Matteo Cortigiani li riconosce subito quelli che dormiranno bene. Negli anni ha ospitato centinaia di persone tra le chiome della gigantesca quercia che chiama Teresa, attrezzata con letti da alpinista e amache come un bed and breakfast arboreo vicino alla spiaggia di Baratti, in Toscana. «Quelli con un carattere aperto dormono bene in cima, i bambini di solito una meraviglia, perché sono più scarichi degli adulti. Le persone che vivono dentro corazze, che hanno bisogno di muri e costrizioni per riposarsi, stanno male». Matteo è un fiorentino energico e malinconico di mezza età, starebbe da Dio in un film di Virzì, di lavoro fa l’arboricoltore, si arrampica sul verde urbano per curarlo. Poi ha scoperto che sugli alberi si passano anche notti incredibili. È una verità scientificamente nota, costumi e tecnologia si sono evoluti, noi biologicamente no, siamo i cacciatori-raccoglitori di 10mila anni fa, per questo rispondiamo alla natura. «Le ombre create dalla Luna possono essere incredibili, una volta mi sono girato e ho visto un gufo che mi fissava, se tira il vento ti muovi, senti le gocce di umidità cadere. C’è silenzio». Ha creato il progetto per dare alle persone una scala fisica e metaforica per riavvicinarsi alla natura, ma in realtà ha toccato il grande nervo scoperto della nostra società: il sonno.

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Agnese Morganti
A LITTLE HELP / I PARTECIPANTI ALL’EVENTO DI FORMAZIONE PER SLEEP TRAINER IDEATO DA LORIS BONAMASSA SUL PROTOCOLLO “DBXVM” (DORMIRE BENE X VIVERE MEGLIO), PRESSO UN HOTEL DI PADOVA. MOLTO RICHIESTI DAI GENITORI DI BEBÈ INSONNI O DA SPORTIVI AI VERTICI DELLE CLASSIFICHE, GLI SLEEP TRAINER STANNO CONQUISTANDO ANCHE MOLTE “PERSONE NORMALI”. OBIETTIVO: PIÙ ORE DI SONNO MA ANCHE DI MIGLIORE QUALITÀ.

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Agnese Morganti
IL BALDACCHINO SULLA QUERCIA TERESA, L’ALBERO DEL PROGETTO “TREE SLEEPING” IDEATO DAL TREE CLIMBER MATTEO CORTIGIANI NELLA CAMPAGNA DEL GOLFO DI BARATTI.

È diventato un fenomeno globale quanto i lockdown, la coronsomnia, cioè l’insonnia da coronavirus. Sono aumentati gli incubi ed è cresciuto il consumo di sonniferi. «Del sonno a livello pubblico non si occupa nessuno, la nostra società ci educa a trascurarlo, il lavoro mangia la vita e per il tempo libero dobbiamo fare ricorso alle ore di riposo. Il nostro cervello ha una capacità di tolleranza, ma se andiamo oltre il limite di compensazione non ce ne accorgiamo», dice Giulio Bernardi, ricercatore del programma sonno e plasticità mentale nella Scuola Imt Alti Studi di Lucca, una casa del sonno dove si esplora questa frontiera: stiamo mappando la Terra, lo spazio, gli oceani, ma del sonno sappiamo poco. Il laboratorio si occupa degli aspetti locali di sonno e veglia: non esistono confine e passaporto per entrare nella terra dei sogni, non sono regni separati, possiamo essere svegli dormendo e addormentati da svegli. È il “sonno locale”, una nazione frammentata e piena di stati intermedi che attraversiamo mentre proviamo a riposare. Dalle menti dei volontari cavia (di solito studenti che hanno tempo per recuperare dai disturbi indotti), nel laboratorio gli esploratori provano a capire due cose e sono entrambe incredibili. La prima: è possibile modificare i sogni in modo volontario dall’esterno? «Si chiama ingegneria del sogno. Ci chiediamo: posso spingere cento persone a sognare la stessa cosa nello stesso momento?».

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Agnese Morganti
L’ARTISTA STARLING ASMR (ASMR STA PER “AUTONOMOUS SENSORY MERIDIAN RESPONSE”, UN FORMICOLIO INDOTTO DAL RILASSAMENTO) REGISTRA UNO DEI SUOI VIDEO IN CUI SUSSURRA STORIE DELLA BUONANOTTE.

È un campo di enorme interesse e altrettanti rischi, di recente c’è stata una petizione di neuroscienziati contro le aziende di pubblicità e il loro interesse su questo campo, che è meno fantascienza di quanto ci si immagini. «Potremmo essere a dieci anni di distanza dal riuscirci. Oggi possiamo fare qualcosa di intermedio: spingere cento persone a sognare un volto, ma non sappiamo ancora quale volto sogneranno». L’altra domanda è: si può visualizzare su uno schermo quello che una persona sta sognando? Anche qui non siamo così lontani: «Oggi riusciamo a vedere ombre, come una tv a bassa risoluzione». La tecnologia ci ha messo decenni a passare alla trasmissione in hd, la previsione è che nell’arco delle nostre vite saremo in grado di vedere su uno schermo quello che sogniamo la notte. La prima ricerca ha implicazioni politiche devastanti, la seconda ne ha di esistenziali profondissime, entrambi i campi sono una frontiera, con poche regole, leggi e strumenti per capire cosa è giusto, cosa è sbagliato e cosa è pericoloso. Quello che succede mentre dormiamo è terra di conquista. Ci sono gli esploratori attrezzati, come gli scienziati di Lucca, ma anche giovani avventurieri, armati di niente, autodidatti che invece di mettersi in cammino nel mondo lo fanno nella propria testa addormentata, come la comunità dei sogni lucidi, forum e social dove ci si scambiano consigli e tecniche su come svegliarsi in un sogno e controllarlo. L’espressione “sogni lucidi” è stata inventata nel 1913 dallo psichiatra olandese Frederik Willem van Eeden, ma quella di sognare sapendo di sognare è un’idea che affascina gli umani dai tempi di Aristotele. La Lonely Planet del sonno l’ha scritta un fisiopatologo americano, Stephen LaBerge. Si intitola Exploring the World of Lucid Dreaming, per alcune persone come Demis Piuselli è un testo sacro.

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DEMIS PIUSELLI, ONIRONAUTA. ATTRAVERSO I SOGNI LUCIDI, GLI ONIRONAUTI SONO IN GRADO DI ESPLORARE PARTI DEL LORO INCONSCIO.

Lui è un onironauta, uno degli animatori della comunità Sogni lucidi, un valtellinese che si occupa di informatica, vive a Milano e affronta questi viaggi notturni con una fiducia che sfiora l’incoscienza: «Non è pericoloso, la tua mente alla fine vuole solo il meglio per te. Possiamo visitare Marte, andare nello spazio, qualche notte fa ho deciso di tornare al tempo dei dinosauri e l’ho fatto, ho visto querce cento volte più alte della quercia più grande che hai visto». Ci sono tecniche per fare sogni lucidi, a metà tra i mantra del- la meditazione e piccole auto-torture del sonno, ma la cosa più dibattuta è quella del controllo: «Nel sonno sei un marinaio in mare, non puoi controllarlo ma imparare a navigarlo». Non è una scienza esatta, spiega, a volte ci riesci, a volte no, a volte vieni cacciato dal sogno perché hai esagerato, a volte resisti più a lungo. Ne parla come di un videogame, che invece di essere nella Playstation si attiva quando dorme. Ma cosa vuol dire esagerare? «I sogni lucidi sono reali per la nostra mente, la mattina ti svegli emotivamente coinvolto, come dopo eventi reali. Non devi superare i limiti etici. Nei sogni lucidi è vietato uccidere, perché la mattina ti svegli sentendoti un assassino». Vietato da chi, però? Se quello che ci succede dopo mezzanotte è l’ultima frontiera della conoscenza per onironauti e neuroscienziati, a noi basterebbe più semplicemente dormire bene. Non facile in una società che non riconosce il sonno come diritto, nonostante l’insonnia collettiva possa costare fino al 2% del Pil. Lo sanno i genitori di neonati o chi deve avere cura di un malato: il sonno è un problema tuo, risolvitelo da solo. Dare risposta al bisogno umano di dormire è la missione di vita di Loris Bonamassa, il più famoso sleep trainer italiano. Bonamassa è un personaggio notevole: la sua famiglia possiede Dormiflex, grande azienda di materassi, di cui è stato per anni direttore commerciale. Si occupava, come dire, dell’hardware del sonno, e con grandi successi. Il problema? Esatto, dormiva male. Malissimo. E così a un certo punto ha capito che il guasto era nel software, cioè in noi, ed è diventato un coach del sonno, richiesto da sportivi, squadre di calcio, aziende, manager, per insegnare alle persone a dormire. «La notte è il nostro psicologo naturale, cade ogni difesa, sta lì per comunicarci quello che non va, nel caso a urlarlo tenendoci svegli».

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Agnese Morganti
PREPARAZIONE DELLA CUFFIA ENCEFALOGRAFICA UTILIZZATA DURANTE GLI ESPERIMENTI SUI SOGNI DEL PROGETTO TWEAKDREAMS DIRETTO DA GIULIO BERNARDI, RICERCATORE IN NEUROSCIENZE COGNITIVE PRESSO LA SCUOLA IMT ALTI STUDI DI LUCCA.

Il suo protocollo serve ad arrivare pronti a quel momento. Loris insegna che tutto quello che facciamo nella vita è anche un atto di “igiene del sonno”: cibo, sport, relazioni, arredamento, lavoro, consumi. «Io voglio creare una cultura del sonno in Italia, voglio che questo Paese impari a dormire». Loris è guru, motivatore, imprenditore, parlarci se non altro ti dà l’energia giusta per tornare ad avere speranza e fede in una buona notte di sonno, ultimo totem della nostra avanzatissima civiltà che ci ha riempito di impegni, svaghi, obiettivi, problemi, spunti, ma si è dimenticata di lasciarci spazio, tempo e modo di dormire. Il fondatore di Netflix, Reed Hasting, disse che il loro vero concorrente è il sonno, sembrava una boutade, invece era serio, purtroppo. Quindici anni fa Forbes fece una famosa inchiesta che intitolò Sleep is the new sex, il sonno è il nuovo sesso, «Ne abbiamo bisogno, abbiamo problemi a procurarcelo e sempre più persone sono disposte a pagare per averlo». Due crisi finanziarie e una pandemia dopo, non è cambiato molto.

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Agnese Morganti
LO SLEEP TRAINER LORIS BONAMASSA CON UNA PECORELLA IN MEMORY FOAM.

LE IMMAGINI DI QUESTO SERVIZIO SONO TRATTE DAI PRIMI DUE CAPITOLI (MORPHEUS E NESSUN DORMA) DEL PROGETTO A LUNGO TERMINE SUL SONNO E SUL SOGNO INIZIATO NEL 2020 DA AGNESE MORGANTI.