Giornata Mondiale della Contraccezione 2016. Basteranno gli occhioni azzurri perennemente sgranati della youtuber diciannovenne Cleo Toms (una vlogger da oltre 16 milioni di visualizzazioni con cui condivide le sue giornate di teenager) a convincere i ragazzi e le ragazze italiane a fare sesso sicuro e a usare i contraccettivi? È quello che si augura la Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia (Sigo, campagna Scegli Tu), che ha dedicato la giornata di oggi a informare e diffondere dati sul tema. «Nel nostro paese quasi il 25% delle donne si affida a sistemi poco sicuri (vedi coito interrotto, metodi naturali, e persino la buona sorte), mentre la pillola viene scelta solo dal 16 delle italiane», spiega Paolo Scollo, presidente Sigo. «Un problema soprattutto tra le più giovani e nel Mezzogiorno, dove vive oltre la metà delle 7819 baby mamme con meno di 19 anni censite dall’Istat nel 2014. Non a caso chiediamo da tempo interventi di educazione sessuale e all’affettività nella scuola, un invito che abbiamo appena rinnovato alla ministra Stefania Giannini». Anche per questo, assodata la diffidenza verso gli ormoni di giovanissime e non, molti ginecologi oggi puntano sulla mini spirale (ora ribattezzata Ius, IntraUterine System), approdata nelle nostre farmacie dal 2014. «È piccola e smart, e ha una efficacia contraccettiva vicina al 100% dato che elimina il problema delle dimenticanze serali», assicura Emilio Arisi, presidente della Società Medica Italiana per la Contraccezione. «In più agisce solo a livello locale con una micro dose di progestinico e zero estrogeni, non provoca infiammazioni uterine ma crea semplicemente un “tappo” di muco cervicale capace di sbarrare il passo a spermatozoi, e quindi non dà problemi per la fertilità futura. Ecco perché è particolarmente adatta alle giovanissime, un tempo escluse dalla prescrizione dello iud». Per saperne di più su questo e altri metodi disponibili, ecco un articolo pubblicato qualche tempo fa.

«La sera proprio non me la ricordo, è più forte di me». «Appena la prendo, ho la sensazione di ingrassare». «Dopo l’allarme sui rischi di trombosi, gli ormoni mi fanno paura»... Sono solo alcune delle tante motivazioni che tengono lontane le italiane dalla pillola: la usa appena il 16,2%, contro il 41,5% delle francesi, tanto che siamo al terz’ultimo posto nella classifica europea per l’accesso alla contraccezione sicura. Lo dice il Barometer of women’s access to modern contraceptive choice, studio promosso dall’Unione Europea. Anche per questo le alternative si stanno moltiplicando, così come la ricerca scientifica del settore: dalla minispirale al cerottino di dimensioni (e dosi) supercontenute prossimamente in arrivo, all’###b

Fit and forget. Ideale per chi ha già avuto figli e preferisce “dimenticarsi” della contraccezione, lo iud ora diventa piccolo, e prende il nome di ius (IntraUterine System). Caduto in disuso il modello con rame, specie per il sospetto di favorire infiammazioni croniche, la spirale si è rinnovata. Attualmente la più richiesta dalle donne che hanno già avuto figli è quella che rilascia piccole quantità di progestinico. A fianco della formulazione classica, da pochi anni è in vendita un dispositivo di dimensioni ridotte e con un quantitativo di levonorgestrel inferiore, che si è rivelato più adatto alle donne di corporatura esile e alle più giovani (anche se molti ginecologi continuano prudentemente a consigliare la spirale a famiglia completata). «Se in Europa viene usata dal 15% delle donne in età fertile, da noi la percentuale scende al 5%», dice Valeria Dubini, Consigliere nazionale Sigo (Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia). «Eppure oggi i contraccettivi intrauterini più innovativi - con rilascio di basse dosi di progestinico - garantiscono un’efficacia del 99,9%, e sono una soluzione così pratica che gli anglosassoni la definiscono “fit and forget”: niente calcoli né sforzi mnemonici e zero interferenze con la sessualità, per 3-5 anni, oltre che per la fertilità futura. Perché non ripensarci?».

Tenere un segreto. È una sorta di bastoncino: lo applica il medico e dura 3 anni. Ora disponibile in versione light. La seconda alternativa per quelle che “la pillola tutte le sere proprio non me la ricordo” è approdata in Italia tre anni fa ma è ancora poco conosciuta: si tratta del bastoncino, ovvero di un contraccettivo ormonale sottocutaneo di seconda generazione (il primo, a dosaggi superiori, aveva dato problemi). Lo applica il ginecologo inserendolo sottopelle nel braccio. Misura 4 cm per 2 millimetri di spessore, è praticamente invisibile, ha una durata di tre anni ma può essere rimosso in qualsiasi momento con anestesia locale e senza cicatrici. «Contenendo solo un progestinico, l’etonogestrel, è ideale per chi vuole la sicurezza della pillola ma ha ferree controindicazioni agli estrogeni», spiega Rossella Nappi, docente di ginecologia dell’Università di Pavia. «Per esempio chi soffre di emicrania con aura, o ha rischi cardiovascolari, ipertensione, diabete e obesità, dipendenza da fumo. O chi desidera un family planning a lungo termine, vedi chi ha già figli o chi si avvicina alla menopausa».

Rito mensile. Da inserire una volta ogni quattro settimane, l’anello vaginale è un altro metodo che garantisce totale sicurezza. Se tre anni sono troppi, c’è una terza alternativa che azzera i pensieri per un mese: è l’anello vaginale, un sistema di controllo delle nascite di tipo ormonale affidabile quanto il confettino, ma che non necessita di assunzione quotidiana. «L’applicazione è facile come quella di un assorbente interno», spiega ancora la professoressa Nappi. «Piccolo e morbido (il diametro è di circa 5 centimetri e mezzo), l’anello va inserito in vagina e poi si può dimenticare per tre settimane: nella quarta, di intervallo, in genere arrivano le mestruazioni. Proprio per questo è ideale per le ragazze che vorrebbero una contraccezione sicura ma nutrono dubbi e timori, non essendo informate sui sistemi disponibili. Per esempio non sanno che l’anello, a fronte di bassi dosaggi, è sicuro come la pillola ma ha una efficacia a prova di smemoratezza e di disturbi gastrointestinali e può essere rimosso in ogni momento: una pillola senza pillola».

Patch settimanale. Ovvero il cerottino, contraccettivo ormonale per smemorate croniche (con molto stile). Unico metodo contraccettivo ormonale ad assunzione settimanale, anche il cerotto è una pillola senza pillola: una volta applicato sulla pelle (in zona discreta tipo glutei, pancia o schiena), rilascia nell’arco di 7 giorni la dose di estrogeni e progestinici necessaria a impedire l’ovulazione e a rendere più consistente il muco cervicale, poi va sostituito per un totale di 3 cerotti al mese. «Va detto che la dose di estrogeni impiegata nei patch in commercio è lievemente superiore rispetto ad alcune pillole e all’anello», avverte Rossella Nappi. «Ma il cerotto ha il vantaggio di utilizzare norelgestromina, progestinico molto simile al progesterone naturale che aiuta a combattere acne e l’ipertricosi, e a controllare l’aumento di peso». Quanto ai dosaggi, pare sia in arrivo anche in Italia (tra il 2014 e il 2015) un nuovo cerottino trasparente con dosi ridotte di etinil estradiolo e levonorgestrel, presentato nel 2012 all’American College of Obstetricians and Gynecologists.

Last minute. Riservata a casi di emergenza, alla "pillola" del giorno dopo ora si è aggiunta quella dei 5 giorni dopo. Un profilattico rotto, un rapporto a rischio (neanche i maghi hanno il pieno controllo del coitus interruptus)... In situazioni come queste, per evitare di trovarsi poi di fronte a scelte dolorose come l’interruzione di gravidanza, meglio ricorrere alla contraccezione d’emergenza. Fino a pochi anni fa c’era solo la pillola del giorno dopo (in realtà attiva fino a 48 ore dopo), con levonorgestrel. Oggi c’è anche quella dei cinque giorni dopo, a base di ulipristal. Entrambe vanno usate in casi eccezionali, perché sottopongono l’organismo allo stress di ormoni ad alto dosaggio. Vanno richieste in pronto soccorso o consultori. «La nuova soluzione è particolarmente efficace perché nelle prime 24 ore dal rapporto riduce di ben 2/3 il rischio di gravidanza indesiderata rispetto al vecchio farmaco, e lo dimezza entro le 72 ore», spiega ancora Rossella Nappi. «Il problema è che poi non tutte le strutture pubbliche sono pronte a rispondere».

Generazione senza. Senza certezze, senza contratto, senza mutuo né tantomeno casa, la generazione delle under trenta sembra aver imparato a vivere anche senza contraccezione, come testimoniano le ultime ricerche. Secondo GfK Eurisko quasi la metˆ delle italiane tra i 18 e i 26 anni non usa alcun metodo, e in un caso su 5 ha alle spalle una gravidanza indesiderata; mentre Barometer, ricerca della UE, ci relega al quinto posto in fatto di educazione sessuale. Per ragazze (e no), due campagne in rete (sceglitu.it e lapillolasenzapillola.it): più consapevolezza per tutte.