiarità di essere sintetizzata quando c’è buio, ovvero la sera e la notte con un picco tra le 2 e le 4 del mattino, per decrescere man mano che si avvicina il mattino. Ma come detto sopra, non sempre tutto funziona così regolarmente. Gli integratori a base di melatonina - reperibili in farmacia o in erboristeria sotto forma di compresse, sciroppi, tisane o, ultimo arrivato, spray - non contengono una dose maggiore a 1 mg di melatonina (0,5 per il jet-lag, 1 per i disturbi del sonno)