"Come mai hai ancora quella pancia?". "Non è che ne hanno dimenticato uno dentro?". "Congratulazioni, sei di nuovo incinta". Molte sono le donne che a poche settimane o mesi dal parto si sentono porre queste imbarazzanti domande. Una volta su tre si tratta di diastasi addominale. Spesso, infatti, una pancia molto prominente non è dovuta, come spesso erroneamente si crede, a una dieta sbagliata, a pigrizia o a intolleranze alimentari. E questa patologia, più diffusa tra le over 35 anni, chi porta in grembo un feto con un peso elevato, nelle gravidanze gemellari o chi ha avuto più gravidanze, oltre a creare un problema estetico, può essere causa di ernie epigastriche e/o addominali, prolassi e di disturbi quali dolori lombari, incontinenza, nausea e perfino difficoltà di respirazione e digestione. Queste neo mamme si sentono a disagio, sono preoccupate, perdono autostima e le domande inopportune sopra citate per loro sono come spade che trafiggono la loro anima.
Diastasi addominale - come riconoscerla. "Spinta da quel sentimento di sconforto, decisi di darmi da fare, anche se in cuor mio sentivo che era troppo presto. Che cosa potevo fare di meglio se non degli addominali? Provai a farli e mi accorsi che la mia pancia, a ogni crunch, assumeva una strana forma a punta, sembrava quasi di avere una pinna; quindi, perplessa, decisi di lasciare perdere la ginnastica. Cercavo di accettare questa mia nuova condizione fisica, ma quando mi sentivo ripetere "hai un bimbo meraviglioso, cosa ti interessa della pancia?" o "il dono più meraviglioso ce l'hai sul grembo non in grembo, soffrivo profondamente", ci racconta Elisa B.
Diastasi addominale - soluzioni. "Passavo ore ad allattare il mio bimbo e lo guardavo, persa in così tanto amore da non accorgermi dei continui dolori lombari; con il passare del tempo, poco alla volta, iniziai a prendere coscienza dei miei problemi, prestando attenzione a tutti i miei sintomi. Non stavo bene. Dal letto, certe mattine, mi alzavo solo se ero sola con mio figlio, mi rendevo conto che, a causa dei miei fastidi, stavo togliendo del tempo alla mia famiglia. Dovevo darmi da fare. Dovevo capire. Dovevo trovare un rimedio. Iniziai a fare visite, esami, analisi, con i risultati puntualmente negativi. Ero sconfortata. A un certo punto, provai anche a fare delle ricerche in rete. Inserii tutti i miei sintomi nel motore di ricerca, premetti invio e come prima risposta trovai diastasitalia.it".
Diastasi addominale - intervento. "Parlava di una patologia legata al distacco dei retti addominali (durante la gravidanza le due metà dell’addome si dividono naturalmente per fare spazio all’utero che cresce, andando incontro a una diastasi del tutto fisiologica, che avviene per la stragrande maggioranza delle donne, ndr). Lessi velocemente pagina per pagina, ricordo ancora oggi il magone e allo stesso tempo il sorriso che mi si stavano disegnando in volto. Avevo trovato un nome a ciò che avevo, distasi addominale. Mi informai sul da farsi per gli step principali: ecografia, visita chirurgica, esami preoperatori, intervento. Presa dall'euforia non diedi peso alla parola "intervento". A mente fredda, poi, mi convinsi che non era una cosa fattibile, il post-operatorio sarebbe stato impegnativo, non avrei potuto prendere in braccio mio figlio per un bel po' di tempo, per due settimane sarei dovuto stare sdraiata, sarei dovuta dipendere dagli altri".
Diastasi addominale - a chi rivolgersi. "D'altro canto, però, ero stanca di sentirmi male e di assumere medicinali. Sentimenti in lotta. Tentennai per mesi, fino a quando decisi che era arrivato il momento di prendermi cura anche di me stessa. Andai in ospedale per l'intervento con mia madre. Il sostegno di una persona cara è fondamentale. Mi resi conto, solo dopo qualche ora dal risveglio, che potevo parlare al passato di questa patologia. Sdraiata a letto, giorno dopo giorno, assaporavo la mia ritrovata funzionalità, la scomparsa dei miei fastidi. Ora guardo la mia pancia attraversata da una cicatrice, che per me rappresenta la fine di un brutto periodo e il ritorno a giornate spensierate. Per me quella cicatrice rappresenta la mia rinascita come mamma e come donna", conclude Elisa.
Diastasi addominale - cos'è. Colpiti da questo racconto e incuriositi da questa patologia non molto conosciuta e dalla possibilità di un intervento risolutivo abbiamo incontrato la dottoressa Mariarosa Romeo, Specialista in Chirurgia Plastica, Ricostruttiva ed Estetica nonché direttore medico del Centro Grandi Ustioni A.O. Città della Salute e della Scienza di Torino- presidio C.T.O., per saperne di più. “La diastasi addominale è un allargamento fisiologico o patologico, a seconda della distanza che si instaura tra i due ventri dei muscoli retti che formano gran parte della parete muscolare addominale, dovuto a un assottigliamento sino alla rottura del tessuto fibroso-connettivo, linea alba, che li tiene uniti. In genere nella donna la diastasi addominale è conseguenza di una gravidanza ed è fisiologica se nell’arco dei tre o quattro mesi successivi al parto il quadro clinico instauratosi torna alla normalità, mentre è patologica se peggiora sino a un punto di rottura nei casi medio-gravi con l’instaurarsi di un vero e proprio laparocele e successivo impegno attraverso una breccia della parete degli organi endoaddominali, ernia".
Diastasi addominale - in quali soggetti si manifesta. "Può essere anche conseguenza di eccessiva lassità delle strutture anatomiche per l’età avanzata del soggetto oppure in condizioni di aumento di peso corporeo, come si vede nei casi di forte obesità. Anche sforzi eccessivi e continuativi possono promuovere questa situazione patologica. La diastasi in casi eccezionali e negli uomini soprattutto, può essere congenita e presente sin dalla nascita".
Diastasi addominale - sintomi. "Vanno da un gonfiore a livello dell'addome soprattutto postprandiale a disturbi connessi con l’equilibrio statico e dinamico della muscolatura toraco-lombare, causando tutta una schiera di sintomi che vanno dal dolore lombare sino all’incontinenza con il coinvolgimento del pavimento pelvico".
Diastasi addominale - come prevenirla. "È utile durante la gravidanza, soprattutto se è gemellare o se già dalla prima gravidanza si era instaurato uno sfiancamento della parete muscolare, o durante il calo ponderale post-bariatrico, farsi seguire da uno specialista in fisioterapia in modo da rinforzare in modalità passiva i muscoli addominali e pelvici e “scaricare” quelli lombari e paravertebrali in genere. È utile avere una corretta postura sia quando si è in movimento sia quando semplicemente si sta seduti. Se la situazione, dopo che si sia instaurata, non dovesse migliorare occorrerebbe effettuare un’ecografia della parete muscolare addominale per valutare il grado di diastasi e nei casi più complicati una risonanza magnetica per meglio reperire eventuali erniazioni di contenuto endoaddominale".
Diastasi addominale - quando diventa necessaria la chirurgia. "La diastasi dei muscoli retti diventa chirurgica quando la qualità di vita del soggetto risulti compromessa -difficoltà digestive, moderato meteorismo dovuto a un’aumentata peristalsi intestinale e visibile a occhio nudo sulla parete addominale, incontinenza urinaria per minimi sforzi, lombalgia diffusa - e si sia già instaurato un quadro di erniazione degli organi addominali”, conclude Romeo.
Diastasi addominale - a chi rivolgersi. Nel caso di diastasi medio-gravi, l’unico rimedio risolutivo è il trattamento chirurgico basato sulla sutura dei retti addominali cui solitamente segue un’addominoplastica funzionale. Solo alcune Regioni italiane coprono l’intervento con il Sistema Sanitario Nazionale, con parametri tra loro molto diversi. I tempi di attesa, poi, variano da pochi mesi a diversi anni a seconda della struttura. Per divulgare la conoscenza di questa patologia, nel 2015, è nato il gruppo Facebook Diastasi Italia Official Group che a oggi accoglie, supporta e sostiene quasi 19mila donne che presentano o hanno risolto questo problema e in seguito, grazie all’attività di volontariato di alcune mamme, è nata anche l’Associazione Diastasi Italia ODV. L’associazione mira a fare riconoscere la diastasi addominale come una patologia operabile in tutte le Regioni d’Italia tramite Servizio Sanitario Nazionale. Ha anche pubblicato una petizione rivolta al Ministero della Salute che a oggi ha raccolto oltre 43mila firme!