Cosa fare quando si scopre di avere un tumore al seno e dopo averlo sconfitto? Che stile di vita abbracciare durante e dopo la radio e la chemioterapia secondo gli esperti per stare e sentirsi meglio? «La sfida è ritrovare la femminilità in un momento in cui la donna ha perso l'armonia del suo seno, ha perso i suoi capelli e i suoi ormoni a causa dell'assunzione di farmaci antiormonali e non ha più voglia di avere una femminilità anche perché è proprio in questa femminilità che è stata colpita dalla malattia», spiega la dottoressa Paola Martinoni, oncologa fondatrice dell’###b

Tumore al seno - fattori di rischio. «In Italia ogni anno oggi 50mila donne si ammalano di tumore mammario a fronte di 500 uomini. Nel 2015 erano 48.300, quindi, si sta registrando un incremento della sua incidenza, ma, rovescio della medaglia, dopo si vive più a lungo che in passato. In Italia la sopravvivenza poi è più alta rispetto agli altri Paesi europei. Ma quali sono i fattori di rischio per sviluppare un tumore al seno? Avere la mammella, l'avanzare dell'età perché è una malattia degenerativa, avere una familiarità soprattutto se in famiglia si sono ammalati parenti di primo grado, essere portatori delle mutazioni BRCA1 e BRCA2, gravidanza dopo i 30 anni, menarca precoce, menopausa tardiva, esposizione ai raggi X, obesità e dieta ricca di zuccheri», spiega l'oncologo Giuliano Lucani, segretario dell'Anisc, Associazione Nazionale Italiana Senologi Chirurghi.

Tumore al seno - prevenzione. «Come fare prevenzione primaria? Ovvero come non fare venire o non fare tornare il tumore? Attraverso la dieta, assumendo, per esempio, fitoestrogeni, in primis soia e legumi, e olio d'oliva ed evitando zuccheri, farine raffinate, grassi animali, alcolici e fumo, con la pratica costante di attività fisica, facendo esami radiologici solo se strettamente necessari. Poi c'è la prevenzione secondaria grazie alla quale si può scoprire precocemente il tumore della mammella. Ricordiamo che la diagnosi precoce ha un risvolto importantissimo sul tipo di intervento e sulla durata di sopravvivenza», prosegue l'oncologo.

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Tumore al seno - mastectomia. «A un intervento demolitivo oggi deve seguire una ricostruzione più o meno a distanza di circa tre mesi dall'intervento. Spesso, però, insorgono in seguito delle insofferenze mammarie indotte dalla chirurgia, dall'immunoterapia, dalla chemioterapia che agisce sulle cellule tumorali, ma anche sulle cellule che sono in riproduzione, dalla radioterapia. Tutto questo comporta un danno cutaneo, ecco perché bisogna sottoporsi a trattamenti dermocosmetici per minimizzarli».

Tumore al seno - volontariato. «Questo tipo di attività dopo il tumore ha un'importanza fondamentale perché migliora l'umore della paziente e la sua autostima, aiuta a ridurre gli effetti collaterali della terapia come la perdita di capelli. Il volontariato porta notizie, aiuta e informa su vari tipi di problematiche, facilita il superamento di eventuali blocchi relazionali e ha anche un peso politico. Una volta, infatti, le protesi dovevano essere pagate dalle donne, oggi non più. Lo stesso vale per il test genetico che ora per le donne selezionate è gratis», conclude l'oncologo.

Tumore al seno - pelle. «La radioterapia rispetto a molti anni fa ha ridotto drasticamente, oltre alla tossicità, anche situazioni di ustioni, cicatrici e disastri chirurgici. Cosa dà fastidio alla donna? Il tatuaggio, il marchio della radiografia, la non ricostruzione di tipo chirurgico, una sottovalutazione di quella che è la parte estetica. A volte noi dermatologici ci ritroviamo a dovere trattare conseguenze delle terapie contro il tumore come una tossicità acuta che si verifica dopo due o tre mesi dopo la radioterapia o una tossicità cronica che può arrivare dopo due, tre, cinque, dieci anni. Ovviamente se la regione irradiata è più grande o l'irradiazione deve essere elevata più alto è il rischio di tossicità, ma le apparecchiature hanno fatto passi da gigante negli ultimi anni sia nell'efficacia sia nella localizzazione. Ogni paziente però è a sé: il radiologo tratta un tessuto, ma non tutti i tessuti sono uguali, perché ci sono pazienti che arrivano da una chemioterapia e/o seguono delle terapie e/o hanno delle forme infiammatorie in atto», spiega il dottor Ezio Croci, dermatologo presso la clinica Columbus.

Tumore al seno - femminilità. «Per l'Associazione Libellule Onlus è molto importante dare alla donna colpita da tumore dei consigli e, perché no, un cosmetico dopo le terapie che le faccia del bene. Una crema seno non fa miracoli, ovviamente, ma avere sul comodino una crema dove c'è scritto "crema seno" e usarla magari dopo una giornata faticosa è un modo efficace per prendersi cura di sé, fare l'autopalpazione, conoscere o riconoscere il proprio seno. Quando la donna ha fatto una radioterapia ha anche delle grosse problematiche al seno, quindi, una crema rinfrescante dà sollievo», continua Martinoni.

Tumore al seno - stili di vita. «Le donne con tumore al seno vanno dall'oncologo, dal chirurgo e dal dermatologo per parlare della loro malattia. Dalla ginecologica, invece, vanno a parlare non della loro sopravvivenza, ma della loro vita, una vita nuova, di come stanno adesso. Queste donne riscoprono il valore della vita, ogni giorno è un giorno regalato. Per lo più di tratta di donne che hanno dai 45/50 anni, che hanno, quindi, una vita davanti. La ginecologa dovrebbe concedere loro un paio di minuti per parlare della malattia, poi parlare di altro. Il tumore al seno più spesso compare in un periodo della vita di una donna pieno di cambiamenti perché dai 50 anni in poi le donne se hanno figli ora sono "grandi", devono riscrivere spesso la relazione affettiva, sono in menopausa, il loro corpo cambia, e devono riprendere coscienza del proprio corpo. È importante aiutarle a non sentirsi vittime né colpevoli, ma a rinascere e a concentrarsi su nuovi stili di vita tenendo presente la persona che abbiamo davanti. Ad alcune donne posso consigliare di uscire con le amiche, ad altre un viaggio, ad altre ancora una maratona, ad altre, infine, lo yoga perché la paziente deve sentirsi compresa. Consiglio spesso loro la scuola di cucina del dottor Franco Berrino dell'Istituto di Tumori dove le donne imparano a cucinare sano», spiega la dottoressa Maria Virginia Vinci, Medico ginecologo presso la Clinica Columbus.

Tumore al seno - sessualità. «Le donne che hanno avuto un tumore al seno devono capire che devono stare bene, che non si devono colpevolizzare se hanno sviluppato la malattia. Negli ultimi cinque anni l'Ordine dei Medici della Lombardia e AOGOI - Associazione Ostetrici Ginecologi Ospedalieri Italiani sta spingendo sempre più a educare noi ginecologi sullo stile di vita e sulla sessualità durante e dopo un tumore al seno. Queste donne hanno paura del proprio corpo, devono ricominciare a prendersene cura anche con una crema: "Tocco il mio seno che ora è sano e me ne riapproprio", "Se lo massaggio con una formulazione naturale che nutre e fa bene alla mia pelle mi prendo cura di me e mi sento nuova", "Posso toccare anche la zona dei miei genitali". Purtroppo spesso la donna durante le terapie contro il tumore al seno deve assumere degli ormoni che esasperano i sintomi della menopausa come la secchezza genitale che può migliorare con l'utilizzo di buone formulazioni idratanti. Anche la radiofrequenza dà buoni risultati. La paziente deve dirsi: "Se uso delle creme specifiche mi riapproprio dei miei genitali, se mi amo anche il mio compagno mi amerà". La donna dopo il tumore il seno ha il diritto di vivere, non sopravvivere, di piacersi, di essere di nuovo serena e di amarsi», conclude Vinci.

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