Sui dolori del parto si potrebbero scrivere tomi e tomi specie se potessimo raccogliere le testimonianze di chi li ha vissuti. Paragonati dalla maggior parte degli esperti a quelli prodotti da una colica renale questi dolori però - va detto senza alcun timore - sono seguiti dalla gioia più grande delle vita. Esistono delle tecniche per come evitare i dolori del parto /o gestirli al meglio? Accanto all'importanza della posizione giusta il dottor Maurizio Gnazzi, primo dirigente ostetrico nazionale alla Casa di Cura Santa Famiglia di Roma, ha (ri)scoperto un metodo che sembra essere molto efficace soprattutto per incanalare energie e concentrazione. Si tratta delle vocalizzazioni. Lo abbiamo incontrato per saperne di più.

Come può la voce attenuare il dolore durante il parto?
Dobbiamo fare un passo indietro e tornare all’arcaico, all’istinto primordiale. Quando si ha dolore, la cosa più istintiva è buttarlo fuori. Da sempre l’utilizzo della voce rende il dolore meno presente, apre il diaframma e aiuta la donna a sostenerlo di più. Un altro elemento antalgico, da sempre utilizzato, è l’acqua calda che, posta con una pezza sul perineo, regala un grande sollievo e senso protezione.

Come si impara la vocalizzazione?
Durante i corsi di accompagnamento al parto alla Santa Famiglia, dedichiamo due incontri alla vocalizzazione, in entrambe le fasi, quella del travaglio e quella espulsiva. In un momento dove il dolore viene solitamente soppresso con i farmaci, scopriamo che possiamo lenirlo attraverso la voce. È una modalità che insegno anche a chi accompagna la donna durante il parto, facendo simulare dolore attraverso l’esercizio fisico in modo da immedesimarsi con ciò che proverà lei e imparare come essere d’aiuto.

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Come si possono unire le respirazioni controllate con la vocalizzazione?
Il travaglio non si può controllare. Ci sono donne che ricorrono allo yoga, alla musico o all'aromaterapia, ma sono percorsi personali.

Che ruolo ha il silenzio prima, durante e dopo il parto?
Il silenzio è sacro perché una donna non nasce madre come un uomo non nasce padre. Il silenzio è rispettare nel travaglio il processo di trasformazione che la donna ha nel diventare madre, è la parte sacra attraverso la quale, tra una contrazione e l’altra, la donna si ricarica per affrontare il dolore che sta per tornare. Ai corsi chiediamo di rispettare il silenzio che in una società frenetica come la nostra, viene continuamente mortificato.

Come può essere di giovamento il partner a livello vocale, durante il travaglio e il parto?
La donna nel travaglio è vulnerabile e porta con sé questo zaino che è la vita. La chiusura lampo che la racchiude deve essere tenuta chiusa perché dentro c’è tutto: gioia, dolore, lacrime e sollievo. Il ruolo di chi la accompagna è proprio questo: non aprire lo zaino, coccolare e sostenere la donna. Vocalizzare e lenire. A volte basta solo tenerle la mano.