Calcolare l'ovulazione è un terno al lotto? Esistono metodi efficaci per sapere quando si è più fertili? Abbiamo incontrato Alessandra Graziottin, direttore Centro di Ginecologia e Sessuologia Medica San Raffaele Resnati di Milano, per fare luce su questo tema così delicato e spesso soggettivo, per non commettere errori evitabili e per distruggere falsi miti duri a morire.

Domande e risposte sul calcolo dell fertilità femminile

L'ovulazione, o giorno fertile, è solo il 14mo giorno dopo le mestruazioni?

No, sono fertili anche i giorni che precedono e che seguono l’ovulazione. Per questo si parla di “periodo fertile”, che normalmente dura circa una settimana.

Perché una settimana?

Perché l’ovulazione, anche in un ciclo regolare, può essere anticipata o ritardata di qualche giorno. E perché gli spermatozoi possono vivere nelle vie genitali femminili per almeno 72 ore, e a volte anche 120 ore, dopo il rapporto. Per questo si parla di massima fertilità a metà ciclo.

Si può rimanere incinta nelle altre fasi del ciclo?

Sì, c'è una piccola probabilità di concepimento anche nelle altre fasi del ciclo. Il momento preciso dell’ovulazione, infatti, dipende non solo dalla regolarità del ciclo, ma anche da molteplici fattori psicologici, emotivi e legati allo stile di vita, che possono anticipare o ritardare il giorno cruciale.

Durante l'ovulazione il desiderio femminile è più forte?

L’ovaio, oltre alla cellula uovo, produce anche gli ormoni femminili, estrogeni e progesterone, e un ormone maschile, il testosterone. Quest’ultimo, a piccole dosi, aumenta anche nella donna il desiderio e l’interesse sessuale, soprattutto all’ovulazione.

Come mai alcune coppie fanno fatica ad avere un bambino?

La stagione dell’oro della fertilità femminile dal punto di vista biologico è intorno ai 18-20 anni. Poi comincia a ridursi gradualmente, con una caduta più netta a 30 anni, un’altra a 35 e un crollo finale a 40. Molto poi dipende dalla salute generale e ginecologica, dallo stato dell’utero e delle tube, e in caso di fecondazione assistita, dalla qualità degli ovociti propri o della donatrice. A tutto questo bisogna aggiungere anche la compatibilità immunologica di coppia.

Quanto si dovrebbe aspettare prima di fare gli esami per la fertilità?

Di regola, in persone che non abbiano avuto interventi chirurgici o malattie note per ridurre la fertilità, come l’endometriosi o le infezioni pelviche, e che abbiano meno di 35 anni, si tende a consigliare un anno di rapporti liberi prima di iniziare gli esami per la fertilità in entrambi i partner.

Che stile di vita consiglia ai suoi pazienti per migliorare la loro fertilità?

  • Alla donna sconsiglio diete drastiche, che stressano anche l’ovaio. La esorto a: mantenere un peso normale: sovrappeso e obesità, ma anche la magrezza eccessiva, riducono la fertilità, quanto più il peso si allontana dall’ideale per l’altezza di quella donna.
  • Avere un’attività aerobica quotidiana (almeno mezz’ora-45 minuti di camminata veloce al giorno, per ottimizzare l’utilizzo periferico dell’insulina, che aiuta a mantenere una più regolare funzione ovulatoria dell’ovaio e prevenire la sindrome da policistosi ovarica);
  • Evitare completamente il fumo che danneggia follicoli e ovociti, le nostre cellule riproduttive, e può anticipare la menopausa di ben due anni, per completa distruzione dei follicoli ovarici;
  • Ridurre l’alcol, a non più di due-tre unità alcoliche alla settimana (un'unità alcolica equivale a un bicchiere di vino, una lattina di birra o un bicchierino di superalcolico) perché l’alcol può colpire la fertilità con effetti diretti e indiretti; usare sempre il profilattico fin da giovane, per evitare le infezioni da chlamydia o gonococco che sono la prima causa di sterilità da lesione delle tube.

All'uomo consiglio di fare controlli periodici andrologici o urologici fin dall’adolescenza. Il varicocele, per esempio, riduce la fertilità ed è uno dei fattori maschili curabilissimi eppure più trascurati. Anche per lui niente fumo e sì, sin da giovane, al profilattico.