Per essere felici bisogna prima di tutto capire cos’è la felicità. Per Epicuro è l'amicizia, per Democrito la tranquillità dell’animo, per Socrate significa prendersi cura dell'anima mediante la conoscenza, per Madre Teresa di Calcutta è un percorso, non una destinazione, per Jacques Cousteau è conoscere e meravigliarsi, per Gandhi è quando ciò che pensi, ciò che dici e ciò che fai sono in armonia, per Thomas Jefferson è un diritto inalienabile, per gli edonisti corrisponde al conseguimento del piacere immediato, per gli scienziati è una serie di reazioni chimiche situate nel cervello che coinvolgono sostanze che ci fanno provare sensazioni di benessere come la dopamina, la serotonina, l'ossitocina e le endorfine. Ma come possiamo aumentare il tasso della felicità nostro e di chi ci sta intorno?

Cercando un approccio più inclusivo. La Giornata della Felicità (20 marzo) è stata istituita dall'Assemblea generale dell'ONU il 28 giugno 2012 con la risoluzione A/RES/66/281 dell'Assemblea che stabilisce che la ricerca di questo stato d'animo è uno scopo fondamentale dell'umanità, riconoscendo inoltre la necessità di un approccio più equo ed equilibrato alla crescita economica che promuova lo sviluppo sostenibile e l'eradicazione della povertà. Cercare di raggiungere questo stato tanto desiderabile quanto sfuggente deve, quindi, essere una sfida quotidiana da esercitare coltivando i propri affetti, i propri sogni e le proprie speranze coinvolgendo in modo positivo chi ci sta intorno.

Dedicando 30 minuti al giorno a se stessi. Lo sostiene uno studio dell’Osservatorio Grimbergen, una delle più antiche birre d’abbazia belghe, condotto con metodologia WOA (Web Opinion Analysis), attraverso un monitoraggio sui circa 1800 italiani. Sì mezzora in propria compagnia potrebbe metterci in pace con il mondo.

Allenandosi a essere ottimisti. Sì, questo stato d'animo va allenato proprio come facciamo con i nostri muscoli e il nostro fiato in palestra o al parco. Secondo Gretchen Rubin, la guru di Happiness at home, felicità chiama felicità esattamente come i pensieri negativi e le persone tossiche possono trascinarci in un tunnel dal quale è difficile uscire. Il suo consiglio, quindi, è: pratica l’ottimismo ovvero affronta le situazioni negative senza perdere mai le speranze e circondati di persone che vedono sempre il bicchiere mezzo pieno e fai decluttering delle cose materiali che non sono indispensabili.

Tenendo alla larga i nemici della felicità. Grazie a una ricerca condotta dall’Università di Harvard su oltre 700 persone per 79 anni è stata recentemente stilata una lista di cose che garantiscono un’esistenza serena o che possono minarla. Tutti i partecipanti erano concordi sul fatto che a renderci felici sono le buone relazioni, sia familiari sia sociali, non i soldi e/o il successo. Al contrario avere pochi o nessun interesso condiviso ci portaad ammalarci e a fare degenerare il nostro cervello. Come insegna il Bhutan che misura il proprio benessere con la felicità interna lorda impariamo ad alimentare la nostra energia e la nostra parte sociale e vivere più equilibrio e in armonia con chi è vicino tenendoci il più alla larga possibile dalla solitudine.

Andando in bicicletta. Analizzando come la durata, la modalità, lo scopo e la compagnia durante un viaggio influenzassero il benessere di un individuo una ricerca guidata dall'Università del Minnesota e pubblicata su Transportation Research Part A: Policy and Practice ha attribuito alle due ruote il primato del mezzo di trasporto giornaliero che rende più soddisfatti. Il mezzo che, invece, genera più infelicità è il trasporto pubblico. Fondamentale al buonumore ovviamente è risultato se ci si sposta per raggiungere un amico o la palestra fisica. Secondo la ricercatrice Yingling Fan, infine, conta moltissimo anche la compagnia quando si viaggia: "la nostra ricerca dimostra che viaggiare con gli amici e con la famiglia, soprattutto con i bambini, non è solo più felice, ma più significativo".

Mangiando(si) una pizza. Bianca o rossa, tradizionale o gourmet, artigianale o surgelata, non esiste luogo in tutto il mondo in cui la pizza non rappresenti l’emblema della felicità a tavola. E i numeri del business legati a questo piatto testimoniano un trend in continua ascesa, anche nel comparto “sottozero”. Secondo l’IIAS – Istituto Italiano Alimenti Surgelati, nell'ultimo anno gli Italiani ne hanno mangiato oltre 1 kg e mezzo a testa, privilegiando la Margherita e i consumi di pizze surgelate rappresentano oggi il 20% circa del mercato complessivo.

... ma in compagnia. Secondo una ricerca dell'Università di Oxford più spesso le persone mangiano con gli altri più è probabile che si sentano felici e soddisfatti delle loro vite. Buonissime notizie per gli italiani! Secondo un’indagine di WMF, brand tedesco specializzato in prodotti da cucina, infatti, l'Italia è il primo Paese europeo per pasti consumati in compagnia, ben 14 al mese. Il momento di un pasto in compagnia che preferiamo? Per due italiane su tre la preparazione. Meditiamo/rimediamo/organizziamo.

Prediligendo alimenti del buonumore. “I cibi ricchi di specifici micronutrienti come le vitamine del gruppo B , la vitamina C, gli omega-3 e il triptofano possono migliorare concentrazione e memoria. Il triptofano in particolare ha un effetto positivo sullo stress, perché, in presenza di vitamine del gruppo B, di carboidrati e di ferro, aumenta la produzione della serotonina”, commenta Michelangelo Giampietro, medico specialista in Scienza dell’Alimentazione e in Medicina dello Sport, interpellato dal Consorzio di Tutela Bresaola della Valtellina IGP. Quali alimenti lo contengono? I cereali, i legumi, la bresaola, le sardine, le uova...

Comprandosi qualcosa... all'alba. Secondo una ricerca Privalia, il sito di shopping online parte di Veepee, il 76% dei consumatori si dichiara più felice dopo un acquisto online e ama lo shopping mattutino in particolare tra le 7 e le 10. Quale sarebbe l'acquisto più gettonato? L’abbigliamento (51%), seguito da scarpe e decorazioni per la casa. Ad accendere il buonumore è innanzitutto la possibilità di risparmiare tempo e denaro (83%), seguita dalla curiosità di scoprire nuove marche e prodotti inediti (24%).